Visto che la discussione si sta avviando proprio come piace a me, vorrei per continuare mettere in campo un altro argomento, o meglio, secondo me, "lo" argomento attorno al quale stiamo già girando da tempo senza averlo mai preso per il petto e messo i paletti giusti.

Per rendere le cose chiare prendiamo subito un esempio: Siena di questi ultimi anni. Avete in mente Siena e come gioca(va)? Penso proprio di sì. Allora immaginatevi che al posto di Pianigiani, draftato dalla nazionale, fosse arrivato lo scorso anno un nuovo coach che avesse fatto giocare la squadra in questo modo: prima palla obbligatoria a Domercant o Sato che chiama i giochi o comunque sceglie l'attacco da fare, mentre McIntyre prova a sfruttare i blocchi per tirare da tre. Sotto canestro Lavrinovič o Stonerook piazzano i blocchi ciechi mentre Eze va a fare i pick and roll e decide, dopo che la difesa avversaria si è palesata, se effettuare il taglio a canestro, fare il pick and pop od eventualmente allungare il triangolo. Primo cambio per Sato o Domercant Carraretto, primo cambio per Eze Ress.

Cosa pensereste di un coach del genere? Che è un mentecatto da rinchiudere e gettare via la chiave? Avreste perfettamente ragione. Perchè è ovvio anche ad un laico che Siena aveva due giocatori che avevano in mano la squadra, che dettavano i ritmi sia offensivi che difensivi, che gestivano in definitiva il gioco con gli altri che eseguivano. Inutile offendere la vostra intelligenza specificando che si trattava di McIntyre e Stonerook. E perchè succedeva questo? Perchè erano pagati meglio o erano i nipoti di Minucci? No, semplicemente perchè erano i più capaci nel farlo, nel fare cioè ciò che in ogni gruppo di persone qualcuno deve pur fare, comandare. Non si tratta qui di gerarchie di merito. Anche nel curling c'è lo skipper, quello che tira le ultime due pietre (perchè poi le chiamano stone, visto che c'è una perfetta traduzione italiana?) e che assolutamente non è detto che sia il giocatore migliore, però è quello che meglio degli altri vede e mette in pratica le strategie da adottare. (Per continuare clicca su "leggi tutto")

Non c'è in nessuna attività umana la possibilità che un gruppo funzioni senza lo stabilire una linea di comando, esecuzione e responsabilità. Un'affermazione questa, penso, del tutto inconfutabile. Ed allora perchè, di grazia, si sentono allenatori dire baggianate colossali, tipo "nella mia squadra tutti i giocatori sono ugualmente importanti", "non ci sono gerarchie stabilite, di volta in volta mi affido a chi in quel momento è più in forma" eccetera? Perchè non stanno zitti?

Forse perchè così si lavano pilatescamente le mani, perchè quando la squadra va nel casino più incontrollato possano poi dire: "i giocatori non hanno seguito i miei precetti ed hanno dimenticato il piano partita".

Affidare il comando della squadra ai giocatori più capaci di comandare, cioè in breve a coloro che poi, a carriera finita, saranno sicuramente degli ottimi coach perchè comprendono il basket, talento questo più raro e prezioso che ci sia e sempre più misconosciuto, è difficile, perchè presuppone doti che nessun corso ti darà mai (anzi, semmai, se le avevi in piccola quantità prima, a corso finito sicuramente non ce le avrai più perchè ti avranno fatto lavaggi del cervello tali, imbonendoti di nozioni irrilevanti, che avrai ormai perso la bussola), e cioè le capacità di valutare gli uomini prima che i giocatori, dote questa che presuppone nel coach stesso capacità di comando fuori dal comune. Capacità, ripeto, che nessun corso ti dà per quanti masters di management tu abbia.

Per non volare troppo alti ritorno all'esempio: Collet con la Francia ha fatto esattamente come il coach mentecatto descritto prima per Siena: ha giudicato i giocatori alla rovescia affidando la squadra a quelli che proprio non hanno capacità di comandare. Non si tratta di vedere se uno è play, guardia, o tre, o quattro e tre quarti o 2 coseno di psi. Si tratta di vedere se capisce il gioco o meno. Non c'è in Italia giocatore più brutto da vedersi di Mason Rocca, ma contemporaneamente non c'è di gran lunga in Italia nessuno che ne capisca di più di basket. Ora, timidamente, se ho in squadra Rocca, in campo comanda lui. Punto e basta. Gli altri faranno i canestri, ma se sarà lui a dirigere il complesso ne segneranno molti di più perchè tutta la squadra giocherà meglio. La grande Ignis aveva un play, Ossola, che segnava due canestri all'anno: uno per Pasqua ed uno per Natale. Eppure chiedete ai vari Meneghin, Bisson, Rusconi, Zanatta, se e come li faceva giocare e quanti dei loro canestri erano merito suo.

In definitiva quelli che chiamo imbecilli cestistici non è affatto detto che siano pessimi giocatori di basket, anzi, tornando a Siena Sato (che peraltro è infinitamente meno imbecille di Diaw) era un giocatore imprescindibile per il gioco sia di attacco che di difesa, però entro sicuri limiti sia di compiti che di responsabilità. Tornando alla Francia sono sicuro che De Colo possa essere un ottimo realizzatore ed anche, perchè no, un ottimo giocatore da ultimo passaggio, ma, per amor di Dio, non pretenda di giocare play. Fra l'altro leggendo i commenti vedo che non avete grande fiducia in Albicy. Neanch'io ne ho, non per colpa sua, poverino, ma perchè e francese e dunque riusciranno in breve a rincoglionirlo. Sono riusciti in quest'impresa anche per l'unico vero protoplay che avevano, Gomis. Che infatti è sparito. Parker? Domanda di riserva, per favore.

PS: su Vujačič perfettamente, entusiasticamente d'accordo, però era tanto per dire la frase ad effetto. Chiarimento: Preldžić e Begić sono ambedue passaportati e fra l'altro Preldžić, che ha fatto tutta la trafila delle giovanili slovene (oltre ad aver giocato al preolimpico di Atene), ora si è messo in testa che vuole giocare per la Bosnia, cosa che ovviamente non può fare.