È arrivato il grande giorno e avete letto il mio pronostico sulla Gazzetta (cavolo, comincerò a sentirmi importante! Per favore, se do l'impressione di allargarmi, smontatemi subito prima che sia troppo tardi). Roda mi chiede cosa ne penso di Chiabotti. Ricorderete tutti i tempi di Superbasket con Aldo Giordani che, grazie al suo carisma, aveva tutta una serie di giovani entusiasti che gli scrivevano pezzi a getto continuo con i quali, per "una cica e un boton", come diciamo a Trieste, riempiva la rivista. Fra di loro sicuramente ricorderete, appunto, Luca Chiabotti e Claudio Limardi che pian piano divennero i veri redattori della rivista. Lezione: per poter essere giornalisti la grafomania, tipo quella dei nostri Andrea e Edoardo, è assolutamente necessaria. Purtroppo altrettanto assolutamente non sufficiente in quanto, come testimoniato dal nostro stesso blog, l'importante è quello che si scrive e la grafomania al servizio di stupidaggini è una delle iatture più terribili che possano capitare a chi ha a che fare con certe persone. Tornando ai Nostri, ambedue hanno fatto poi meritata carriera. Ora, se uno diventa il capo del basket alla Gazzetta, va da sé che è molto capace (se vi interessa, tantissimi anni fa, parlando con Giordani gli chiesi: "Ma chi è quel Chiabotti che scrive per te, perché mi sembra bravo?" Al che lui mi racconto la storia dei giovani entusiasti). Il posto che si viene a occupare è però estremamente delicato, per cui bisogna adeguarsi, un po' come deve fare l'allenatore che pensa di poter allenare a Milano. Penso che capiate quale sia la dote principale che ci vuole in questo caso. Lo dico senza alcun intento polemico, anzi con una punta di invidia, in quanto personalmente non ce l'ho neanche in quantità minima, per cui sono per tutta la vita rimasto un telecronistucolo di periferia, anzi addirittura straniero. A ognuno secondo le sue capacità e devo constatare con piacere che alla lunga questa scelta mi ha pienamente appagato, avendone avuto i responsi in termini di rispetto e amicizia che speravo di avere. (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto")
In margine e per restare sull'argomento devo nuovamente constatare con piacere che stiamo entrando in sintonia di pensiero. Sui commentatori RAI sono sulla stessa vostra lunghezza d'onda. A Capodistria sono stato praticamente sempre assieme a coach Michelini e devo dire che parlare con lui e sentire quello che aveva da dire è stato un grande piacere. L'unico appunto che posso fargli è che in telecronaca prima di dire una cosa giustissima, ma al limite, non me ne voglia, del banale per chiunque mastichi qualcosa di basket, fa una pausa drammatica di suspence condendola anche con qualche preambolo tipo: "ora vi dico cosa succede" che poi stride un po' con la cosa piuttosto evidente che dice. Sarebbe perfetto se la cosa, ripeto giustissima, la dicesse più en passant, come, appunto, una cosa ovvia, ma che va detta per i neofiti. Fra l'altro Michelini mi ha detto che in un'occasione lui e Max Mascolo volevano venire a una sconvenscion. Va da sé che mi sono detto molto dispiaciuto del fatto che non siano venuti, sperando ovviamente, come tutti noi, che un giorno riescano a venire.
Passando al basket. Scrivo di mattina sperando che Tommaso abbia il tempo di postare il pezzo in quanto, è ovvio, nel pomeriggio c'è la migrazione dei popoli a Lubiana. Per cui qualche piccola considerazione sulle partite di ieri. Come voi non sono affatto sorpreso che il girone di Jesenice abbia vinto per 3 a 0 su quello di Lubiana che si sapeva fin dall'inizio che era di gran lunga il più scarso (come ha fatto Israele a farsi eliminare resta un mistero, anzi no, Shivek ha compiuto il suo capolavoro come era prevedibile viste le sue incapacità). Della prima partita già detto. Della seconda mi è piaciuto il Belgio e per tutta la partita mi sono chiesto come mai si sia qualificato per il rotto della cuffia. L'ho capito nel finale, quando sono andati nel pallone non mettendola più neanche per sbaglio. Tanto da confondersi in difesa lasciando a Bogdanović la più comoda delle triple che però, e questa è la grandissima forza della Serbia, per quanto composta da giocatori in realtà modesti per le straordinarie tradizioni di quella nazione (se vi interessa Katić in un mio pezzo per il Primorski l'ho definito caterpillar semi-movente), quella cioè di giocare l'ultimo minuto come fosse il primo senza alcuna pressione. C'è da mettere un tiro aperto? E io lo metto, gdje ti je problem (dov'è il problema)? Fra l'altro a cavare le castagne dal fuoco di ha pensato nessun altri che Stevan Marković (a proposito, lui è serbo puro e giocava nel Hemofarm, l'australiano è Stephen Marković che giocava nella Zvezda), uno che tutto è (oddio, tutto è eccessivo) meno che tiratore. Se non segnava lui, come finiva?
