Se esistesse ancora il basket
- Scritto da Sergio Tavčar
Avete presente Paperino quando sente la rabbia montargli e si vede il sangue che sale gorgogliando dalla pancia fino in testa e poi alla fine esplode? Ecco, questo è stato il sottoscritto quando ha letto i vostri commenti sul basket olimpico. Come vedete è arrivato il momento per me di parlare di basket e so benissimo che dopo quanto leggerete la percentuale di presenti alla prossima sconvenscion diminuirà drasticamente. Anzi sono molto curioso di vedere in quanti verrete ancora.
La grandezza delle Olimpiadi
- Scritto da Sergio Tavčar
Per commentare le Olimpiadi appena finite penso che la cosa migliore sia semplicemente tradurre ancora una volta quanto ho scritto a mo’ di commento finale sul Primorski. Primo, perché penso di aver fatto un buon lavoro, nel senso che ho espresso perfettamente quanto penso veramente e, secondo, perché, dovendo comprimere tutto nel formato di un editoriale sono stato anche sorprendentemente succinto rispetto alla mia classica logorrea. Eccovi dunque:
“Abbiamo archiviato un’altra Olimpiade. Ieri alla fine della cerimonia di chiusura sono stato colto da una deprimente sensazione, pensando al fatto che quella di Parigi è un’altra Olimpiade in meno rispetto a quelle che mi è stato di vedere nella mia vita, e devo confessare che mi si è stretto il cuore.
Parlo della mia antimateria
- Scritto da Sergio Tavčar
È ormai ufficiale. Per quanto riguarda il sottoscritto queste Olimpiadi sono nate sono una pessima stella. Vi ho già raccontato delle peripezie con il computer, della serie quello vecchio è morto, il sostituto è stato fulminato assieme al router, che poi ho cambiato, il pezzo precedente l’ho scritto su un portatile imprestatomi da mio fratello, il quale nel frattempo ha resuscitato il primo computer, che ora funziona, ma è comunque attaccato alla canna dell’ossigeno e potrebbe definitivamente defungere in un qualsiasi momento. Risolta per ora questa grana domenica mattina, appena svegliatomi, ho acceso il televisore. Ma solo lui. Non si vedeva nulla, in quanto di notte si era bruciato l’occhio della parabola, per cui non arrivava nessun segnale. Grazie a Dio il mio antennista Stefano, mio ammiratore, in quanto ex cestista, è riuscito a venire lunedì per riparare il danno, però intanto domenica, per vedere le Olimpiadi, sono dovuto andare di pomeriggio da mio fratello e poi di sera, in qualche modo, ho visto l’atletica su Raiplay. Domenica mattina ha giocato i quarti la nazionale slovena di pallavolo che, per premio per avere battuto la Francia nel girone, si è beccata la Polonia che ha finalmente giocato da Polonia e ha vinto 3 a 1 con una mostruosa partita al servizio.
Fulmini dall'Olimpo
- Scritto da Sergio Tavčar
Scusate caldamente il silenzio prolungato, ma si è trattato veramente di una sequenza inesorabile di fatti spiacevoli che mi ha letteralmente fatto ammutolire. Sono cominciate le Olimpiadi e mi è stato chiesto dal Primorski Dnevnik di scrivere una colonna quotidiana. Fin qua niente di che, ma poi domenica sera è successa la catastrofe. Su Opicina si è abbattuto un fulmine che mi ha fulminato tanto il computer che il router. Sono rimasto senza riferimenti nei confronti del resto del mondo (il telefono fisso è collegato a Internet), il mio mitico cellulare giurassico era scarico e senza soldi, lunedì mattina il negozio di servizio TIM era chiuso, non potevo ricaricarlo dal tabaccaio, in quanto la linea era stata rovinata in tutto il paese dal fulmine, insomma per scrivere il pezzo per il giornale ho dovuto adoperare un vecchio portatile di mio fratello, scrivere il pezzo e metterlo su una chiavetta, portare la chiavetta da mio fratello che finalmente riusciva a mandarlo tramite la mia posta al giornale. Questo per due giorni di fila, poi finalmente è venuto il tecnico a riparare la linea e a fornirmi di un nuovo modem, per cui ora sono nuovamente in contatto con il mondo, anche se per la cronaca scrivo sempre e ancora dal portatile (vecchio e che si scarica subito, per cui devo stare molto attento).
