Pensavo di aver già detto la mia in modo definitivo sulla questione dello sport femminile e di come viene visto e valutato, anche in termini commerciali. Visto che però sono stato tirato in ballo con una mia citazione al tempo molto pertinente al discorso che stavo facendo e che ovviamente difendo con tutte le mie forze, ma che fuori dal contesto è stata completamente fraintesa (Franz, il personaggio che ci capisce poco è esattamente il sottoscritto) penso che devo mettere i puntini sulle i e chiarire e spiegare quale sia esattamente la mia opinione, ma soprattutto quali siano secondo me i punti chiave della questione. Punti che sono, secondo me (a parte, a giudicare dai commenti, Pado e Boki che centrano perfettamente il problema e con i quali sono totalmente d’accordo) non colti dalla maggior parte dei commentatori che si focalizzano su questioni non pertinenti, almeno dal mio punto di vista. Dopo questo pezzo sulla questione taccerò per sempre.

Mi scuso con tutti voi per il colpevole ritardo con il quale mi faccio nuovamente vivo, ma in questi ultimi tempi ero abbastanza impegnato con la stesura di un capitolo importante del nuovo libro. Poi ci sono state le feste e dunque solo ora posso ringraziare tutti coloro che sono stati a Latisana per la celebrazione del nostro ultimo pranzacolo, e soprattutto ringrazio le nuove “entry” che spero si siano divertite, ma che soprattutto abbiano colto lo spirito di questi incontri. Ovviamente, anche se in ritardo, un sincero augurio di buon anno a tutti, sperando di rivederci e di divertirci in tante altre sconvenscion.

In campo sportivo devo ammettere che in questo periodo seguo molto gli sport invernali che, lo confesso, mi piacciono molto tutti, per cui per quanto riguarda il basket ho dato ogni tanto qualche occhiata alle varie partite di Eurolega, ovviamente, visto che sull’NBA mi sembra inutile parlare, tanto è insulsa (e infatti, quando una squadra gioca in modo passabilmente umano, Stefano si esalta – questione a mio avviso di prospettiva), mentre il campionato è, inutile dirlo, quello che è, ma è soprattutto inascoltabile per il sottoscritto a causa delle telecronache su Eurosport che gli appaiono dozzinali, banali con sottolineature bizzarre di esaltazione del tutto fuori posto in un contesto normalmente di galline impazzite che corrono su e giù per il campo senza un apparente scopo. E più si scatenano in robe quasi esilaranti se non fossero tragiche, più i vari commentatori di turno si esaltano. Quando seguo quelle partite mi sento totalmente estraniato, confinato quasi in un universo parallelo che sembra una parodia di quello reale, per cui provo un vero e proprio senso di fastidio fisico e non posso più guardare.

Solo un intermezzo per lanciare la sconvenscion del prossimo 9 dicembre. L’altro giorno parlavo al telefono con Walter Wf2 e ho subito accettato la sua proposta. L’idea è che siamo di inverno, periodo nel quale stare al chiuso in un agriturismo o osmica qualsiasi è uguale dappertutto, per cui organizzare un evento in un luogo pressoché inaccessibile vale la pena farlo d’estate, ma d’inverno si corre magari il rischio di dover percorrere sentieri innevati o ghiacciati, per vui, visto che abbiamo già una specie di postazione in piena pianura e molto più facile da raggiungere per chi viene da fuori abbiamo deciso di trovarci a Latisana all’Agriturismo Zaglia, dove siamo già stati d’estate, luogo dove si mangia e beve in modo eccellente e dove la gente è molto cortese e ospitale.

Dopo la proposta dell’altra volta sulla sconvenscion d’inverno i primi commenti sono stati di Roda e Lofoten che hanno confermato che potrebbero essere presenti. Già questo mi è bastato, visto che non ci vediamo da tanto tempo, per cui è ufficiale: sconvenscion il 9 di dicembre alla solita ora in luogo da destinarsi e di cui sarete ovviamente informati in tempo.

