Questa volta penso che faremo notte fonda. E penso che sprizzeranno scintille, visto che si tratta di argomenti molto sentiti sui quali abbiamo tutti opinioni forti, anche se divergenti. Non vedo l’ora. Quando si tratta di discutere, e magari litigare, soprattutto dopo un buon innaffiamento di buona goccia locale (come dicono gli sloveni), io sono normalmente in prima linea. Parlo ovviamente della sconvenscion prossima ventura che si terrà, come detto, sabato 26 con inizio alle canoniche 13 (ufficiali, ma io penso di esserci un’ora prima) presso l’osmica della fattoria Merlak a Dolina-San Dorligo della Valle. Se andate su Google la trovate senza problemi e, visto che avete tutti il navigatore, ci arriverete facilmente. Solo un’indicazione di massima: quando uscite dall’autostrada al Lisert proseguite diritti come fusi, fate la lunga galleria Carso e proseguite sulla GVT (grande viabilità triestina con straordinaria vista sul golfo) fino ad arrivare a fondo valle dove prendete l’uscita per Dolina/Grandi motori di fronte alla grande fabbrica, appunto, della Grandi Motori (Wartsila) che vedete alla vostra sinistra e seguite le indicazioni per Dolina. Salite verso il paese, fate una grande curva a sinistra e siete praticamente arrivati.
Prima di tutto vorrei dire una cosa su un argomento che, spero, non affronteremo, visto che a occhio quelli che ci saremo in merito saremo più o meno tutti d’accordo. Parto dalla lontana dando anch’io in ritardo il mio saluto di benvenuto a Stroppolo a cui vorrei solo chiedere se, visto che è di Vittorio Veneto, è del giro dell’amico Sergio Costantini, per cui magari ci conosciamo già, solo che vuole mantenere l’incognito. Piccola digressione: almeno per quanto riguarda la famiglia di mia madre, triestini puri, il termine “stropoleto” era riservato a una particolarissima categoria di persone, e cioè donne di taglia tascabile, ma dotate di energia debordante e inesauribile. Tanto per dire l’esempio perfetto di stropoleto è Therese Johaug o anche quella che imperversa assieme a Bagatta nelle interviste post partita su Sky. Come vedete si tratta più di un vezzeggiativo che di un diminutivo (che è “tappetto” con connotati anche vagamente spregiativi). Non so se la cosa vale anche altrove per Trieste, per cui chiederò conferma ai miei concittadini. Stroppolo ha fatto un commento nell’ultimo mio post nel quale mi ritrovo in pieno e dunque vi invito a leggerlo. Parlando della mole di informazioni che sta inondando il web con tutta una serie di siti dedicati alla dezinformacija più pura (non per niente il reparto del KGB deputato alla manipolazione dell’informazione, dezinformacija appunto, era quello più temuto e riverito e vi finivano le menti più sottili e perfide) lui dice che ormai non vi fa più caso visto che sono totalmente inutili e fuorvianti. E’ esattamente quello che faccio anch’io, per cui chiedo scusa a Stefano se lascio che anche sul mio blog vengano postati link che riportano a questo cancro della società, che è sempre esistito, ma che oggigiorno è sempre più pericoloso e pernicioso proprio per la tecnologia che permette che si espanda come una terribile metastasi. Succede semplicemente che so che esistono, ma non avendo la minima voglia di verificare cosa dicono, non ho neppure la minima intenzione di verificare di persona per cancellarli.
