Sono depresso. Evidentemente, per quanto mi esprima e soprattutto pensi, in italiano, evidentemente per questioni genetiche gli italiani, per quanto pensi di conoscerli, non riuscirò mai a capirli. E la cosa mi crea un senso di estraniamento colossale, quasi una perdita di identità. Dopo aver letto i vostri ultimi commenti mi sono reso conto di essere completamente fuori frequenza e fase rispetto a quello che dite e soprattutto a come lo dite, per cui mi sento un pesce fuor d'acqua sul mio stesso blog. Razionalmente so, e l'esperienza me lo ha confermato, che gli italiani sono un popolo passionale, tanto passionale che è la passione, e non certo il raziocinio, a prevalere in tutte le discussioni, per cui anche nei dibattiti televisivi ha ragione semplicemente chi grida di più. Sono un popolo teatrale, che quasi inconsciamente deve rendere plateale e pomposo tutto quello che fa, con la conseguenza che ogni cosa deve essere ammantata da paroloni e citazioni dotte, magari solo per dire che il pranzo è servito o altre banalità del genere. E soprattutto, ed è la cosa che più mi da fastidio, si ritengono tutti sommamente furbi e intelligenti, per cui quanto dice un altro, se non collima con quanto dice lui, non deve essere discusso, o magari confutato con la verità dei nudi fatti, ma abbattuto, stritolato e soprattutto ridicolizzato. Io, per esempio, quando dico "secondo me" è "secondo me" senza pretendere che quanto io penso sia la verità assoluta. Se poi qualcuno mi dimostra con i fatti che avevo torto, sono dispostissimo a cambiare opinione. Se però per convincermi si usano non-fatti o fatti distorti, o mezze verità, semplicemente decido che mi è stata raccontata la fiaba dell'orso, come diciamo noi, e rimango della mia opinione fino a che non arriva qualcuno con fatti veri, dimostrati e soprattutto completi. L'apoteosi dell'incazzatura l'ottengo quando qualcuno mi dice: "È così e basta" oppure "lo dico io" o, più subdolamente "lo dice il tale". E allora? Chi sei tu o quel tale? Giovanni Battista o il Profeta Isaia? Non sei d'accordo con me? Posso anche ritenere (come spesso succede, inutile negarlo) che tu sia un perfetto imbecille, ma ti riconosco il diritto di avere la tua opinione. L'unica conclusione che ne traggo è che con te, dal punto di vista intellettuale, non voglio nulla più aver a che fare per il resto della mia vita. Il mondo è abbastanza grande per contenerci comodamente tutti. Anche per ospitare gente con la quale possa essere sulla stessa lunghezza d'onda pur con diverse opinioni con la quale mi piace discutere e che infatti sono i miei più stretti amici. (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto") 

Con quanto scrivete voi ultimamente, ahimè, mi trovo, appunto, su un altro pianeta per cui, prego, fate pure, continuate a discutere sul sesso degli angeli, continuate a dare per scontate cose impossibili o al meglio tutte da dimostrare, continuate a costruire ardite teorie sui se e sui ma, ma per favore, non contate su di me. Mi chiamo fuori.

Chiudere il blog però mi secca, perché mi diverto molto, per cui continuerò imperterrito a dire la mia, pur sapendo che, a giudicare dai vostri commenti, le mie cose o non le leggete tutte, o se lo fate, lo fate superficialmente prendendo solo quello che vi pare e trascurando il contesto di tutto il ragionamento nel quale provo a esporre i pro e i contro con certi che prendono solo i pro, altri solo il contro a seconda di come loro più conviene per alimentare sterili e, dal mio punto di vista, grottesche polemiche basate sul nulla spinto. Per non dire di polemiche con le mie opinioni, giustissime se non fosse che il polemista perora in modo veemente la sua causa che, se va a rileggere attentamente, è esattamente anche la mia, solo che non se ne era accorto. La sensazione finale è che io scrivo, i primi commenti sono un tantino pertinenti a quanto detto, dopo di chè ognuno parte per la tangente e comincia a sparare cose a destra e manca che con il tema proposto non c'entrano niente, per cui mi chiedo cosa ho scritto a fare, visto che nessuno mi defeca senza neanche darmi la soddisfazione di citarmi.

Sto dunque constatando con raccapriccio che anche questo sito, che ritenevo un angolo per ben pensanti raziocinanti, sotto la spinta della passione che divampa quando si discute di nazionale, sta diventando sempre più uno di quei bazar bercianti dove l'argomento più importante lo possiede chi grida di più o insulta meglio. Come gli altri blog da bar sportivo, quelli che aborro, insomma.

Per esempio sulla nazionale italiana. La fase di estraniamento e di totale inadeguatezza al vostro livello di discussione è quando seguo con stupore le violente polemiche su chi ci sta e chi non ci sta e chi dovrebbe starci in nazionale. Continua a rendermi stupefatto come tutti, ma proprio tutti, voi vi riteniate nettamente più bravi, lungimiranti e intelligenti rispetto allo staff tecnico della nazionale, formato, lo ricordo, comunque da gente che è lì perché le cose le sa meglio, molto meglio di chi segue le partite in TV o pensa di essere un esperto perché ogni tanto va a giocare le partitelle con gli amici o al più è stato, come me, un coach di serie inferiori. Dire che si pensa che il coach abbia sbagliato in qualche cosa, vista soprattutto con l'infallibile senno di poi, è normale critica, ma affermare che il coach è un imbecille perché non ha fatto come dicevo io, perché io avevo ragione in tempi non sospetti (in realtà sono sospettissimi, basta andare normalmente a rileggere per lo sbugiardamento più totale) è infallibile segno di una di quelle caratteristiche più rovinose degli italiani che, come detto all'inizio, non riuscirò mai a capire. Io so, siete voi altri che non capite nulla.

L'Italia è arrivata agli Europei senza Gallinari, Hackett e Bargnani, per indicarli in ordine di importanza. Nelle partite di preparazione ha subito batoste invereconde dal Belgio e dalla Polonia. Ora è nei quarti di finale dell'Europeo a una giornata dalla fine della seconda fase, mentre fuori sono Russia, Turchia, Macedonia, la stessa Polonia, ma soprattutto una a scelta fra Spagna (!) e Grecia. Riuscite a confutarmi questi fatti? E allora di cosa diavolo stiamo parlando, di grazia! Ma vi rendete conto! E voi continuate a scavezzarmi i marroni dicendo che se fossero stati convocati i chili (? – non sapevo che i chili giocassero a basket) di questo e fossero stati lasciati a casa gli etti di un altro facendo nomi a caso di gente che ci sarà un caso che non sia stata convocata (io personalmente non voglio vederli neanche in cartolina, ma sempre "secondo me"), allora l'Italia sarebbe già d'oro? Pietà! Voglio scendere.

Sono troppo incavolato per continuare. Spero di farlo domani a mente un po' più fredda. Solo un paio di considerazioni per quello che valgono. Ribadisco e confermo sempre più convinto: Spanoulis è attualmente di gran lunga il miglior giocatore europeo di basket. Secondo: si parla tanto di infortuni che condizioneranno la fase finale. Ma và! Chi l'avrebbe detto che dopo otto partite durissime in pochi giorni qualcuno avrebbe potuto infortunarsi. Tutti l'avrebbero detto, e infatti tutti chiedono il roster di 14 giocatori per poter metterne 12 a partita a referto. Cosa talmente banale che i fenomeni della FIBA non ne vogliono sentir parlare. Forse perché gli arbitri dovrebbero imparare anche in campo internazionale a mostrare i numeri superiori al 15? Altre ragioni non ne vedo.