Peccato che non possa dire che non è sempre domenica, visto che ieri, appunto, lo era (? - sembro Totò), nel senso che per l'Italia non poteva andare sempre di superlusso come era successo sabato. Purtroppo i due flop più dolorosi sono avvenuti proprio nello sport che più seguo, ovviamente ora il nuoto. Onestamente per quanto riguarda la Pellegrini me l'aspettavo. I 400 li nuota bene solo quando ha la mente libera, ma soprattutto quando è in grande forma, cosa che mi sembra attualmente piuttosto poco probabile. Da quando se n'è andato il povero Castagnetti la Fede nazionale non ha ancora trovato chi la domi. Come tutti i cavalli di razza, scontrosi, ombrosi, bizzosi, dotati di ego smisurati, o trova il domatore giusto al quale si affida anima e corpo, oppure, facendo di testa propria, si caccia nei guai. Vedremo oggi nei 200, ma onestamente più di una medagliuccia ho paura che sia troppo sperare. Male la staffetta con Magnini sfiduciato in ultima frazione, ma soprattutto male Scozzoli che, da quando è esploso sulla scena mondiale, è la prima gara che cicca, e proprio quella più importante nella quale bastava che ripetesse il tempo della semifinale che era sul podio. Spero solo che sia il pedaggio pagato alla pressione olimpica e che si rimetta in sesto mentalmente il prima possibile. A questo punto ci si può accontentare solo della grandissima prova di Ilaria Bianchi che, zitta zitta, ha abbattuto il suo record di quasi un secondo ed è finita allo stesso posto della Pellegrini in una gara dal livello stellare (Sjoestroem fuori dal podio con un tempo di un solo decimo migliore di quello della Bianchi). Per il resto serata elettrizzante con una staffetta epica. Non pensavo mai in vita mia di fare il tifo in qualsiasi sport ed in qualsiasi condizione per i francesi che, come penso a tutti gli italiani, mi stanno un tantino sulle scatole (e viceversa, ovviamente – dico sempre che per capire la relazione fra sloveni e croati basta pensare a quella fra italiani e francesi), ma vedere Agnel (21 anni!) che umilia Lochte mi ha pervaso di orgoglio europeo. Fra l' altro ha nuotato una frazione interna allucinante da 46 e 9 scarso, per cui non vedo l'ora oggi di vedere la battaglia stellare sui 200 fra lui, l'immenso Sun, Park e lo stesso Lochte che in semifinale hanno tutti passeggiato. Un altro sussulto d'orgoglio europeo me l'ha dato la fenomenale bambina lituana Meliutyte sui 100 rana, nata nel marzo del '97 (!!), vero e proprio prodigio spuntato dal nulla. O forse non tanto dal nulla, visto che era considerata dagli esperti un prodigio mai visto già da molto tempo ed infatti studia e si allena in Inghilterra a Plymouth.

Passando al basket la prima cosa che mi viene da dire è che è un vero peccato che Argentina-Lituania si sia giocata ad ore impossibili, per cui ho resistito fino a metà del terzo quarto prima di cadere ucciso dal sonno. Visto il risultato finale però penso di essermi perso ben poco di agonisticamente importante, anche se seguire e gustare ogni stilla del basket prodotto dal fenomenale duo (che Dio ce lo conservi ancora per molto tempo, anche se ho paura, ahimè, che la clessidra stia ormai esaurendo la sabbia a disposizione – sono o no poetico?) formato da Ginobili e Scola è sempre uno straordinario balsamo per lenire le brutture che uno deve sorbirsi del basket moderno. Ecco, se uno vuole capire cosa intenda io per basket e per come dovrebbe essere giocato, guardi Scola e Ginobili e capirà in modo quasi didascalico cosa io voglia dire con tanta insistenza e cocciutaggine. Loro due dimostrano che anche oggigiorno si può giocare a basket in modo divino. Ripeto, grazie a loro di esistere. Passando alla partita che ho commentato la prima cosa da dire è che si è svolta esattamente secondo il copione che vi avevo anticipato nell'ultimo post preolimpico. Francia che tiene fino a che Collet non ritiene di dover mettere in campo un quintetto dall' IQ cestistico inesistente, gli americani beccano un paio di tiri da tre, creano il primo break e tutto il resto è tempo dei rifiuti con basket selvaggio da ambo le parti. Borsino dei fenomeni USA: in assoluto vertiginoso rialzo ai miei occhi Paul e Lebron, ambedue al servizio della squadra senza forzare, facendo il necessario nel migliore dei modi. Veramente bravi, soprattutto Lebron che, ora che ha finalmente vinto l'anello, sembra quasi abbia sgombrato la mente dalla pressione e può permettersi di giocare senza dover dimostrare ad ogni pie' sospinto di essere lo chosen one. Stabile Anthony, indisponente durante l'inno e comunque da prendere per quello che è, uno in apparenza stupidotto che ha però un grande istinto per il canestro. Stabile anche Kobe che però da la netta impressione di avere pian piano già imboccato la via del lento declino. Sempre più convincente Love che uno immagina dovesse giocare in Europa sposterebbe probabilmente tutti gli equilibri possibili. Westbrook inguaribile giocatore da campetto, casinista alla massima potenza, Williams senza commento per non incorrere in querele, meglio del previsto Chandler, in ribasso, ahimè, Durant che sembra avere subito un violento attacco di NBA-ite della serie quanto sono forte, mamma quanto sono forte, per cui lasciatemi fare tutto da solo che questi qui me li mangio per colazione. Dove è andata a finire l'implacabile macchina da canestri dei Mondiali che segnava, stoppava e prendeva i rimbalzi e basta? Che cioè giocava semplicemente a basket?