Ovviamente buone feste a tutti. Sarà anche banale e stupido, però solo pensare che sono passati già 15 mesi, dunque più di un anno, da quando ogni tanto scrivo quello che mi pare e piace su questo sito e che pertanto, statistiche alla mano, è volato in un amen un 17.esimo di quanto in media mi resterebbe da rimanere su questa terra mi fa venire un tantino le vertigini. La bella notizia è comunque che si sta avvicinando a grandi passi la nostra sconvention estiva, per cui qualcosa di buono per consolarsi si trova.
Volevo commentare un po' i vostri commenti sulle vicende della Milano cestistica correlata alla presenza o meno di Gallinari, anche per andare contro-contro-corrente e dire che in effetti dalla partenza di Gallinari Milano ci ha solo guadagnato, che a rovinarmi la festa ci si è messo Manuel con un commento che mi ha letteralmente tolto le parole di bocca per cui non avrei assolutamente nulla da aggiungere a quanto da lui detto. Del resto sono le cifre nude e crude, che normalmente mai si verificano a caso, almeno in grande scala, che testimoniano del fatto che, paradossalmente, l' Emporio si è sbarazzato del suo capo più pregiato proprio in extremis per acciuffare le Top 16. Infatti Milano ha cominciato a vincere quando ne è rimasto senza, prima non vinceva mai (in Eurolega, parlo, visto che è l'unico metro di paragone valido, il campionato italiano non facendo storia né statistica). Le ragioni sono già state spiegate nel commento citato sopra: un innesto temporaneo, che si sa che è tale, non può che essere deleterio per qualsiasi economia di squadra, e ciò in modo assolutamente indipendente dal valore dell'innesto stesso, per la semplice ragione che una squadra è un'entità totalmente prevalente su qualsiasi singolo la componga. Uno può fare quel che vuole, ma se gli altri si sentono di superflui nello show della star, non possono nascere mai buone cose. Per esempio, piccole cose: nella partita contro il Partizan Cook sbaglia un'entrata e poi commette il classico fallo di frustrazione che poteva fra l'altro costare carissimo. Uno fa un fallo di frustrazione quando sente l'impegno, quando vuole vincere, non quando non gliene frega niente. Prima, una cosa del genere sarebbe stata impensabile. Milano andava sotto e ci restava con reazioni singole, sconsiderate, quasi menefreghiste. Stavolta no: c'era gente che pure in una partita caotica e tutto sommato giocata male da ambo le squadre che non sono squadre di fenomeni (men che meno il Partizan) anche per l'enorme pressione del risultato a tutti i costi (tiri liberi sbagliati, per esempio) si buttava sulle palle vaganti e cercava in ogni modo di rendersi utile. Guarda caso, in un contesto del genere diventa fondamentale uno come Mason Rocca che da solo dà l'esempio che per forza deve anche trascinare gli altri. E poi in effetti sembra che di colpo, con la partenza di Gallinari, Milano sia diventata un progetto di squadra. Più o meno si vede un quintetto base con Cook, Hairston, Fotsis, Mancinelli e Bouroussis, con cambi per ogni ruolo, con giocatori da scossa (da campetto, come dice Peterson) e con specialisti di impatto. Che per ora facciano anche tanto casino alla ricerca finalmente di un gioco vero di squadra è anche normale, ma personalmente, se fossi tifoso di Milano, ora come ora dormirei sonni molto, ma molto più tranquilli. (Per continuare a leggere cliccare sotto su "leggi tutto")
Sempre parlando di Eurolega le squadre rimaste fuori dalle Top 16 sono, oltre al caso clinico della Caja Laboral, tutte le squadre in veste di vaso di coccio fra vasi di acciaio, per cui la toccata e fuga dei transfughi NBA, almeno per quanto mi riguarda, è come se non fosse avvenuta. Grazie a Dio. Voglio dire insomma che al secondo turno sarebbero comunque approdate quelle che sono approdate e d'ora in poi si ricomincia alla pari. Sempre che Weems rimanga allo Žalgiris, perché se no avreste buon gioco a spernacchiarmi. Ora non mi ricordo, ma mi sembra di sì, nelle Top 16 non si possono incontrare squadre con le quali si è già giocato nel girone, per cui la vedo abbastanza male per Milano e Cantù perché, se la premessa è vera, hanno il 67% di probabilità di capitare nel gruppo o del CSKA o del Barcellona. Meglio forse Milano che, se gli va di lusso, può capitare nel girone del Fenerbahce con grosse possibilità di arrivare ai quarti. Per Siena ovviamente l'obiettivo è di schivare il Real che è secondo me una signora squadra che giocherà ancora meglio senza Rudy ed Ibaka proprio per ragioni analoghe a quanto detto sopra per Milano e nella quale Pablo Laso sta facendo un lavoro straordinario tentando disperatamente, e sembra anche che incredibilmente ci riesca, di trasformare cavallo pazzo Rodriguez in un play vero e se l' impresa gli riesce allora è veramente in una botte di ferro perché Llull può tornare a fare il guastatore senza avere incombenze di regia che non sa neanche cosa sia, mentre il buon Sergio è un talento assolutamente incredibile che, se solo gioca per esempio come fatto a Milano nel secondo tempo, è un valore aggiunto a livello quasi di Teodosić. Per non parlare di Singler che per me è un signor giocatore che soprattutto apprende presto e che sembra quasi un americano di quelli degli anni '80 che un po' stenta ad ambientarsi, ma quando ci riesce diventa molto, ma molto forte.
