Intanto grazie di cuore per gli auguri. Toccando ferro ora come ora sono normale, per cui speriamo che duri. Ringrazio quelli che sono venuti domenica scorsa alla Lovat a Villorba per la presentazione del libro e ringrazio anche per le belle parole quelli che lo hanno letto. Proprio domenica, parlando con pado che, come saprete, oltre a fare il professore universitario ora è anche assessore alla cultura del Comune di Vittorio Veneto, dunque, diciamo così, è “abbastanza” occupato, siamo arrivati alla conclusione che sabato 23 novembre lui potrebbe trovare un buco per venire alla sconvenscion. La data mi sembra molto buona. Voi che ne dite? Scatenate le vostre connessioni social e poi sapetemelo dire.

Letteralmente mi faccio vivo dopo lungo tempo. E’ successo che subito dopo la presentazione del mio nuovo libro al Teatro Miela di Trieste ho avuto un brutto blocco intestinale che mi ha costretto in ospedale per tre giorni e dal quale sono uscito senza subire l’operazione che sembrava necessaria al momento del ricovero. Grazie a Dio sono riuscito ad andare a Pordenone per la presentazione nel palazzetto di Rorai Grande (qualcuno ha notizie di Llandre che pensavo di vedere lì?), per cui le cose stanno andando molto meglio, diciamo del tutto normalmente, anche se sono più o meno costretto a casa a causa di una fastidiosa conseguenza della mia malattia di Crohn, leggi, non so come dire, la necessità di essere più o meno sempre a distanza di sicurezza dalla tazza del bagno.

Avete presente Paperino quando sente la rabbia montargli e si vede il sangue che sale gorgogliando dalla pancia fino in testa e poi alla fine esplode? Ecco, questo è stato il sottoscritto quando ha letto i vostri commenti sul basket olimpico. Come vedete è arrivato il momento per me di parlare di basket e so benissimo che dopo quanto leggerete la percentuale di presenti alla prossima sconvenscion diminuirà drasticamente. Anzi sono molto curioso di vedere in quanti verrete ancora.

Per commentare le Olimpiadi appena finite penso che la cosa migliore sia semplicemente tradurre ancora una volta quanto ho scritto a mo’ di commento finale sul Primorski. Primo, perché penso di aver fatto un buon lavoro, nel senso che ho espresso perfettamente quanto penso veramente e, secondo, perché, dovendo comprimere tutto nel formato di un editoriale sono stato anche sorprendentemente succinto rispetto alla mia classica logorrea. Eccovi dunque:

“Abbiamo archiviato un’altra Olimpiade. Ieri alla fine della cerimonia di chiusura sono stato colto da una deprimente sensazione, pensando al fatto che quella di Parigi è un’altra Olimpiade in meno rispetto a quelle che mi è stato di vedere nella mia vita, e devo confessare che mi si è stretto il cuore.

È ormai ufficiale. Per quanto riguarda il sottoscritto queste Olimpiadi sono nate sono una pessima stella. Vi ho già raccontato delle peripezie con il computer, della serie quello vecchio è morto, il sostituto è stato fulminato assieme al router, che poi ho cambiato, il pezzo precedente l’ho scritto su un portatile imprestatomi da mio fratello, il quale nel frattempo ha resuscitato il primo computer, che ora funziona, ma è comunque attaccato alla canna dell’ossigeno e potrebbe definitivamente defungere in un qualsiasi momento. Risolta per ora questa grana domenica mattina, appena svegliatomi, ho acceso il televisore. Ma solo lui. Non si vedeva nulla, in quanto di notte si era bruciato l’occhio della parabola, per cui non arrivava nessun segnale. Grazie a Dio il mio antennista Stefano, mio ammiratore, in quanto ex cestista, è riuscito a venire lunedì per riparare il danno, però intanto domenica, per vedere le Olimpiadi, sono dovuto andare di pomeriggio da mio fratello e poi di sera, in qualche modo, ho visto l’atletica su Raiplay. Domenica mattina ha giocato i quarti la nazionale slovena di pallavolo che, per premio per avere battuto la Francia nel girone, si è beccata la Polonia che ha finalmente giocato da Polonia e ha vinto 3 a 1 con una mostruosa partita al servizio.

Scusate caldamente il silenzio prolungato, ma si è trattato veramente di una sequenza inesorabile di fatti spiacevoli che mi ha letteralmente fatto ammutolire. Sono cominciate le Olimpiadi e  mi è stato chiesto dal Primorski Dnevnik di scrivere una colonna quotidiana. Fin qua niente di che, ma poi domenica sera è successa la catastrofe. Su Opicina si è abbattuto un fulmine che mi ha fulminato tanto il computer che il router. Sono rimasto senza riferimenti nei confronti del resto del mondo (il telefono fisso è collegato a Internet), il mio mitico cellulare giurassico era scarico e senza soldi, lunedì mattina il negozio di servizio TIM era chiuso, non potevo ricaricarlo dal tabaccaio, in quanto la linea era stata rovinata in tutto il paese dal fulmine, insomma per scrivere il pezzo per il giornale ho dovuto adoperare un vecchio portatile di mio fratello, scrivere il pezzo e metterlo su una chiavetta, portare la chiavetta da mio fratello che finalmente riusciva a mandarlo tramite la mia posta al giornale. Questo per due giorni di fila, poi finalmente è venuto il tecnico a riparare la linea e a fornirmi di un nuovo modem, per cui ora sono nuovamente in contatto con il mondo, anche se per la cronaca scrivo sempre e ancora dal portatile (vecchio e che si scarica subito, per cui devo stare molto attento).

Giornata di riposo oggi al Tour, di semi-riposo a Wimbledon, visto che Sinner ha giocato ieri, appena domani cominciano le semifinali dell’Europeo di calcio, sono finite le qualificazioni olimpiche del basket e dunque è tempo di mettersi alla tastiera e scrivere qualcosa. Ringrazio Andriz per aver tirato in ballo la faccenda dei polliccioni, ma devo dire subito che si tratta di una cosa della quale proprio non potrebbe fregarmi di meno, tanto che per sincerarmi di cosa Andriz stesse parlando sono dovuto andare a guardare in alto a destra ai commenti, cosa che non faccio per principio. A me interessa solo quanto uno scrive e quello che ne pensano gli altri, ripeto, non potrebbe fregarmi di meno. La cosa, per quanto riguarda Manuel, è ovviamente più che sospetta, visto che in assoluto è uno che commenta, dal mio punto di vista, in modo assolutamente corretto, tanto che sono perfettamente  d’accordo con lui riguardo alla disamina sul risultato delle qualificazioni olimpiche.