Rapporto dal vostro inviato a Stožice sul torneo di basket ex-YU. A mo' di titoli: Serbia molto, molto forte, con l'unico guaio di essere troppo consapevole di esserlo. Croazia allenata sorprendentemente bene ed altrettanto sorprendentemente umile, ma pur sempre con un tasso troppo deficitario di attributi. Slovenia non giudicabile per aver affrontato il torneo come fossero match di preparazione qualsiasi, ma dal potenziale notevole. Bosnia-Erzegovina con fior di giocatori, ma allenata malissimo soprattutto dal punto di vista della selezione e della filosofia di gioco. Montenegro squadra rognosa, combattiva, osso duro per chiunque se solo oltre a Peković sotto canestro avesse anche un'affidabile batteria di tiratori. Macedonia sicuramente la più debole di tutte, ma neanche tanto, soprattutto se i suoi folli tiratori da fuori dovessero indovinare la giornata in cui entra tutto. (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto").

Ambiente tranquillo ed amichevole con i tifosi delle varie nazionali mischiati senza problemi con grandissima correttezza in campo, salvo il match Slovenia-Montenegro, dove un pazzo furioso di nome Jeretin aveva deciso di far fuori Goran Dragić per ragioni note solo a lui, faccenda aggravata da un arbitraggio totalmente incapace che poche volte (anzi, una volta sola a Trieste due anni fa) avevo visto neanche in B2. Il fatto che fossero tutti derby ha portato le squadre a giocare con l'atteggiamento giusto, nel senso che era amichevole per buona parte della partita, ma poi nel finale nessuno ci stava a perdere. In più ovviamente c'è stato il fatto che siamo a metà preparazione con gambe ancora pesanti, tattiche in embrione, tiro ancora non allenato, ed infatti quando una squadra segnava col 40% dal campo era un trionfo. Ciò nondimeno si sono viste molte cose interessanti e poi, alla fin fine, i giocatori veri si vedono sempre e comunque, per cui basta fare un po' di estrapolazione per riuscire a capire abbastanza bene quale possa essere il rendimento nelle partite che contano.

Passando all'analisi in particolare. La Serbia in realtà ha pochissimi difetti tecnici. Sembra incredibile, ma gli unici punti deboli sono in campi che nella vecchia Jugoslavia erano invece granitici punti di forza, leggi una strana poca consistenza sotto canestro ed un atteggiamento ben poco da vincenti di due giocatori che dovrebbero essere fondamentali quali Tepić e Tripković. Sotto canestro c'è sì Krstić, e fin qui niente da dire, ma il suo cambio sarebbe Kosta Perović sempre meglio calatosi nelle vesti del gatto di marmo. Altri lunghi, di tipo serbo, corpulenti omaccioni magari brutti e sgraziati, ma col dono del basket e comunque TIR non spostabili, non ci sono. Le due guardie sunnominate giocano benissimo quando la partita è tranquilla, ma nei momenti chiave se la fanno, diciamo così, un po' addosso, soprattutto Tripković, mentre Tepić è uno dei giocatori secondo me più sopravvalutati (ora forse non più) in Europa, in quanto giocatore scolastico che fa tutte cose prevedibili e senza una particolare nè tecnica nè di predisposizione al passaggio. Punti forti: tutti gli altri. Vedere Miloš Teodosić dal vivo vale da solo il prezzo del biglietto: dovrebbe essere dichiarato specie protetta dal WWF, perchè dal mio punto di vista è al mondo, ripeto, sottolineo e mi prendo tutta la responsabilità di quanto dico, al mondo, l'unico che abbia ancora il dono del passaggio, passaggio come arte nel lasciar partire la palla al momento giusto per massimizzare le probabilità che arrivi nelle mani del ricevente (Steve Nash? - forse qualche tempo fa, non più adesso che è stato calato dai media nelle vesti del passator sublime, per cui spesso e volentieri la fa fuori dal vaso). E tutto ciò senza guardare mai nella direzione dove passa. Bisognerebbe filmarlo, archiviare i filmati in un qualche museo statale e nel lontano futuro mostrare ai cestisti di allora cos'è in realtà il passaggio. Anche l'altra guardia Rašić è più che utile, essendo un giocatore senza fronzoli che soprattutto quando è solo la imbuca. E poi, sorpresa delle sorprese per me che è stata la prima volta che l'ho visto dal vivo, c'è Duško Savanović, giocatore che ho seguito con particolare interesse per lunghi periodi della partita per vedere come si muoveva e cosa faceva. Non sono riuscito a trovare nulla di sbagliato, superfluo o semplicemente inutile. Quando un giocatore mi dà l'impressione che le rotelle del suo cervello funzionino di continuo a pieno regime, per me quello è un vero giocatore di basket. E Savanović lo è: fra l'altro quando serve, nei momenti topici segna sempre, come Teodosić che potrà fare 0 su 7 come contro la Croazia salvo poi segnare come fosse la cosa più ovvia del mondo la tripla della staffa. Ed appunto qua sta il problema: come sempre nella storia i serbi sono convinti di essere imbattibili, per cui non si scompongono di un palmo quando sono sotto, tanto basterà premere un momento sull'acceleratore e li travolgeremo. Facile contro la Croazia, squadra di palle lesse, però contro qualcuno meno tenero potrebbero arrivare bruttissime sorprese.

