Mi scuso innanzitutto per non aver postato niente ieri. Due le ragioni: la più importante è che in attesa del grande giorno di oggi che mi vedrà impegnato già di mattina, in quanto sono stato invitato ad assistere alla prima del film sulla storia del basket jugoslavo dagli albori al titolo mondiale del '70, evento che non voglio perdere per nessuna ragione, mi sono preso una giornata di semi riposo andando a cena da mio fratello col quale ho guardato la partita della Slovenia discutendo di basket in modo umano e coerente, e la seconda è che, qualsiasi cosa avessi scritto, voi sareste comunque partiti lancia in resta a parlare solo dell'Italia. Per cui ho deciso di lasciar depositare il polverone e di intervenire solo quando i cervelli si saranno raffreddati sperando di riprendere il filo di una discussione serena e soprattutto non obnubilata dalle passioni del tifoso, cioè del classico generale vincente alla fine della battaglia. Leggendo quanto avete scritto mi sembra infatti che tentare adesso di dire qualcosa di pacato, logico e sensato sia abbastanza inutile.
L'unica notizia importante per me ieri l'ho letta sui giornali di Trieste. E' stato nominato il nuovo console generale della Repubblica di Serbia a Trieste. E allora? Direte voi. Forse se vi dico il nome del Console riuscirete a capire: si chiama Dragan Kićanović. Esatto, proprio il mitico Kića da me tanto invocato ogni qual volta mi assale la nostalgia di vedere qualche finta di corpo in palleggio, qualche tiro di tabella da posizione laterale dopo repentino arresto, qualche invenzione nei passaggi o semplicemente quando vorrei vedere uno che gioca a basket divertendosi a prendere in giro gli avversari. Dovrò assolutamente intervistarlo. Chissà se si ricorderà del famoso episodio da me citato nel libro: "Saresti tu quel Sergio che guardavo in TV quando giocavo a Pesaro?" Sarebbe troppo bello.