Era una cosa definita da molto tempo, per cui ero preparato anche per tutte le esperienze del genere già avute in passato, ma comunque una settimana passata in ospedale per un'operazione certamente non complicata, ma più che fastidiosa (per gli esperti si è trattato di un intervento di "riduzione di vasto laparocele xifo-peritoneale"), conseguenza dell'operazione subita cinque anni (quella sì molto più difficile), devo dire che mi ha scombussolato non poco, per cui devo ammettere di aver perso contatto col basket. E neanche voi che mi leggete mi siete stati di molto aiuto, in quanto, leggendo i commenti al mio ultimo post, ho visto che vi siete addentrati in una discussione sofistica su vari figuri che militano nell'NBA dei quali, onestamente, non potrebbe fregarmi di meno, perdendo inesorabilmente contatto con le cose che veramente interessano a me ed, ahimè, lo constato, a ben pochi altri. 
Ciò non toglie comunque che, tornato a casa, non sia riuscito a vedere le partite dell'ultimo turno dell'Eurolega, per cui qualche considerazione sulla massima competizione europea per club, come direbbero i commentatori di una volta, posso anche tentare di farla. Prima di tutto bisogna considerare il fatto che siamo ancora nella prima parte della stagione, nella quale i grossi calibri stanno ancora scaldando i motori e dunque è assolutamente prematuro dire qualcosa su quello che potrà avvenire in primavera. Si può dire però qualcosa sulle squadre italiane, se non altro per tentare di capire che possibilità future possano avere. Per Milano, dopo la catastrofe biellese col Valencia, a dire il vero il futuro sembra sintetizzarsi nella sola partita che rimane della prima fase, per cui si può già fare un bilancio. L'attenuante dell'assenza di Mačiulis e di Petravičius regge senz'altro, anche se pure qui mi sembra che si sia un po' esagerato. (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto")

 

 

Chi più chi meno, tutti lamentano ogni tanto delle assenze, per cui bisogna giocare con chi si ha a disposizione, e non è che Milano sia proprio scarsa di roster. Ciò premesso, guardando Milano giocare sorge sempre spontanea la domanda di serbiana origine su chi beva e chi paghi in quella compagnia. Cioè ci si chiede sempre cosa dovrebbero fare i singoli giocatori in campo. Ci sono Finley e Jabber che praticamente si pestano i piedi, nel senso che giocano ambedue esattamente allo stesso modo, per cui, in soldoni, o gioca uno, o gioca l'altro. E nessuno dei due è un play, detto di sfuggita, ma come già abbiamo avuto modo di constatare, questo ruolo è stato abolito dal basket moderno. Qual è a questo punto il compito di Mordente? E poi c'è Hawkins: qual è il suo ruolo? È quello di terminale strategico? È quello dell'uomo di rottura? È quello del galvanizzatore che esce dalla panchina nei momenti tatticamente importanti? Insomma, cosa dovrebbe fare? E Mancinelli? È sicuramente il miglior passatore degli all around italiani, ha un grande senso del canestro, però alla fine qualcuno dovrebbe decidere se il suo compito è semplicemente quello di segnare lui, di far segnare gli altri, o di essere uno specialista difensivo. Sarebbe molto bello che si decidesse cosa vuole fare da grande. E i rimbalzi chi li prende? Sempre e solo Rocca che ha un metro e 20 e non salta, per quanto sia un genio del basket? Rientra Pečerov che ha 2 e 13 e spara tiri da tre senza senso e soprattutto rimanendo in campo senza che nessuno lo rincorra con un kalašnikov, anche perché due sequoie semoventi dalle movenze robotiche di prima generazione quali Javtokas ed un tale Liščuk hanno continuato indisturbati per tutta la partita a seminare morte e distruzione a rimbalzo, dove appunto avrebbe dovuto esserci il rientrante ucraino. Valencia non è certamente una squadra di fenomeni, però con Pešić in panchina ha dato la netta impressione che ognuno sapesse quale fosse il suo ruolo e cosa ci si aspettasse da lui. E ciò è ampiamente bastato. Non ci si può meravigliare se Milano ha avuto per tutta l'Eurolega continui periodi di alti e bassi con parziali robusti a favore e contro e soprattutto non abbia saputo gestire un finale di partita che fosse uno, salvo il tiro miracoloso di Jabber contro il CSKA, mi pare. In partita arrivano dei momenti in cui bisogna per forza giocare di squadra con gerarchie ben precise: in questo momento lui fa questo, quell'altro fa quello, tira lui, eccetera. Se manca questo ogni finale di partita diventa un'avventura.