Passando alla partita clou anche qui poco da aggiungere a quanto avete detto voi. Leggete l'intervento di Luca con cui sono perfettamente d'accordo (come praticamente sempre del resto). Ero perfettamente d'accordo anche con Edoardo con il fatto che alla Lituania mancasse un play e personalmente avrei portato al volo il bravissimo play dell'ex Under 20 che in disgrazia se mi ricordo come si chiama, salvo poi ricredermi quando ho visto l'analisi post partita fatta per TV Slovenia da Jaka Daneu, il play figlio di Ivo e nazionale sloveno negli anni '90. Lui ha esordito affermando che Kalnietis aveva giocato in modo fenomenale (sobbalzo!) mostrando un paio di azioni decisive nate dal pick and roll centrale con il tempo perfetto per il passaggio nell'angolo per le triple di Kleiza e Pocius a metà del terzo quarto che hanno deciso la partita dopo aver cercato fino all'ultimo momento il passaggio al centro tagliante che aveva inevitabilmente attirato su di sé l'ultimo difensore francese per la chiusura. Particolare tecnico fra l'altro ottimamente colto da coach Michelini nella telecronaca. Tutto ottimo, salvo il piccolo particolare che in tutte queste azioni Parker era stato più che passivo, per non dire non presente, facendosi sempre superare dal play lituano e mettendo così in crisi il resto della sua difesa. Poi Jaka ha mostrato un'azione nella quale Parker ha lasciato tranquillamente tagliare accanto a lui Javtokas senza un minimo tentativo di bumping, azione poi finita con un passaggio lob per lo stesso Javtokas per un facile canestro da sotto. Come a dire Parker molto male non solo in attacco. Ma, come ha sempre avuto modo di dire Daneu, e anche qui sono d'accordo con lui, la Francia tutta ha dato la netta impressione di non essersi resa proprio conto che il tempo della ricreazione era finito e che la partita di ieri era la prima di quelle da prendere molto sul serio. Come fosse rimasta con la testa al Tivoli dove aveva giocato contro nessuno.
Di questa partita mi è rimasto impresso anche l'arbitraggio. E dire che c'era Cerebuch assieme a uno sloveno e a un croato, dunque in teoria un trio buono. Però purtroppo anche loro hanno confermato quanto scritto in un altro pezzo per il Primorski, che l'arbitraggio in questi Europei è stato finora praticamente catastrofico. A Capodistria ho visto cose turche, la prima proprio del "turco" Preldžić che nei minuti decisivi della prima partita ha segato letteralmente la mano a Rannikko che palleggiava con il colpo che è risuonato per tutta la Bonifica andando a segnare da solo (poi per fortuna l'insipienza dei turchi ha impedito che si consumasse la più somma delle ingiustizie). L' ultima è stato il clamoroso mancato fischio su Aradori che aveva fatto saltare il Pipposson svedese sulla finta e aveva tirato mentre questo lo travolgeva. Per non parlare di Italia-Grecia, partita superclou arbitrata alla pene di segugio con fischi aleatori comunque per fortuna distribuiti in modo equanime senza danneggiare nessuno tranne il basket. Arbitraggi veramente psichedelici (c'entrava il fatto che l'arbitro lettone si chiamasse Kokainis?). Anche negli altri gironi non è che sia andato meglio, almeno da quanto ho potuto giudicare seguendo le partite della Slovenia. Fra l'altro a Jesenice non hanno visto una clamorosa interferenza sul tiro decisivo di McCalebb che ha privato la Macedonia (poi finita, anche forse proprio per questa causa, a schifio) di una meritata vittoria contro il Montenegro nella prima partita. Tornando a ieri la cosa che mi ha fatto imbestialire, e ne chiederò conto a Guerrino appena lo vedo, è stata l'invereconda sequenza nel terzo quarto con un tecnico fischiato del tutto inconsultamente alla panchina lituana che protestava vibratamente per dei passi in partenza giganteschi di Parker che aveva zampettato un paio di volte prima di palleggiare sorpreso dal fatto che un lituano fosse già lì (nell'NBA sembra non si usi, l'ho notato anche con Dragić che si sorprende e si incarta sempre quando uno lo marca lontano dal canestro) salvo poi compensare subito dopo nel più ridicolo dei modi fischiando a Batum un tecnico per presunto flopping. Ecco, queste sono le cose che mi mandano in bestia. Ma è mai possibile arbitrare senza fare i fenomeni? Eppure in Eurolega in questi ultimi anni gli arbitraggi sono stati in media più che buoni. Ma la FIBA dove mai va a pescare gli arbitri?
Per finire sullo svolgimento del torneo e la formula pletorica. Perfettamente d'accordo con Manuel e sull'amaro commento di Edoardo.