Trasecolo. Secondo me alcuni di voi sono fuori di testa. Ho letto con sorda rabbia quanto avete scritto su Dončić prima della partita e mi sono fatto un’idea sul perché possa essere tanto odiato, ma non ve la dico. Penso che sia totalmente inutile tentare di dirvi che è una bravissima persona e che i suoi compagni lo portano in palmo di mano ringraziando ogni momento la sorte che ha dato loro la possibilità di giocare assieme a uno che ha in mente un solo obiettivo, che è quello di vincere la partita. Penso sia inutile dire che il gruppo è palesemente molto unito e che ognuno in campo dà l’anima per ottenere un risultato storico e molto probabilmente irripetibile. Non ha importanza, tanto non mi credete. Per questo sono anche stato zitto, pur roso da una rabbia sorda, in quanto il povero ragazzo tutto questo livore assolutamente non lo merita. E’ forte e sa di esserlo, vorrebbe essere tutelato dagli arbitri come lo è gente molto meno forte di lui (ma non è di un Paese che politicamente non conta nulla), ha i coglioni pieni che possano picchiarlo impuniti per tutta la partita e alla fine tenta di farlo capire, esagerando sicuramente anche perché non è Neymar e non lo sa fare tanto bene quanto i latini, ma per il resto cosa c…o volete che faccia di più oltre che a portare la Slovenia a un punto da un paradiso totalmente improponibile per una squadra che senza di lui ha avuto nelle varie finestre FIBA enormi difficoltà a battere Austria, Ungheria e accozzaglie simili? Non so spiegarmi tutto questo livore se non con richiami psicologici che non mi appartengono, ma che comunque penso di intuire.

Dopo aver spaccato praticamente tutto quello che avevo da spaccare e aver richiamato dall’Empireo praticamente tutta la sfera di Cherubini e Serafini mi sono almeno consolato col fatto che mi pareva lampante che finalmente, mi son detto, la smetteranno con questa cazzata che Dončić gioca da solo, che tutto ruota attorno a lui e gli altri stanno a guardare e puttanate del genere. Lo marcano in due, a volte tre, bravi fra l’altro, a differenza dei tedeschi gente che sa anche difendere benissimo e non solo picchiare, prova ogni tanto a tirare, ma con tanta gente addosso segnare è difficile, per cui attende che gli arrivino tutti addosso per scaricare all’uomo giusto che è solo in una piazza d’armi e che in tutte le altre partite la metteva, ma contro i francesi no. Non ha trovato nessuno che fosse in giornata e allora cosa altro poteva fare, di grazia? Cominciare a fare il Westbrook o il Harden? Almeno così avreste avuto qualche ragione nel criticarlo. Fra l’altro non riesco a capire perché per ogni altro giocatore al mondo, se non segna è perché la difesa lo ha limitato togliendogli tutti i tiri facili, mentre Luka dovrebbe segnare ogni volta, anche quando lo marcano in tre? Ripeto, proprio non riesco a spiegarmi questo atteggiamento, questa palese negazione di una realtà solare e palpabile, ovvia per ognuno che non sia accecato da pregiudizi radicati in qualche parte nascosta della psiche (forse perché ha avuto l’ardire di nascere in un piccolo lembo di terra europea, in uno sputo sulla carta geografica che non appartiene a nessuna delle grandi e nobili nazioni del nostro continente?), che cioè, come per ogni altro essere umano che gioca a basket, quando la squadra avversaria si concentra tutta su di lui fare il fenomeno, oltre che essere deleterio, non serve, ma soprattutto non riesce. Non si può. Non te lo lasciano fare, se no perché sarebbero in campo?

Poi leggo che ha fatto passaggi strani e forzati che non avrebbe dovuto fare. E mi cadono le palle. Uno che fa 18 assist, ripeto DICIOTTO assist (e en passant è il terzo giocatore della storia olimpica a completare una tripla doppia in una partita), potrà a volte sbagliare qualche palla? La cazzata è fare passaggi difficili che, in caso di riuscita, non portano ad alcun vantaggio, per cui sono rischi inutili, mentre un passaggio che non va a buon fine, ma che in caso di riuscita sarebbe stato vincente è sempre un buon passaggio che semplicemente non è riuscito. Capita. Ma perché Luka dovrebbe fare solo assist vincenti e non sbagliare mai? E non può essere che, come spesso succede, il passaggio non riesca semplicemente perché è troppo intelligente e il compagno non ci arriva a capire che era meglio se stava attento o che era meglio se tagliava dove doveva?

L’apoteosi è stata l’ultima azione. Mi avete detto che ci sono dei totali mentecatti decerebrati che dicono che avrebbe dovuto prendersi lui la responsabilità dell’ultimo tiro. Perché, di grazia?? Per apparire meglio sul giornale? Questa sì che è la mentalità NBA che io personalmente tanto aborro, per meglio odio con tutto il mio cuore e la mia anima. Io sono stato allenatore e l’unica cosa che volevo era vincere. Chi faceva l’ultimo tiro non mi fregava un tubo, volevo solo che l’ultimo tiro fosse preso bene. Ora, a parte che Dončić nell’azione prima, sul meno quattro, era stato geniale nel trovare l’unico che poteva segnare, avendolo fatto in passato, cioè Prepelič, cosa che ha fatto, poi nell’ultima azione è stato semplicemente sublime. Ha tenuto la palla esattamente il tempo necessario, neanche avesse un cronometro in testa, ha tirato tutta la difesa su di lui e ha scaricato la palla nuovamente all’uomo di cui in quel momento si fidava di più, l’unico che gli desse qualche garanzia, che infatti ha ricevuto la palla e si è infilato in un ampio corridoio per il layup scoccato a un secondo dalla fine, cioè al decimo di secondo nel momento più giusto possibile. E’ successo che Prepelič semplicemente non si è accorto che aveva dietro di sé in posizione di stoppata Batum e si è allargato troppo permettendo al francese di stopparlo. Più che arrestarsi e tirare secondo me il buon Klemen avrebbe dovuto coprire il layup con il corpo andando più verso il centro magari rallentando un momento per togliere lo slancio a Batum (come avrebbero fatto Kičanović o Delibašić) e segnare, o magari subire fallo, perché nessuno può stoppare da dietro senza tamponarti. Tutto qui. Però nessuno può negare che Batum abbia fatto una straordinaria giocata alla quale bisogna fare tanto di cappello. Malgrado il lancinante dolore provato ho applaudito l’azione, perché è stata giocata in modo, ripeto, sublime, ed era da tempo (dai tempi di Kukoč) che non vedevo giocare da un play qualsiasi un’ultima azione in modo talmente lucido e intelligente. E poi leggo che avrebbe dovuto tirare lui. Allora dico che siete totalmente fuori di testa. Basta. Fermate il mondo. Voglio scendere. Già sono incazzato come una iena per aver perso una partita vincibile. Poi arrivate voi con questi deliri. Non ne posso più. Vado a buttarmi dal balcone (primo piano comunque – non occorre che chiamiate il 118).

PS A questo punto, a coglioni ormai sparsi per la casa e che non ritrovo più, ho smesso di parlare di basket, almeno per un po’. Almeno fino a che qualcuno di voi non rinsavisce.