È finita la scuola
- Scritto da Sergio Tavčar
Giornata di riposo oggi al Tour, di semi-riposo a Wimbledon, visto che Sinner ha giocato ieri, appena domani cominciano le semifinali dell’Europeo di calcio, sono finite le qualificazioni olimpiche del basket e dunque è tempo di mettersi alla tastiera e scrivere qualcosa. Ringrazio Andriz per aver tirato in ballo la faccenda dei polliccioni, ma devo dire subito che si tratta di una cosa della quale proprio non potrebbe fregarmi di meno, tanto che per sincerarmi di cosa Andriz stesse parlando sono dovuto andare a guardare in alto a destra ai commenti, cosa che non faccio per principio. A me interessa solo quanto uno scrive e quello che ne pensano gli altri, ripeto, non potrebbe fregarmi di meno. La cosa, per quanto riguarda Manuel, è ovviamente più che sospetta, visto che in assoluto è uno che commenta, dal mio punto di vista, in modo assolutamente corretto, tanto che sono perfettamente d’accordo con lui riguardo alla disamina sul risultato delle qualificazioni olimpiche.
Si fa con quel che si ha
- Scritto da Sergio Tavčar
Mi scuso per la lunghissima pausa, ma è dovuta a cause di forza maggiore. Due settimane fa mi è improvvisamente morto il computer, evidentemente di pura e semplice vecchiaia. Per fortuna ho un fratello che è un esperto della materia, e lui è riuscito, al prezzo di una semplice cena, a recuperare un altro computer che aveva di scorta, non solo, ma ha anche salvato tutto il salvabile, per cui ora sono più o meno dove ero prima, anzi, con le migliorie che mi ha apportato, forse anche meglio.
Nel frattempo ne sono successe di cose. L’unica che proprio non mi ha appassionato è stata purtroppo la serie finale dell’NBA. Evidentemente ero stato troppo ottimista sulle possibilità di Dallas che ha fatto una pessima figura. Non ho visto niente, perché è solo ovvio che per vedere un evento sportivo annacquato da pause lunghissime e intollerabili, già di per sé non proprio entusiasmante, di alzarsi alle 2 e mezza di notte non si parla neppure e dunque ogni mattina attendevo di sapere il risultato per vedere se valeva la pena di vedere la differita.
Galline cieche e galline senza testa
- Scritto da Sergio Tavčar
Intanto un ringraziamento a tutti quelli che siete stati presenti alla Sconvenscion per la bellissima giornata. A margine solo un appunto al commento di Llandre sulle “franche discussioni” fra noi due su Jokić nel contesto della storia del basket. Ripeto per l’ennesima volta e dopo taccio per sempre secondo la massima che è inutile parlare a quelli che non vogliono sentire. Dei highlights che circolano sul web non potrebbe fregarmi di meno per la semplicissima ragione che quanto si vede è decisivamente condizionato dal contesto nel quale le cose che si vedono si sono svolte. Se guardo una serie di highlights nella quale uno segna in tutti i modi possibili e poi scopro che si tratta di highlights del campionato UISP (o ACLI, fate voi) è solo ovvio che le prodezze del fenomeno di turno lasciano il tempo che trovano. Questo è quanto ho cercato, inutilmente pare, di spiegare. I highlights di Jokić, nel contesto del basket attuale, non sono semplicemente comparabili con quelli dei tempi di Divac, perché allora la competizione era ben diversa. E in più allora i centri giocavano da centri (vi immaginate Magic se qualcuno di 2 e 11 avesse preteso di palleggiare lui magari smazzando assist?), per cui il confronto fra le due epoche è totalmente improponibile. Tutto qua.
Pagina 1 di 65