Caro Guido da Samobor (a proposito, ci vivi o risiedi in Italia?) non occorre certo spingermi per parlare di Giovanni Cernogoraz. Per noi tutti di TV Capodistria la sua vittoria è stato "lo" evento del secolo. Per chi non lo sapesse l'istriano Giovanni Cernogoraz da Cittanova (l'ultima propaggine istriana sul Quieto del mai nato TLT – Territorio Libero di Trieste) è da alcuni anni il già designato in anticipo, praticamente per acclamazione, sportivo dell'anno della minoranza italiana in Slovenia e Croazia. Insomma lui è uno dei "nostri" che più non si potrebbe, vero e proprio sportivo eponimo della nostra missione di emittente radiotelevisiva dedicata alle attività della minoranza italiana nell'ex-Jugoslavia. Ed infatti per chi riesce qualche volta a vedere, magari in streaming, il nostro magazine Zona Sport, a Cernogoraz abbiamo dedicato tutta una serie di servizi, curati dal collega Arden Stancich, prima per presentarlo al nostro pubblico e poi per seguire le sue vicissitudini agonistiche con la sofferta qualificazione alle Olimpiadi, dove volevano a tutti i costi mandare l'altro "vero" croato che poi comunque è arrivato anche lui in finale, dunque scarso, onestamente, non era. Ieri mi sono dunque trovato per la prima volta nella vita a fare un tifo feroce contro un italiano d'Italia per parteggiare spudoratamente per il "nostro" italiano che alla fine ha mostrato un paio di attributi al titanio, infilando 24 piattelli su 25 (con una sola canna – non c'è seconda canna in finale, ragion per cui anche un fenomeno come Diamond ha sbagliato spesso) in finale centrando poi tutti i piattelli nello shoot out, anche l'ultimo super malevolo da destra in allontanamento che l'italiano ha sbagliato. Siamo dunque strafelici ed orgogliosi che un esponente di una sparuta minoranza di gente rimasta a casa dopo le vicissitudini susseguenti alla seconda guerra mondiale che ha causato il massiccio esodo degli italiani di Istria e Fiume (poi strumentalizzato a volte in modo anche ignobile dalla propaganda anti-slava di destra, ma che c'è comunque stato ed è stato un dramma immenso) sia riuscito a far entrare nella storia sportiva nel modo più fulgido possibile se stesso e contemporaneamente tutto un popolo di cui in Italia si parla poco, si denigra quasi (come mai non hanno trovato il coraggio di andarsene?), ma che continua a tenere viva la presenza italiana in territori che sono stati storicamente (e, se lo dice uno di sentimenti sloveni, potete credermi) sempre italiani.
Per il resto continua la saga della testa che comanda a tutto il resto. Ultimo fulgido e tragico esempio l'incartamento su se stessa di Jelena Isinbajeva che è ormai un caso clinico. Uno si immagina quasi le sue sinapsi che si sono ormai inguaribilmente attorcigliate provocando connessioni a caso che alla fine fanno andare in tilt la centralina. Non si può spiegare infatti altrimenti come faccia a perdere contro un'americana che vale almeno 30 centimetri di meno. A proposito di americani vincenti (e con sedere panoramico) che dire della vittoria della squadra di calcio femminile con un gol in pieno recupero del secondo supplementare? Mi sono sempre chiesto se è veramente la fortuna ad aiutare gli audaci, o se semplicemente gli audaci sono tali perché fortunati. Gli audaci sfigati vengono infatti eliminati subito per selezione naturale e di loro non si parla, per cui personalmente propendo al 100% per la seconda ipotesi. Del resto lo stesso Napoleone sceglieva i suoi generali fra quelli dotati di maggior fortuna. Quelli bravi, ma sfortunati, non li prendeva neanche in considerazione.
Sempre in tema di testa Walter ha perfettamente ragione a paragonare l'attuale atteggiamento di Federer a quello di "The Rocket". Non ci avevo pensato, ma ha perfettamente ragione. Sono due casi esattamente analoghi. Per quei pochi che non lo sanno, qui si parla di Ronnie O'Sullivan, straordinario artista dello snooker.
Grazie Edoardo per il richiamo alle foto di Gramellini col suo podio olimpico. A parte che ero spanciato dalle risate a vedere il pirla di sindaco appeso come un salame sulla corda con l'elmetto e la bandierina in mano mentre tentava di fare un'entrata spettacolare, mi è piaciuto tantissimo il commento alla foto del bambino che si avvicina estasiato ad Andy Murray, commento che sputtana in modo perfetto la frase idiota profferita da Grillo sulle Olimpiadi. Cosa dirà ora Grillo sulle immagini quasi strazianti di Felix Sanchez che ritorna dall'inferno degli infortuni a dominare una finale olimpica grazie alla sua classe irraggiungibile da tutti gli altri e che si scioglie in lacrime di fronte alla foto dell'amata nonna che piangeva lacrime di gioia mentre il nipote ascoltava sul podio l'inno? "Se non piangi, di che pianger suoli" (o comunque sia la frase del Conte Ugolino), o Grillo?
Inutile: l'atletica è e rimane la regina delle Olimpiadi ed infatti ieri sera ho guardato le gare dall'inizio alla fine, per cui di basket so solo i risultati e comunque siccome devo commentare in differita questo pomeriggio USA-Argentina meno so, meglio è. Del resto uno più di una cosa alla volta non può vedere. E sarebbe stato delittuoso non vedere i due bambini caraibici dominare i 400 metri con Kirani James che è uno di quei fenomeni che uno si chiede come mai debba nascere proprio su uno scoglio sperduto quale Grenada e non da qualche altra parte, e col giovane dominicano che a 18 anni, ancora mingherlino ed apparentemente innocuo, riesce a correre in 44 basso (ma come ha fatto, secondo che regole biomeccaniche?), vince l'argento e preannuncia un epico periodo di futuri scontri titanici con James in una delle discipline più storiche ed affascinanti dell'atletica.