Sempre parlando di Eurolega, e per finire, vorrei rimarcare come non tutti i mali vengano per nuocere. Parlo ovviamente di Pietro Aradori, lanciato nella mischia a causa delle due devastanti assenze nelle file di Siena (sarebbero tre, ma quella di Lavrinovič nel contesto non conta), e finalmente grande protagonista addirittura contro Barcellona. Un giocatore finalmente che ha fatto la trafila giusta e che con un po' di fortuna è finalmente esploso. Ma, di grazia, non potrebbero avere i nostri coach un po' più di coraggio e lanciare i giovani anche senza queste emergenze? Non è facile, soprattutto perché un giovane lanciato nella mischia con tanti campioni attorno ha comunque difficoltà quasi subconscie nel prendersi le responsabilità necessarie e giuste, ma si può fare. Aradori ha comunque la fortuna di essere a Siena (dove tranquillamente poteva restare Datome che ha molto più talento), società che anche grazie al mio amico Luca Banchi riesce a far progredire i giocatori che si ritrova per le mani. Sono riusciti nell'impresa titanica di insegnare i tiri liberi ad Eze (a proposito, ora dov'è?), sono riusciti a sgrezzare Sato, sono riusciti a far sembrare un giocatore di basket addirittura Raković, ora non è detto che finalmente non possa diventare un giocatore di basket anche Rakočević, il che sarebbe la classica ciliegina sulla torta (l'impresa peraltro è al limite della mission impossible).
Per finire miscellanea: vorrei dire la mia sul famoso tagliafuori e, se interessa, su come lo insegnavo io. Lo dice la parola stessa: per tagliafuori si intende l'azione di mettere il proprio corpo davanti a quello del rimbalzista avversario per essere nella posizione più vantaggiosa per prendere, appunto, l' eventuale rimbalzo. Per fare un tagliafuori corretto bisogna fare alcune cose fondamentali: la prima, che è anche un po' anti-intuitiva, è quella di disinteressarsi della traiettoria del tiro, almeno in una prima fase, fino cioè a tagliafuori completato, per concentrarsi esclusivamente sull'avversario. Il quale, se vuole prendere il rimbalzo, deve ad un dato momento tentare di andare verso il canestro. In quel preciso istante, e solo allora (intelligenza difensiva!) il difensore deve fare un passo robusto nella direzione del movimento dell'attaccante con la gamba interna ed arrivato a contatto perfezionare un giro dorsale per tagliargli la strada (assolutamente senza usare le mani, perché non servono a nulla) e solo allora guardare dove va a finire la palla. Fallo? Certo, se arriva lanciato da metà campo e lo stendiamo tagliandogli la strada è fallo, ma qui stiamo parlando di movimenti in spazi ridottissimi che sono normalmente semplici prese di posizione. Con questo movimento si ottiene, almeno secondo me, lo scopo fondamentale del tagliafuori, che è quello più negletto e raramente riconosciuto, che sarebbe quello di togliere all'attaccante lo slancio per la rincorsa. Se noi saltiamo da fermi e l'altro in corsa è solo normale che lui vada più in alto, per cui lo scopo basilare del tagliafuori è quello di metterci nelle stesse condizioni dinamiche. Ed è solo ovvio che saltando ambedue da fermi prende il pallone chi ha la posizione migliore.
Finisco con un commentino sulla vicenda calcistica delle scommesse. Detto che uno continua a chiedersi perché mai gente che guadagna cifre incredibili continui a fare cose del genere per guadagnare ancora di più, cosa per noi comuni mortali assolutamente incomprensibile e non spiegabile se non con puntate nei meandri più reconditi di psiche totalmente scombinate, di gente con le rotelle del cervello completamente grippate, le vicende lette mi hanno fatto ricordare il nostro primo "vero" coach dello Jadran, quello che lo portò in due anni dalla D alla C-1 (primissimi anni '80). Il suo nome è Jože Splichal (di Novo Mesto, lontane origini boeme, per cui, per favore, leggete Spli-kh-al) e come mestiere parallelo faceva il giornalista. A parte il fatto che diventammo amici al nostro primo incontro, quando alla mia domanda sul perché avesse accettato di venire ad allenare da Novo Mesto a Trieste rispose semplicemente: "Perché mi servono i soldi per il bar che sto aprendo" senza lanciarsi nelle magniloquenti frottole sulle motivazioni nazionali che ci ammannivano gli altri, un giorno mi raccontò che una sua modesta, ma sicura fonte di reddito era il Totocalcio jugoslavo che si giocava su 12 partite. Mi disse: "Io, facendo il giornalista, ho molti contatti, per cui conoscendo le persone giuste e sapendo anche dei trascorsi delle varie squadre, ogni domenica so benissimo chi deve fare vincere chi, per cui almeno otto partite hanno il risultato prefissato e giochi la fissa. Sulle altre metti tre doppie secondo pronostico, mentre sull'ultima puoi anche permetterti di giocare la tripla. E' un sistema strasicuro ed infatti vinco sempre.""Allora prendi ogni domenica un sacco di soldi!""Macché, come lo so io come andranno le partite, così lo sanno tutti, per cui le vincite sono superpopolari ed a pagare sono solo gli ingenui che, come sai, nei Balcani sono molto rari". Per dire che nihil sub sole novi.
Ancora tantissimi auguri a tutti e, sinceramente, di tutto cuore, buone feste.