Roma: ha avuto il megaculo di giocare nel girone con le due squadre nettamente più scarse di tutta l'Eurolega. Ha avuto il merito non da poco di fare bottino pieno, anche se il tiro di Smith a Bamberg è stato un jolly speso per alcuni dei prossimi decenni. Conosco Matteo Boniciolli da sempre e non è un mistero che attualmente lo ritenga il miglior coach che operi in Italia (essendo Messina all'estero), giudizio condizionato ovviamente dal fatto che è mio concittadino, che è amico mio, ma soprattutto dal fatto che ci siamo abbeverati alle stesse fonti di apprendimento cestistico, per cui ragioniamo all'unisono. Ed allora perché stenti non riesco proprio a capirlo. Forse perché per una volta tanto la ciambella non gli è riuscita col buco. Smith è purtroppo un ex, Washington è il classico giocatore da playground con intelligenza cestistica discutibile (eufemismo), Dašić purtroppo conferma un grosso dubbio che si poteva avere su di lui, nel senso che fuori dal Montenegro e dalla gente che ragiona come lui è un pesce fuor d'acqua mancando, sembra, della necessaria elasticità mentale, rimane come grande acquisto, che però è solo in prestito, il bravissimo Đedović che mi sta sempre più rincuorando sulla mia non del tutto ancora estinta capacità di riconoscere i talenti quando li vedo per la prima volta in azione. Ed in più c'è un altro tarlo che mi rode: sono anni che Matteo mi sta facendo una testa così su come è possibile che un giocatore come Crosariol sia tanto sottovalutato in Italia. Segno che a lui piace molto, secondo me nettamente troppo. Personalmente rimango dell'opinione che prendere Crosariol come giocatore franchigia sia un azzardo senza speranza, buono semmai solamente per una squadra con ambizioni ben inferiori di quelle che può avere la squadra della capitale d'Italia.

Rimane Siena. Che dopo un periodo di assestamento ha ricominciato a macinare. Di loro avremo tutti ancora molto tempo per parlare, per cui basti dire che lì si sa benissimo chi beve e chi paga. McCalebb sta facendo le cose che sa fare e non fa quelle che non sa, per esempio è già un paio di partite che non ricordo che abbia tentato una tripla di tipo strategico, in un momento chiave. Tiri riservati ovviamente a Lavrinovič, a Kaukenas, caso mai a Zisis, perchè no Carraretto o anche Ress o Aradori, Moss sembra finalmente aver capito cosa si vuole da lui e sembra ritornato quello di Teramo, in difesa comanda Stonerook, insomma non c'è un giocatore che stoni. Ed infatti hanno ripreso a vincere e soprattutto a giocar bene. Quello che hanno fatto del Fenerbahce è quasi cosa da clinic.

Insomma, gira e rigira, quando le squadre sono tali, quando le gerarchie funzionano e sono rispettate, si vince, se no normalmente si perde. Il basket è e rimane tutto sommato un gioco semplice. Una piccola postilla: come mai l'Olimpija Lubiana sta andando così bene? Che abbia a che fare col fatto che quando serve il buon vecchio Fragolino segna sempre i canestri decisivi e soprattutto i compagni lo cercano ed hanno fiducia in lui? Riguardatevi i filmati di ambedue le partite con Milano ed analizzate i momenti decisivi di quelle due partite e ditemi chi le ha vinte.