Ho lavorato per 50 anni in TV e so benissimo cosa possano fare i media per far passare come verosimili informazioni che non stanno semplicemente né in cielo né in terra per semplicissime ragioni di buon senso. Informazioni poi che la gente meno ferrata culturalmente può tranquillamente assorbire come fossero vere. Un tale Goebbels ne sapeva qualcosa. Non dimenticate che per i miei primi 19 anni di carriera la mia TV era una TV di regime, per cui so di cosa parlo. Per fortuna lo sport è questione di metri e secondi nonché di gol o punti segnati, per cui più di tanto non è manipolabile (a parte ginnastica o tuffi o pattinaggio, sport cioè nei quali decidono i punteggi dei giudici, sport che infatti, guarda caso, non mi interessano), cosa che mi ha salvato, sia la carriera che la coscienza. Se la TV può far passare per verosimili documentari (?) demenziali come quelli che ho visto su Voyager tempo fa nei quali si affermava che Elvis era ancora vivo o Paul McCartney sicuramente morto, immaginarsi cosa possa fare un sito web che non deve neanche più di tanto preoccuparsi di giustificare le sue affermazioni con immagini o filmati (che comunque, lo ricordo, la tecnologia moderna può manipolare come meglio crede). Purtroppo però la gente in generale non lo sa, e pensa che basti citare qualche mezza verità (senza rigorosamente menzionare l’altra metà perché rovinerebbe tutto) mescolandola con qualche allusione a qualche altra mezza verità (del tipo si dice…pare che alcune ricerche riportino…il tale ha le prove che…) per mettere in piedi ipotesi che sono del tutto in contrasto con quanto un minimo di buon senso e di ragionamento portano a credere. E il brutto di tutto ciò è che la gente che crede a ‘ste stronzate è totalmente refrattaria ad ascoltare quanto la scienza più pura dice e afferma. Sì, perché la scienza è una cosa occulta, in mano a Spectre mondiali che manipolano la mentalità della gente, è tutto un complotto, eccetera. Vagli a spiegare che dire che due più due fa quattro è dire semplicemente la verità. No, non è vero, è tutto un complotto. Giuro che non riuscirò mai a capire secondo quale contorto percorso mentale alcuni, purtroppo sembra oggigiorno che sia la maggioranza della gente, possano cercare complotti esattamente dove non ci sono (la scienza dice quello che è e non quello che certi vorrebbero che fosse) e non si chieda mai, neanche per sbaglio, se per caso il complotto non sia ordito da quelli che tentano di convincerli che il sole è di colore verde e non giallo.
Dove penso invece che la discussione sarà molto animata sarà sul tema della diversità. Qualche giorno fa Tommaso, andando a lavorare, ha fatto tappa a Opicina e abbiamo bevuto qualcosa assieme al bar del Prosvetni facendo una lunga e bellissima chiacchierata. Parlando del tema, sul quale ci siamo trovati perfettamente d’accordo, a un dato momento è uscito con un’affermazione molto acuta che sottoscrivo in pieno: “Non è che per combattere il razzismo ci siamo adagiati in un cliché di “ugualismo” altrettanto sterile?”. Perfetto. Secondo me è verissimo ed è proprio questo il punto. Ho letto un lunghissimo pezzo postato da Stefano nel quale si scomodano scienziati di gran nome a spiegare come il cervello di uomini e donne sia ugualmente capace e come alcune professioni più frequentate da uno dei due sessi siano condizionate da comportamenti culturali. Ottimo. E allora? Onestamente chi se ne frega. Tanto più per uno come me, che in casa ha sempre avuto il fissato della matematica in mamma e il cultore delle scienze umanistiche, a cui della matematica non fregava un tubo, nel papà e che poi a scuola, per 13 anni, ha avuto come insegnanti di matematica e fisica esclusivamente femmine (tutte bravissime, fra l’altro, e infatti era la materia che di gran lunga preferivo). Non è questo il punto, il punto focale è tutto un altro e l’ho già detto nel precedente post, ma evidentemente nessuno ci ha fatto caso. Lo ripeto: il problema è che, nei nostri (non miei, grazie alle mie origini di “diverso” a Trieste) schemi mentali ammettere le differenze comporta una specie di graduatoria di merito. Che in realtà non esiste ed è semplicemente frutto dei nostri condizionamenti e pregiudizi. Fra diversità e merito la correlazione è esattamente zero e le due cose non sono collegate in nessun modo. La cosa fa sì che, inavvertitamente, per non fare questa correlazione, ripeto, del tutto inesistente, ci si prova a convincere che le differenze non esistano. Basta fare l’esempio della dicitura, politicamente tanto corretta quanto profondamente ipocrita, del “diversamente abile” per indicare un handicappato fisico. Come può essere “diversamente” abile se è su una sedia a rotelle? E’ semplicemente fisicamente disabile, possiamo essere politicamente corretti quanto vogliamo, ma la verità non cambia. Come un non vedente sarà sempre cieco o un non udente sarà sempre sordo. Ripeto: e allora? Ray Charles e Stevie Wonder erano ciechi, ma hanno composto e suonato musica sublime. Beethoven era sordo come una campana, ma da sordo ha scritto il più alto e insuperabile componimento musicale mai scritto, la Nona sinfonia. Stephen Hawking era un ammasso di carne immobile, ma è stato lo scienziato più importante della seconda metà del 20esimo secolo, e non di tutto il secolo solamente perché nella prima metà ha vissuto e operato un tale Albert Einstein.