Oggi non vorrei parlare di basket, se non per dire che sono ovviamente totalmente in disaccordo con l’analisi di Llandre che è stato evidentemente risucchiato dallo spirito del tempo che è sempre più comprensivo nei confronti dei lavativi tout court che sono tenuti in bambagia e rispolverati quando devono fare soldi per poi essere con cura rimessi nel bozzolo nel quale sono normalmente racchiusi. Ha 19 anni ed è fragile? Semplice, cambi sport.  Nel basket puoi essere anche 2 e 50, ma se non corri dietro al pallone e hai paura di ogni piccolo contatto perché potresti farti un po’ di bua non sei utile. Non ho potuto non fare a meno di tornare indietro di 60 anni quasi, quando vidi per la prima volta Krešo Ćosić che aveva 16 anni, quasi 2 metri e 10 ed era poco più di uno scheletro rivestito. Lo buttarono nella mischia e lui non si tirò certamente indietro. Wemba ha 20 anni? Alla stessa sua età Ćosić fu decisivo quale centro titolare della Jugoslavia alle Olimpiadi di Città del Messico per la conquista della medaglia d’argento. Ma di cosa stiamo parlando? Fatemi un favore. Se sei veramente bravo e entrerai nella storia non puoi avere paura della battaglia e di farti male. Prendere botte (e imparare a darle) è una cosa totalmente imprescindibile per la crescita di qualsiasi atleta di qualsiasi sport. La strada verso il successo non è lastricata di sole rose, ma anche di tanti alti e bassi che sono sempre tappe fondamentali in ogni processo di crescita.

Ho guardato poco fa quando ho scritto l’ultimo pezzo e ho scoperto con raccapriccio che è stato più di un mese fa. Devo confessare che la cosa mi ha sconvolto, in quanto mi pareva che fosse ieri. Il tempo è veramente volato, cosa che alla mia età è ancora più inquietante. Almeno avessi avuto tanto da fare, ma per la maggior parte di questo tempo sono stato tranquillamente a casa. In realtà qualcosa ho fatto: ho scritto altri tre capitoli del mio nuovo libro arrivando con la storia della nostra redazione fino agli inizi degli anni ’80 e reputo quindi di essere circa a metà lavoro. Devo dire anche che mi sono divertito a scrivere e penso che il passaggio sugli inizi del nostro studio off con le pantigane sepolte (episodio che avete sicuramente sentito se avete ascoltato l’intervista che mi ha fatto Martina Napolitano) sia anche ben riuscito.

Certo che me ne avete dati di argomenti sui quali scrivere e commentare. Dalle discussioni su regole burocratiche, e come tali incomprensibili, con le quali lo sport europeo combatte battaglie perse in partenza contro la globalizzazione mondiale, ma soprattutto contro il fenomeno epocale della nuova migrazione dei popoli, alle discussioni di alta filosofia sul senso e il valore che hanno le squadre nazionali, appunto, nella logica di cui sopra. Con in mezzo anche commenti e riferimenti all’incredibile messe di competizioni sportive che ci sono state in questo finale di estate.

Penso che uno dei compiti che spetti a chi provoca e coordina queste discussioni sia anche e soprattutto quello di tirare alla fine le fila delle discussioni per provare a trovare una sintesi che aiuti in tempi successivi a salire di livello nelle discussioni stesse.

Penso che alla fine, dopo il profluvio dei commenti che avete postato e dei quali vi ringrazio (ho apprezzato molto le sintesi di manuel che è stato sicuramente, a mio avviso, il più obiettivo di tutti e dunque sono stato in disaccordo con i suoi commenti magari su qualche dettaglio, ma mai sull’impianto generale), sia giunto il momento di dire magari anche la mia sui Mondiali appena finiti. Mi scuso per il ritardo, ma ero impegnato anche  con la mia rubrica sul Primorski dnevnik e in più proprio in questo periodo ho avuto in una sola settimana ben tre serate di presentazione (Llandre, ti è piaciuto l’aneddoto sul pattinaggio veloce?).

Comincio con una cosa molto semplice e cioè con la traduzione del mio ultimo pezzo di commento apparso oggi (12/9) sul Primorski, nel quale penso di aver fatto una buona sintesi dell’ultima giornata. Spero che il mio amico Jan, responsabile dello sport del giornale, non mi denunci per plagio, ma penso che siamo abbastanza amici perché non lo faccia, tanto più che, oltre a citare la fonte, questa mia traduzione apparirà quando l’articolo sarà già del giornale del giorno prima. Allora: