A volte penso a come sia nato questo blog. Dovevo, spinto dal mio press agent Tommaso, far sapere alla gente che sarebbe uscito un mio libro che parlava della storia del basket jugoslavo. Tutto qua. Che poi rimanesse attivo per tanto tempo (sono passati quasi 13 anni, ridendo e scherzando), ma che soprattutto si sarebbe espanso in modo tale da affrontare anche i massimi sistemi umani, culturali e politici, non me lo sarei mai immaginato. Ne sono un tantino spaventato. Non è che ci stiamo allargando un po’ troppo?

Forse no, leggendo quanto scrivono e dicono in giro, anche su testate che dovrebbero essere serie, su quanto sta succedendo in questo momento in Ucraina. Leggendo la raffica di cazzate senza senso che si leggono un po’ dappertutto, e dall’altra parte leggendo i commenti degli amici conosciuti e apprezzati in tante sconvenscion (una delle invenzioni di questo blog delle quali sono particolarmente orgoglioso) penso addirittura che questo sito sia tutto sommato molto più serio di tanti altri molto più noti e frequentati. Scusate la superbia, ma a volte sentendo quanto dicono cadono letteralmente le braccia.

Piccola parentesi parlando di sconvenscion. Sono stato pregato di indirla per il 7 di maggio per permettere una new entry in presenza, che è quella dell’amico Gabriele di Siena, quello che io reputo la mia anima cestisticamente gemella. L’ occasione di averlo fra di noi (per chi vuole conoscere tutto e di più sulla storia e sulla situazione attuale in Myanmar non ha che da chiederglielo) è imperdibile, per cui la data non è negoziabile. Chi c’è, c’è.

Mi piace: avete definito il mio silenzio “stridente”. In realtà non ho praticamente nulla da aggiungere a quanto detto succintamente nel post precedente. Rimane la mia lettura della situazione che viene di giorno in giorno supportata dai fatti e dai commenti delle persone veramente qualificate per farlo. In merito devo rivolgere un particolare elogio al TG di Sky che, oltre a riportare notizie in modo asciutto e senza particolari indulgenze a storie strappalacrime, ha il grandissimo merito a chiedere pareri a persone “informate dei fatti”, come dicono gli avvocati. Degli italiani l’unico, ma veramente unico, che dal mio punto di vista ha il diritto di esprimere opinioni è Lucio Caracciolo (a proposito, Leo, grazie di cuore per avermi mandato l’ultimo numero di Limes che ho letto con grande interesse) e infatti per ascoltarlo devo guardare Sky, che per il resto chiede opinioni solamente a persone che le cose le conoscono. Per esempio oggi hanno intervistato un’esperta internazionale di ovvie origini georgiane, di nome Nona Mikhelidze, che ha esposto le cose in modo logico, razionale e senza peli sulla lingua che ho ascoltato con grandissimo interesse, in quanto ha detto cose che solo un ex sovietico può sapere.

Salve! E’ da tempo che non scrivo e ci sarebbero tante cose da commentare. Come sapete voi che mi conoscete la pigrizia filosofica è una delle mie caratteristiche delle quali vado più fiero e dunque, avendo in questi tempi olimpici preso un impegno con il Primorski Dnevnik (per i nuovi del blog è il quotidiano in lingua slovena della minoranza slovena in Italia) per un pezzo quotidiano di commento, ho ritenuto che spremermi il cervello una volta al giorno per trovare qualcosa di intelligente da scrivere fosse un impegno gravoso quanto bastava e dunque non avevo né motivazioni né voglia per scrivere qualsiasi altra cosa. Ora le Olimpiadi sono finite e posso rituffarmi nella routine, chiamiamola così, anche se non voglio essere frainteso, in quanto scrivere e sapere che in molti mi leggete mi dà non poca soddisfazione, lo ammetto.

Voglio subito cominciare con una cosa difficile e fare una specie di quadruplo mortale carpiato (3,2 di coefficiente, mi sembra) accoppiando due storie che apparentemente non c’entrano assolutamente una con l’altra. La prima è la situazione politica e militare con l’attacco della Russia all’ Ucraina. In Occidente non si riesce a capire in realtà cosa voglia Putin provocando in questo modo gli americani e tutti i suoi satelliti, UE in primis (che l’Europa sia un satellite politico dell’America che è stata quella che l’ha creata, alla fin fine, non credo sia confutabile in modo serio). A me onestamente, conoscendo un po’ i russi anche e soprattutto per come si comportano in campo sportivo, che sono uno dei pochi a non sottovalutare, in quanto è proprio nello sport che vengono fuori le caratteristiche più profonde e radicate di un popolo, la cosa sembra molto chiara.

Sono tempi di Olimpiadi invernali e di (ahimè per me) Sei Nazioni di rugby, per cui immagino che la vostra attenzione, soprattutto dei rugbisti “diehard”, sarà spalmata su vari poli di interesse. Per quanto mi riguarda, con le Olimpiadi che si disputano dall’altra parte del mondo, in un ambiente letteralmente asettico in tutti i sensi, con gente maledettamente forte che non potrà gareggiare causa Covid (tipo la povera Marita Kramer, che per chi non lo sapesse, è una fenomena austriaca del salto), e dunque con un evento che seguirò con molta minor partecipazione rispetto al solito, concentrandomi principalmente su quanto faranno i saltatori sloveni (e se il bel giorno si vede dal mattino…), Anamarija Lampič e le sciatrici italiane (sperando che Sofia Goggia ce la faccia), e con il rugby che, come sapete, è per me uno degli sport situato ai posti più bassi della classifica dell’interesse per quelli che esistono e di cui sono a conoscenza, mi succede che, incredibilmente, sono molto più focalizzato sul basket di quanto pensassi che avrei potuto esserlo. Chiaramente dell’NBA non potrebbe fregarmi di meno, soprattutto adesso che stanno organizzando quell’immonda kermesse circense denominata All Star Weekend, il campionato italiano è quello che è, il quinto-sesto fra i campionati nazionali europei (Spagna, Russia, Turchia, Grecia sono sicuramente molto meglio, probabilmente meglio sono anche Germania e Francia, per non parlare dell’ ABA e della Lega baltica che sono a parte – basta vedere le scelte degli stranieri e cioè dove vanno per prima cosa quando vengono in Europa), per cui è difficile vedere basket di qualità, mancando proprio i protagonisti, essendo i giocatori, inutile negarlo, di terza fascia europea, ma l’Eurolega in questi ultimi tempi mi sta offrendo partite di una qualità che non pensavo di poter vedere in questo A.D. 2022.

“Giocano diversamente perché sono cambiate 1000 cose, il risultato potrà anche non piacere ma infangarli con le peggiori offese (tipo 'circo') mi pare una dimostrazione di grossi limiti nel decifrare la realtà attuale e d'altro canto mitizzare una sorta di Arcadia dei campionati anni 70 - 80 (dove anche lì c'era un sacco di gente che si palleggiava sui piedi: non mi pare che la casella delle palle perse fosse sempre a zero) mi pare un errore ancora più  marchiano. Ma tant'è...”

Riporto tali e quali le frasi di Stefano che ha già riportato Edoardo per mettere anch’io fine alla diatriba che ha ormai stancato un po’ tutti. Voglio solo ribadire alcune cose e chiarire alcune altre. Onestamente mi sento un tantino offeso per l’accusa di essere un patetico passatista che parla di fantomatiche Arcadie. Ho solo un’età, permettetemelo, per parlare di alcune cose con maggior cognizione di causa di persone nate qualche decennio dopo di me e dunque chiunque nato in quel lasso di tempo dopo di me non ha esattamente nulla da insegnarmi se non considerandomi uno scemo. Che non credo di essere.

Siamo sotto feste e dunque anche voi avete più tempo per intervenire. Ho letto con molto interesse la discussione sullo sport di una volta rispetto a quello di adesso in relazione allo spaventoso cambiamento dei materiali che da attrezzi sono diventati braccia robotiche cibernetiche. Avete parlato di tutti gli sport in cui ciò è accaduto senza menzionare ovviamente uno sport che piace a me e che voi non calcolate, parlo del golf. A me capita che invece di Jack Nicklaus o Arnold Palmer o Gary Player o Tiger Woods, se volete, mi capiti di dover vedere le vittorie di forzuti bruti tipo Bruce Koepka o soprattutto del giocatore da me in assoluto più odiato omnisport, e cioè Bryson DeChambeau, al confronto del quale anche uno come Koepka sembra un sopraffino ricamatore. E inoltre avete trascurato tutto il campo degli sport invernali, nei quali i materiali e le piste sono componenti fondamentali. Vi siete mai chiesti cosa farebbe un Paris se dovesse gareggiare con ai piedi gli assi di una volta calzato con scarponi improbabili attaccati agli sci con stringhe e corde varie e sulle piste piene di gobbe senza protezioni di alcun genere come faceva Zeno Colò? O se Kobayashi dovesse saltare dal trampolino vestito con un maglione di lana e pantaloni alla zuava? Ragion per cui capisco perfettamente il vostro discorso e sono d’accordo con Roda (vedi che abbiamo trovato una cosa in comune – amici come prima?) che l’unica cosa che importa è quella se ci piaceva prima o più adesso.

Finalmente! Eureka! Ci siamo!

Sono estremamente contento della vostra reazione al mio ultimo post. Avete evidentemente compreso che era stato scritto di “pancia”, in preda a una forte momentanea emozione (e rabbia nonché, mi scuserete, disgusto), per cui i vostri commenti sono stati tutti civili, ma soprattutto pertinenti al tema. Che Roda sia nel merito (per il resto rimane una bravissima persona e, spero, un amico) ormai un caso incurabile è ormai assodato (sembra un no-vax che protesta per partito preso e per non perdere la faccia), per cui lo do per disperso nella nebbia, ma gli altri mi siete piaciuti tutti. Ovviamente un grazie particolare va a Boki che (ero sicuro) mi ha appoggiato avendo la mia stessa storia linguistica in famiglia e dunque sa benissimo di cosa parlo, ma che lo ha fatto dall’alto dei suoi studi e delle sue conoscenze che mi hanno insegnato cose che non sapevo (che esistesse anche la versione POgačar è stata una novità) e già che ci sono gli faccio una domanda sull’argomento dello spagnolo parlato nelle “colonie” americane, spagnolo più arcaico di quello moderno.