La fiducia è sicuramente una gran bella cosa e la speranza è l’ultima a morire, come dicono. Certo è che ce ne vuole di enorme, di fiducia, e sconfinata, di speranza, per pensare che l’Italia che abbiamo visto nelle prime due giornate di questo Europeo possa andare agli ottavi di finale. Onestamente quello che ha detto qualcuno di voi che mi leggete sul fatto che sia la Spagna che soprattutto la Germania, per non parlare della Serbia, siano battibili e che ce la si possa ancora fare mi sembrano il classico “wishful thinking”. Qualcuno ha detto che Serbia-Germania è stata una brutta partita, giocata male. Alla faccia! A me è sembrata una grande partita con i tedeschi che hanno fatto il possibile e che la Serbia non abbia affatto giocato con la puzza sotto il naso, ma che, stante la giornata catastrofica al tiro, abbia dovuto tirare fuori tutti gli attributi per portare a casa il risultato. Nowitzki ha fatto esattamente tutto quello che da un veterano del basket al massimo livello, giunto nei pressi del capolinea, si possa pretendere. Non ha forzato, ha giocato per la squadra, si è fatto sentire in panchina, alla fine ha avuto la lucidità di riaprire per Schaffartzik per la tripla che, magata di Bijelica a parte, aveva praticamente portato i tedeschi al supplementare.

 

Ma mettiamo pure che Serbia-Germania sia stata una partita giocata male (ripeto, cosa che ritengo totalmente falsa). Ma avete visto la Spagna contro “mamma li turchi”? Meglio. Così forse continuerete a credere che l’Italia sabato abbia perso contro uno squadrone. Ma soprattutto avete visto l’Italia contro una squadra che somiglia tanto a quella che allenavo io, formata da due play, nove guardie e un’ala piccola?  Ai miei tempi, quando il basket era ancora pallacanestro e si facevano cose stupide che oggigiorno non vengono neanche prese in considerazione, le squadre avversarie che giocavano contro di noi mettevano per primissima cosa il più lungo che avevano nei pressi del canestro, davano sempre la palla a lui che ovviamente non si sognava neppure di mettersela bassa, ma la teneva alta per impedire ai nostri piccoletti di raggiungerla, si girava e tirava indisturbato a canestro dall’alto della spropositata differenza di statura. Se per caso sbagliava, andava a rimbalzo, come del resto ci andavano anche tutti gli altri quattro, e, vista la schiacciante differenza di statura, prima o poi, al terzo o quarto tiro, la mettevano implacabilmente dentro. Per quanto mi sia sempre sopravvalutato considerandomi uno che capisce qualcosa di basket, contro questa tattica avversaria sono stato sempre totalmente inerme e l’ho subita per tutta la carriera senza riuscire mai a trovare contromisure valide (e soprattutto legali: il trucco di salire con il tacco sul piede dell’avversario per impedirgli di saltare o cacciargli il gomito nel plesso al momento giusto, quando stava per alzare le braccia, o tanti altri trucchetti disperati che qui non vi sto a elencare non li considero, visto che sono, appunto, illegali: però fintanto che l’arbitro non vede…certo, ai miei tempi gli avversari, più prestanti fisicamente, non erano scemi, e se gli piazzavi un trucchetto del genere, la prossima volta che ti trovavi in attacco chissà come rimanevi di colpo senza denti). Non dubito che oggigiorno le contromisure le abbiano trovate, però almeno provarci…se non altro per vedere l’effetto che fa. E invece niente: torrone menato fino all’esaurimento giocando continui pick and roll senza senso, in quanto il pick and roll serve come fine primario per far tagliare il lungo a canestro facendogli ricevere la palla in movimento (cosa che gli azzurri, evidentemente per contratto, hanno deciso di non fare mai) o come fine secondario per creare un mismatch che contro l’Islanda, formata tutta comunque da nani, non aveva alcun tipo di ragion d’essere. Ho letto che l’Italia si sarebbe trovata in difficoltà perché, essendo anch’essa squadra perimetrale, avrebbe avuto difficoltà contro i razzenti islandesi a fare il proprio gioco. E allora forse ci sarebbe voluto un volo di fantasia e per una partita una tentare di inventare qualcosa di diverso. Per esempio si sarebbe tentare una tantum di impostare una partita sul gioco sotto, come ha tentato di fare Gallinari che riceveva la palla in post basso, veniva raddoppiato…veniva triplicato…e intanto gli altri guardavano tutti sulla linea del tiro da tre senza che a nessuno passasse neanche per l’anticamera del cervello di tagliare semplicemente a canestro facendo valere il fatto che era comunque più grande e più grosso di qualsiasi altro avversario si trovasse davanti (degli altri due che non erano su Gallinari). Insomma quello che voglio dire è che l’Italia, oltre alle ormai conclamate carenze difensive, apparse di tipo voraginoso anche ieri, non ha neanche un’idea sparata di come dovrebbe giocare in attacco.

 

Continuate a essere ottimisti? Beati voi. Dio vi dia. Spero tanto di essere smentito, ma la sconfitta contro la Turchia mi sa tanto della classica sconfitta nello spareggio secco per andare avanti.