Insomma quello che voglio dire è che, prima capiremo che le differenze esistono e rendono fantastico e vario questo mondo proprio perché esistono, prima ci libereremo da tutte le pastoie tutto sommato stupide di correttezza politica mal capita e espressa, quella che con un magnifico neologismo Tommaso ha definito “ugualismo”. Anzi, sono convinto che studiare e tentare di capire queste differenze e perché rendano il mondo vario, bello e perché soprattutto lo facciano progredire, sia un compito affascinante che solamente uno che ha la mente sgombra dalla mefitica equazione diversità uguale differenza può intraprendere. Entrare nel mondo di una persona cieca e capire cosa questo handicap comporti in termine di sviluppi cognitivi e emotivi particolari che possano renderla speciale e di straordinario aiuto o conforto per l’umanità, o studiare gli effetti sul carattere che possa avere un handicap fisico tipo paraplegia e cosa a sua volta questo possa portare in termini di forgiatura del carattere e nell’esplorare tutto un universo nuovo che prima non ci si immaginava neppure esistesse, e lo splendido esempio di Alex Zanardi sembra indicare la strada maestra per poterlo fare con cognizione di causa, sono sicuro che sia un’impresa magnifica, tutta da esplorare. Chissà, forse un giorno si riuscirà a abbattere anche l’ultimo tabu della nostra civiltà, e riusciremo a studiare seriamente i possibili vantaggi per l’umanità che può apportare una persona omosessuale o di orientamento sessuale comunque non maggioritario, e ciò proprio perché tale. Ma forse è sperare troppo.
Per finire questo tema ritornando a cose più pedestri vorrei comunque affermare che, qualsiasi cosa voi possiate dire, se avrò bisogno di qualcuno che mi sposti sacchi di cemento o massi prenderò tutta la vita una squadra di maschi, se avrò bisogno invece di qualcuno che mi cucia a mano vestiti da sposa o faccia ornamenti di trine prenderò sempre una squadra di femmine. Che volete, sono fatto così.
Finendo con il basket, e con cose dunque futili rispetto ai massimi sistemi sfiorati sopra, va da sé che quanto ho scritto nel post precedente lo ribadisco e confermo, tanto più che alla mia spiegazione avete obiettato con tutta una serie di cliché preconfezionati che non mi hanno impressionato affatto, per cui, a mo’ di apologo, vorrei riportare per finire quanto lessi tempo fa sull’Equipe magazine in una lunghissima e meravigliosa intervista che fecero a Sir Alex Ferguson. Gli chiesero cosa ne pensasse della fatica che fanno i giocatori e dello stress a cui sono sottoposti e rispose più o meno così: “Ci fu un periodo in cui i miei giocatori si lamentavano perché erano mentalmente esausti e non ce la facevano più. Dissi loro che l’allenamento del giorno dopo sarebbe stato alle 4 e mezza del mattino. Mi guardarono attoniti, ma confermai che l’indomani li volevo tutti in sede a quell’ora. Il giorno dopo li portai con un furgone al porto di Liverpool perché vedessero il lavoro che facevano gli scaricatori e dissi loro: “Ragazzi, questi qui sì che lavorano sul serio e malgrado si spacchino ogni giorno la schiena riescono a portare a casa a malapena i soldi che permettono alla loro famiglia di sopravvivere. Che coraggio potete avere per dire che siete stanchi perché siete pagati profumatamente per un lavoro che non è neanche tale, ma una cosa che avete cominciato a fare per divertimento? Il primo di voi che d’ora in poi si lamenterà per lo stress può anche fare le valigie e togliere il disturbo.” Capirono l’antifona e da quel momento in poi dettero pace.”
Come vedete sabato prossimo avremo di che discutere, per cui non vedo l’ora, come già detto. A proposito di discussioni avrei una preghiera da fare. Llandre e Cicciobruttino, per favore, se avete da dibattere su temi che per il sottoscritto quale tenutario del blog sono all’esatto contrario dello spettro dei suoi interessi perché sono cose che non potrebbero fregargli di meno e che soprattutto non capisce (l’unica cosa che capisco è che il Grande Fratello ci controllerà sempre e comunque), fatelo in privato. Grazie.