Mi scuso per non aver scritto niente per lungo tempo, ma se lo spirito è forte, la carne è debole. Semplicemente mi pareva di non aver niente da dire. E così rispondo anche direttamente ad un vostro rimprovero, sul perché non mi faccio vivo più spesso. Se penso di avere un pregio, è quello che già da piccolo mi hanno insegnato di non aprir bocca con l'unico scopo di dare aria all'ugola, ed è dunque mia abitudine parlare solamente quando ho qualcosa da dire. Se non ce l'ho, sto zitto.
Devo comunque aggiungere, onestamente, che in questi ultimi tempi, oltre ad avere finito le ferie, per cui ho dovuto anche lavorare (vedi un po' cosa si pretende... dove andremo a finire?), ho guardato molto il Tour (che ci volete, già da piccolo seguivo il ciclismo per vedere cosa faceva Charlie Gaul, mio idolo assoluto) ed inoltre questa settimana c'è l'Open di golf, appuntamento imprescindibile. Purtroppo non ho potuto vedere nulla di basket, in quanto il torneo preolimpico è stato snobbato da tutti, per cui ho solo letto i risultati senza potermi farmi un'idea su nulla.
C'è però anche il campionato europeo Under20 di basket in Slovenia che noi di TV Slovenia abbiamo seguito praticamente dall'inizio, per cui questo fine settimana sono stato a Lubiana a seguire la fase finale con annessi commenti che chi può vedere TV Capodistria avrà sicuramente seguito (o no?). Sto scrivendo prima della finale fra Lituania e Francia, ma un piccolo commento penso che possa già farlo. Intanto l'Italia che ha avuto una serie impressionante di alti e bassi. Ha battuto due delle semifinaliste (quelle contro cui ha giocato), però a causa di pesanti sconfitte con due squadre non proprio irresistibili quali Turchia e Lettonia non è riuscita a qualificarsi neppure per i quarti. Purtroppo non l'ho vista giocare, vista la prematura eliminazione. Per quel poco che ho visto guardando spezzoni della prima partita persa contro la Slovenia mi sembra solo di poter dire che è una squadra assolutamente senza manico, non in panchina, perché Sacripanti non si discute, ma in campo. Le guardie possono cioè giocare ottimamente come infilare prestazioni totalmente rivoltanti. Sarò anche partigiano, ma a vedere le guardie italiane mi chiedevo cosa avesse meno di loro il nostro Borut Ban dello Jadran che era stato chiamato tempo fa salvo essere tagliato subito (gioca in DNC e non è nel giro dei procuratori che contano? L'avete detto voi...). Certamente quelli che hanno giocato hanno più fisico, però almeno di grazia Borut sa giocare a basket, cosa che mi sembra molto dubbia (eufemismo) per il reparto schierato agli Europei. Sarò all'antica, ma avere in squadra almeno una guardia che sappia cosa ci sta a fare non mi sembra mai una brutta idea. (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto").
La Slovenia ha giocato in modo superbo fino ai quarti vincendo tutte le partite, poi, classica sindrome slovena, arrivata ai quarti ha perso di brutto contro la Francia che era arrivata incredibilmente quarta nell'altro girone. Purtroppo per arrivare tanto lontano i ragazzi di Zmago Sagadin, non certamente dei Hulk dal punto di vista fisico, avevano dovuto sputare sangue in ogni partita, per cui contro la Francia, dopo aver chiuso il primo tempo (due quarti, parlo ancora come una volta) avanti di 4, si è letteralmente squagliata nel secondo tempo venendo travolta dai francesi che l'hanno buttata sul fisico ed hanno anche avuto la fortuna all'inizio della ripresa di sfruttare uno dei momenti sì di Leo Westermann che era stato indisponente per tutti i primi 20 minuti. Ed inoltre ci si sono messi di mezzo gli arbitri guidati dall'ineffabile Lamonica che ha risvegliato in me tutto l'odio sportivo verso di lui che pensavo sopito dopo la rapina a mano armata perpetrata ai danni della povera Croazia nei quarti contro la Spagna all'Europeo del 2005. Hanno lasciato picchiare a man salva i francesi punendo addirittura per simulazione (?) i poveri gracilini sloveni che finivano regolarmente a terra senza colpa né pena, in primis il povero Prepelič, stella della squadra braccato per tutto il campo per 40 minuti, minacciandolo di fischiare la simulazione ogni volta che lo stampavano sui supporti del canestro. Di converso gli atletici lunghi francesi potevano tranquillamente salire sulle deboli spalle di Omić senza che nessuno dei signori in grigio avesse nulla da obiettare. Lamonica ha dato il massimo di sé ad un paio di minuti dalla fine quando sul 70 a 54 per la Francia (verificato), ha fischiato sfondamento a Pajić in entrata sulla linea di fondo quando il difensore francese gli si è messo sotto mentre era già in aria e, se non bastasse, aveva anche nettamente il piede sulla linea dello sfondamento. Lì, per quanto la partita fosse già ampiamente finita, il pubblico si è arrabbiato (era stato stoico fino a quel momento) cominciando a tirare bottigliette di acqua in campo (dei lubianesi tutto si può dire meno che non capiscano di basket). Cosa possa guadagnarci un arbitro comportandosi in questo modo odioso non riuscirò mai a capirlo. Dunque se qualcuno vuole farmi imbestialire basta solo che nomini Lamonica che mi vedrà immediatamente itterico.