Appunto, Croazia. Manca Roko Ukić, spaccato, e questo è un dannato problema. Roko potrà anche essere lunatico, un vero antiplay, senza offesa, nel senso che fare il play non è roba per lui, ma almeno ha classe. Marko Popović è un casinista terribile, Stipčević un onesto comprimario da Lega croata di una volta, per cui affidarsi al solo, fra l'altro minuto, mercenario Draper mi sembra poco. Dall'altra parte però sono stati selezionati molto bene, secondo la vecchia scuola, a me sempre carissima, dei giocatori di ruolo con gli opportuni doppioni, per cui in ala piccola hanno Bogdanović, altro giocatore lunatico che va a sprazzi, ma quando va, va, o il solidissimo ed a me finora abbastanza sconosciuto Simon (cosa vuol dire aver perso i diritti della Lega Adriatica!), come ala forte hanno molte varianti tattiche, da Markota a Žorić, passando per Andrić, prototipo dello smidollato purtroppo, ed hanno la miglior batteria di centri puri in Europa, senza alcun dubbio, formata da Tomić e Barać (Gasol e Fran Vasquez? - va bè, ve lo concedo). L'unico problema è che, appunto, sono una squadra smidollata o, come mi ha detto molto più plasticamente un amico giornalista croato "fighetti senza palle", testimone l'asfaltata finale presa in finale contro la Serbia che, per chi ha visto la partita, appariva totalmente inevitabile, visto il diverso atteggiamento dei giocatori in campo. Della serie gli uni:"abbiamo 10 punti di vantaggio, basta gestire" - senza sapere come farlo, gli altri: "beh, finora abbiamo scherzato, diamoci dentro e cominciamo anche a segnare qualcosa" con l'ovvio parziale di 23 a 4 che ha ribaltato la partita in cinque minuti.

Per quanto riguarda la Slovenia bisogna ricordare che ha iniziato la preparazione prima degli altri, per cui è arrivata al torneo nel momento meno adatto dal punto di vista fisico, quando cioè si comincia ad accumulare la stanchezza per la preparazione fisica fatta all'inizio e manca qualsiasi tipo di freschezza. Lakovič era giù anche per problemi di mal di schiena ("nessun problema, altre volte stavo peggio"), altri avevano acciacchi vari, per cui Maljković non ha voluto rischiare infortuni deleteri per una squadra già abbastanza sottile (Nachbar e Vidmar mancano, quanto mancano!) ruotando i giocatori (Slokar per esempio ha riposato contro la Croazia, Lorbek contro i bosniaci) e dando grande minutaggio all'acquisizione dell'ultim'ora, il 18-enne Luka Rupnik che ha peraltro tenuto il campo benissimo dando l'impressione di essere un prospetto di sicuro ottimo avvenire. La cosa che più conforta della Slovenia è che pian piano cominciano ad apparire giocatori con la faccia tosta giusta, senza remore o paure. Così ad esempio saranno di grandissima utilità il 20-enne Edo Murić che giocherà fra l'altro in un ruolo fondamentale, quello di ala piccola lasciato scoperto da Nachbar, e soprattutto Zoran Dragić, giocatore che a me piace da morire perchè dà l'impressione di avere smisurati margini di miglioramento in un contesto di straordinaria fisicità, combattività e presenza in campo. Non segna da fuori (segnerà, prima o poi, non preoccupatevi), ma una guardia che mi prende 11 rimbalzi, di cui quattro fondamentali in attacco e recupera 5 palloni dal nulla me la tengo stretta come un tesoro. Smodiš sembra stare bene ed è in netto recupero, per cui penso che agli Europei sarà il solito guerriero decisivo, Erazem ha classe da vendere (quando uno comincia la partita segnando dapprima in gancio destro, poi in gancio sinistro e subito dopo infila una tripla per me ha già fatto più del suo), Goran Dragić è un vero e proprio dragster dall'accelerazione fulminante, giocatore di classe grandissima, Slokar non l'avevo mai visto tanto sveglio in difesa (4 stoppate ai bosniaci), per cui ho molta fiducia. Ed inoltre Maljković sembra avere il carisma giusto: gli esperti mi hanno detto che la Slovenia sta pian piano acquisendo la mentalità ed i giochi della Jugoplastika dei tempi d'oro, per cui attendo gli Europei con fiducia. Soprattutto quando gli esterni, primo fra tutti Ožbolt, recupereranno un po' di tiro.

