Ieri ero in turno per il Tg, per cui, con gli impegni che mi sono preso, compresa la rubrica quotidiana per il Primorski Dnevnik, quotidiano della minoranza slovena, ho avuto una giornata da incubo. Nel pomeriggio ho sofferto per la Slovenia che dopo aver preso anche 16 punti di vantaggio sull'Olanda dominando in lungo e in largo ha avuto nel secondo tempo un black out totale, per cui alla fine ha vinto per il rotto della cuffia (ed era il match chiave di tutto il girone!). Dopo questo lavoro ai fianchi torno a casa, imposto la registrazione su MySky della partita dell'Italia e vado al consueto torneo settimanale di bridge. Torno a casa poco prima dell'una di notte imbufalito per la sfiga cosmica che mi ha perseguitato per tutto il torneo con avversari che fra le altre cose mi stampano un 3SA assurdo su una divisione 4-4, una 3-3 e un'impasse (i bridgisti mi capiranno) e, vista l'adrenalina che ancora mi pervade le vene, mi metto davanti alla TV e mi guardo la partita. A un dato momento sono sicuro di essermi addormentato e di stare sognando. L'Italia sta infatti giocando esattamente come pensavo dovesse giocare, in breve non facendo cazzate con palleggi insistiti e menaggi del torrone vari, ma cercando gli uomini giusti per il tiro, difendendo come Dio comanda, soprattutto con i piccoli che tengono l'1 contro 1, cosa dico tengono, distruggono le guardie spagnole che non sanno neanche come si chiamano (Aradori su quell'odioso montato di Rudy è una delizia) lasciando Gasol in 1 contro 1 giustamente, in quanto anche se lui segna sempre, quando gli altri non lo fanno, da solo non può vincere, ma soprattutto con la filosofia che propugnavo da prima che cominciasse il ritiro, quella cioè di giocare per fare un punto in più piuttosto che non per farne fare agli avversari uno in meno. Del resto 105 a 98 mi permetterete che non è proprio un risultato da terzo millennio. Chi mi conosce sa benissimo quanto un risultato del genere con difese che si danno da fare sia da me accettato con entusiasmo. Incredibilmente per una volta tanto i giocatori in campo fanno esattamente quello che sanno fare meglio e non vogliono far cose che non sanno fare. Insomma un gran bel vedere. Certo, poi nel secondo tempo a Belinelli si presentano tutte le visioni celestiali conosciute, da Fatima a Lourdes, e mette dentro tutto quello che tira, non solo, ma passa la palla ai lunghi che tagliano (finalmente!!), Gallinari sembra Larry Bird dei tempi d'oro non sbagliando tiro, stando sempre dove deve stare, facendo giocare la squadra da play avanzato, insomma fa esattamente quello che speravo facesse, gli altri si adeguano e esattamente ognuno porta il suo mattone fondamentale. Dopo essermi accertato di non aver sognato e dopo aver notato con altrettanta soddisfazione che la Slovenia di calcio è riuscita, pur in una partita infame, a infilare un gollonzo nella porta dell'Estonia, per cui almeno gli spareggi per andare agli Europei dovrebbero esserci, vado contento a dormire finalmente rilassato.
Stamane mi sveglio e per prima cosa vado a vedere i vostri commenti sul blog, convinto che sarebbe stato tutto un attacco al sottoscritto, reo di aver criticato troppo l'Italia, della serie: vedi che non capisci un tubo, l'avevamo detto noi che eravamo forti e cose del genere, pronto a ribattere che avevo anche detto che l'Italia era forte se giocava in un certo modo, quello nel quale ha giocato ieri, appellandomi magari a citazioni di post precedenti per dimostrare che non era una patetica arrampicata sugli specchi o, come ha detto ieri Vitali nello studio, un repentino agile balzo all'italiana sul carro dei vincitori. E in mezzo ai commenti ne trovo uno firmato nientemeno che Andrea Bargnani. Francamente rimango di sasso pensando e poi sempre più convincendomi che qualcuno ha voluto farmi uno scherzo, in quanto è totalmente impossibile che un nazionale italiano legga il blog di un oscuro cronistucolo di estrema periferia di una TV ormai fantasma. Voglio stare però al gioco e al Mago dedico, come se fosse stato lui a scrivere, una lettera aperta.
"Caro signor Bargnani, innanzitutto la ringrazio sentitamente, visto quanto ho scritto ripetutamente su di lei, per il suo pacato e dignitoso intervento, venato dalla giusta dose di ironia (sarcasmo?), cosa che apprezzo tantissimo. Vede, il mio accanimento su di lei deriva da un sentimento che ho sempre provato nei confronti di coloro che, diversamente da me, sono stati baciati in fronte dalla sorte che ha dato loro dalla nascita in dote un fisico bestiale, un piccolo di 2 e 11 coordinato, mobile e perfettamente abile dal punto di vista neuro-motorico, doti che poi per varie ragioni non hanno sviluppato fino in fondo. Mi permetterà, ma rimango sempre convinto che lei in realtà di talento vero per lo specifico gioco del basket non ne abbia tantissimo, e dunque quello che sa è perché lo ha imparato con il lavoro grazie a milioni di ripetizioni dello stesso gesto, ragion per cui a volte lei gioca a memoria decidendo in anticipo il movimento che farà senza leggere nel modo giusto la situazione specifica che si è creata. E inoltre non ha la dote divina del rimbalzo che ha, per esempio, un giocatore come Pascolo o come l'aveva Mason Rocca, quella cioè di materializzarsi incredibilmente sempre lì dove va a finire la palla dopo un tiro sbagliato. Non si può avere comunque tutto dalla vita e, mi creda, quello che lei ha avuto è tantissimo. Del resto se sono già una decina di anni che gioca nell'NBA qualche merito l'avrà, nessuno è tanto idiota da negarglielo. Io la critico tantissimo perché secondo me lei si accontenta di mettere in mostra un solo lato delle sue capacità, quella cioè di avere una buonissima mano, mentre con la sua statura, la sua agilità e velocità potrebbe essere devastante nel pitturato o comunque nel raggio dei 3-4 metri dal canestro. Voglio essere presuntuoso e credere, anche se so che non può essere plausibile, che quanto da me scritto in continuazione con pervicacia, lo ammetto, fastidiosa, abbia agito un pochino da pungolo per quanto lei ha fatto ieri contro gli spagnoli, giocando la partita che uno si attenderebbe sempre da lei, facendo cioè i tiri dalla distanza giusta (del resto da lontano Gallinari e Belinelli bombardavano a tappeto e, ne converrà, visto che la palla è una sola, era molto meglio che i tiri dallo spogliatoio li prendessero loro due), tagliando a canestro e difendendo anche in modo più che corretto anche contro un mostro quale Pau Gasol. Sa quando mi è particolarmente piaciuto? Quando ha corso in contropiede lasciando Gasol a cinque metri e andando a schiacciare su un assist di Belinelli (penso, erano ormai le due di notte!). Ecco, mi son detto: se questo è Bargnani, lo vogliamo sempre così. Se mi legge spero che quanto ha fatto ieri lo rifaccia pari pari oggi contro la Germania, con lo stesso impegno e la stessa intensità. Ieri avete fatto sognare l'Italia cestistica, però, classifica alla mano, materialmente siamo rimasti sempre lì e la partita vera è quella odierna. Non avrà paura di un Pleiss? Non credo. Lo faccia nuovo, per favore."