In generale dopo aver visto de visu le prime otto squadre europee durante la giornata dei quarti mi sembra di poter dire che in fatto di talento medio siamo molto, ma molto mal messi. Guardie dotate di fosforo proprio non ne ho viste. Da questo punto di vista forse il meno peggio è Luka Rupnik che però ha ancora enormi difetti di tecnica proprio di base. Una delusione i serbi che sembrano essersi europeizzati, nel senso che di primo acchito sembrano aver perso tutto quello che rendeva grande il basket di quella nazione, e cioè proprio il senso del divertimento, della presa in giro, della creatività, della lucida e rapida reazione allo stimolo creato sul campo dalla singola situazione di gioco. Sono cioè come tutti gli altri e questo mi pervade di tristezza. L' unico talento vero che ho visto e che devo dire mi ha entusiasmato (spero che non sia stata una prestazione singola, ma le sue doti mi sembrano prescindano la possibile forma giornaliera) gioca per la Lettonia e si chiama Janis Timma, un mezzolungo tuttofare che mi ha immediatamente richiamato alla mente uno Smodiš giovane. Dei lunghi, a parte Omić che ha per me grandissimo talento, ma che ha grossi problemi atletici, secondo me comunque superabili a lungo termine (ma ci vorrà moltissimo tempo), il meglio sembra il francese Gobert che però dovrà essere giudicato meglio quando avrà un arbitraggio meno amichevole. I lunghissimi serbi (primo fra tutti Bešović) mi sembrano inguaribili pipponi. Forse il meno peggio è quello che gioca di meno, Marinković. Una menzione ancora per le due ali spagnole Diez e Abrines con quest'ultimo sicuramente uno dei più bei tiratori puri per gesto tecnico che abbia visto da molto tempo a questa parte.
Parlando delle prossime Olimpiadi uno non può non dire qualcosa sulla sparata di Kobe Bryant sul fatto che questo team americano è meglio del Dream Team del '92. Francamente una bestemmia simile non potevo neanche immaginare che potesse uscire dalla bocca di un pur straordinario giocatore che dunque le cose dovrebbe conoscerle e capirle. Dalla risata di Jordan e dalla risposta di Bird ("molto probabile, non tocco un pallone da 20 anni") si può facilmente capire cosa ne pensino i diretti interessati. Proprio in questi giorni ho letto la biografia parallela di Bird e Magic. A parte il fatto che il libro secondo me è scritto male (uno potrebbe qui giustamente obiettare: "pensa per te"), troppo farraginoso con flashback inutili, rimane una imperdibile miniera di racconti e aneddoti che insegnano tantissime cose. A me personalmente il passo che ha causato la maggior angoscia è stato il resoconto delle esperienze dei due fenomeni in panchina, le 16 (o quant'erano) partite di Magic ed i tre anni di Bird. Leggendo quelle pagine uno non può non immedesimarsi nei due giocatori che al basket hanno dedicato tutta la loro vita con l'unico scopo di migliorare di continuo se stessi anelando alla perfezione per poter alla fine far vincere la propria squadra che si trovano alle prese con ragazzi viziati che a tutto pensano meno che a migliorare nella professione che porta loro tanta fama e soprattutto soldi. Magic che tenta disperatamente di convincere i suoi fenomeni ad arrivare prima all'allenamento per fare un po' di tecnica individuale di passaggio di tiro ottenendo esiti disastrosi ("Come ti senti adesso che non sei più coach?" "Sollevato") o Bird che dopo essersi esposto in prima persona per difendere Artest dopo la sua escursione punitiva in tribuna a Detroit e che si vede ripagato dalla richiesta di poter non giocare un periodo per poter promuovere il nuovo disco di rap sono episodi che da soli rispondono in modo esauriente allo sproposito profferito da Kobe. Nel senso che questi di oggidì sono prima di tutto stelle mediatiche che usano il basket come mezzo per poterlo diventare, mentre in realtà, sotto sotto, di come giochino o di come le cose possano andare per loro squadra non potrebbe fregare di meno. Dall'altra parte abbiamo gente che "vive" il basket, gente che per poter giocar bene e vincere venderebbe l'anima al diavolo, che concepisce il gioco per quello che è, la ricerca continua del miglioramento, sia personale che della squadra in cui giocano (parallelo europeo che salta subito in mente quello di Dražen Petrović) con tutto quel che ne consegue che è, appunto, la conseguenza, ma non certamente, anzi quasi il contrario, del motivo per cui hanno deciso di dedicarsi anima e corpo al basket. Ed è proprio questo diverso tipo di approccio che fa sì che il paragone sia assolutamente assurdo e improponibile, non solo, ma è anche il motivo forse più profondo per cui almeno io personalmente, ma come me c'è tantissima altra gente, forse sempre di più, per ogni anno che passa rifiuto sempre più quanto ci viene proposto dall'NBA. Noi della nostra generazione abbiamo amato e concepito il basket in tutt'altro modo rispetto a quello con cui viene concepito adesso. Io posso anche capire che i tempi cambiano e che oggi le priorità con cui si giudicano le cose siano diverse. Ed è solo normale che chi è giovane veda le cose in modo totalmente diverso. Che però la cosa mi piaccia, permettetemelo, non potete costringermi a farlo. Uno dei miei motti preferiti (penso di averlo creato io, perché non ho trovato nessuno che lo inalberi apertamente) è sempre stato quello che uno può anche accettare di essere cornuto, ma nessuno può pretendere che sia al contempo anche contento.