In breve gli altri. La Bosnia-Erzegovina (d'ora in poi solo Bosnia, sia per praticità sia perchè dell'Erzegovina in realtà non c'è traccia, avendo gli erzegovesi di etnia prevalentemente croata optato praticamente tutti per la cittadinanza croata - Barać ad esempio) mi ha deluso. Quando si hanno giocatori quali Teletović in ala piccola, si hanno sotto canestro centri non straordinari, ma tutti (e soprattutto tanti!) più che buoni quali Varda, Kikanović, Bajramović, Bavčić o Milošević (uno che si chiama Milošević e gioca per la Bosnia – non c'è più religione!), si hanno guardie tipo Đedović e Gordić, per non parlare del mercenario Domercant, qualcosa di meglio bisognerebbe saper fare. Ed invece poi si vedono in campo play nanetti quali Vasiljević o Nešović, che almeno fossero bravi, ma fanno solo casino, con un Đedović che non tocca palla, perchè alla guardia non la passano mai, quando uno vede Gordić che palleggia per 22 secondi senza saper cosa fare, oppure vede un fisicaccio della malora quale Teletović tirare solo da tre da nove metri, o ancora Domercant che gioca uno contro tutti, allora viene il dubbio che la squadra sia male allenata.

Montenegro: ci sono Peković, Dašić ed il miglioratissimo Dragičević, c'è Omar Cook, ma purtroppo c'è poco altro (Vraneš? Non fatemi ridere). Sì, ci sarebbe il tiratore a sprazzi Borisov (giocatore alla Bogdanović: quando va, va, peccato che succeda di rado), ma il resto sono onesti comprimari. Il lato buono è che lo sanno, per cui hanno fatto l'unica scelta giusta: buttarla nella bagarre e sul fisico (che a loro certamente non manca) sperando che poi i vari campioni facciano il loro dovere. Secondo me la filosofia di Dule Vujošević (che per ragioni contrattuali col CSKA non può sedersi in panchina, sostituito dal coach del Budućnost Radonjić) è giustissima ed il Montenegro sarà comunque una bruttissima gatta da pelare per le squadre di medio livello (l'Italia ne sa qualcosa). Manca la classe per ambire ai massimi livelli, però contro di loro sono veramente poche le squadre che possono scendere in campo tranquille.

Ed infine Macedonia. Sarebbe un delitto sottovalutarla, perchè sotto canestro Antić e Samardžijski sono più che onesti giocatori, Ilievski lo conosciamo, le altre guardie Sokolov e Stojanovski quando ingranano segnano da tutte le posizioni, però in effetti hanno ben poca profondità in panchina con alcune riserve che quando entrano in campo fanno, diciamo così, sollevare più di qualche sopracciglio, ma soprattutto hanno ben poca duttilità di gioco. Se impedisci loro di tirare da fuori non sanno più cosa fare. Però nell'inflazionata Europa dei 24 il loro posto ce l'hanno sicuramente, e non certamente da fondo classifica.

Chiosa finale: quale sarebbe il quintetto jugoslavo attuale? Teodosić play, Goran Dragić guardia, Savanović, se riesce a giocarci, se no Teletović, in ala piccola, Lorbek da ala forte e sotto canestro Peković (o Tomić, o Krstić...). Che ne dite? A me sembrano molto forti.