Mi dispiace che ci saranno importanti assenze alla prossima sconvenscion, ma, mi sembra, o così, o niente, e qualcosa è sempre meglio di niente, soprattutto visto che ormai stiamo virando verso l’autunno e metà settembre è l’ultimo scorcio di bella stagione disponibile. Non so ancora dove andremo, ma sarete informati in tempo.
Siamo all’inizio del “vero” Eurobasket e allora ho deciso che dirò anche la mia dopo aver letto quanto avete scritto voi e, onestamente, sono molto poco d’accordo con quanto letto. Ma tant’è, a volte mi sento prigioniero di un universo parallelo nel quale secondo me accadono cose che invece, pare, nella vita reale, almeno come la vedete voi, sono del tutto diverse da come le vedo io. Visto che sono sempre più una “vox clamantis in deserto” mi limiterò a fare, sempre dal mio punto di vista, una serie di previsioni su quanto potrà accadere da qua fino alla fine.
Allora andiamo per ordine, leggendo il tabellone che ci attende per la fase decisiva a eliminazione diretta. Primo quarto di tabellone: Germania-Montenegro e Grecia-Repubblica ceca. Esaurite le formalità degli ottavi di finale sostanzialmente bisogna vedere cosa succederà nel quarto di finale fra Germania e Grecia (che comunque ha, secondo me, soprattutto ora che Satoransky sembra aver ripreso a giocare, il compito più delicato, anche se non vedo come possa perdere). Si tratta di un quarto estremamente interessante che si giocherà punto a punto. La Germania gioca in casa e ha una squadra molto forte, per cui la vedo addirittura leggermente, ma sicuramente favorita. Tutto dipenderà secondo me da come la affronterà Schroeder: se vorrà essere l’uomo della Provvidenza, allora vince la Grecia facile, se no vince la Germania. Accanto a sé ha Maudo Lo che dovrebbe essere l’uomo decisivo, in quanto di tutti gli altri si sa benissimo quanto possono dare e soprattutto ognuno di loro sa perfettamente cosa si vuole da lui. Si tratta tutto di giocatori senza fronzoli, dai lunghi Theis e Voigtmann fino ai vari Thiemann, Giffey e soprattutto Wagner. A me piace tantissimo e la Grecia, se vuole vincere, dovrà avere il massimo da Adetokunbo, che dovrà essere capace di soffrire e fare a sportellate con i marcantoni tedeschi sotto canestro e per una volta tanto dovrà mettersi a disposizione della squadra in un ruolo quasi defilato. Se riuscirà a farlo e gli esterni greci (Sloukas?) faranno il loro dovere, allora la Grecia può, e sottolineo può, vincere.
Secondo quarto: Spagna-Lituania e Finlandia-Croazia. Qui onestamente può succedere di tutto, anche se personalmente penso che di queste squadre la Lituania sia di almeno una spanna più forte delle altre. Il problema dei lituani è la loro guida in panchina, secondo me la più incapace e incompetente che abbia visto da tempo immemorabile a questi livelli. Intanto a Colonia è riuscita a perdere tre partite che poteva, anzi doveva, vincere. Contro la Slovenia di un Dončić totalmente incapace di fare canestro si è squagliata nel finale sprecando un paio di importanti punti di vantaggio che si era costruita a metà dell’ultimo quarto, contro la Germania ha perso non facendo praticamente mai giocare Sabonis, contro la Francia ha buttato via una partita più volte vinta sia nel regolamentare che poi nel primo supplementare. A me sembra incredibile che un coach che allena una nazionale non riesca a far giocare assieme due giocatori che sembrano nati per essere complementari quali Valančiunas e Sabonis, essendo uno un classico cinque e l’altro un classico quattro. Solo che bisogna farlo giocare da quattro, il che significa metterlo ogni tanto in lunetta per giocare alto-basso, o fargli fare tagli dal lato debole per sfruttare il fatto che sa muoversi molto bene con la palla in mano e che ha soprattutto una gamma completa di conclusioni (o di scarichi) in corsa. Farlo giocare da tre praticamente senza fargli toccar palla come è riuscito a fargli fare l’ineffabile coach contro la Germania è stata una cosa che mai ho visto in vita mia. Certo, i lituani hanno come play solo Lekavičius che in difesa è un colabrodo, ma, vivaddio, gli altri hanno problemi ben più sostanziali. Passando alle altre squadre la Spagna è in pieno rinnovamento e, onestamente, rispetto ai tempi d’oro, il talento generale sembra di un livello molto inferiore. Certo, sono tutti giocatori di ottima scuola che giocano in un campionato altamente competitivo, ma, insomma, nessuno sembra un’aquila e onestamente la vedo vincitrice contro la Lituania solo e se quest’ultima continuerà a fare suicidi, inventandosi magari qualche modo nuovo di farsi del male. Per quanto riguarda le altre due squadre sulla Croazia ho la stessa opinione di Boki, per cui qualsiasi cosa potessi dire potrebbe incriminarmi. Ho invece una grande ammirazione per i finlandesi e per me di gran lunga il risultato più sorprendente di questi Europei è stata la loro sconfitta all’esordio contro Israele. Sono tutti tiratori, Markkanen è uno veramente molto, ma molto forte, sanno giocare e, onestamente, vedrei molto volentieri un quarto di finale Lituania-Finlandia, partita che potrebbe riconciliarmi con il gioco del basket.
Terzo quarto: Slovenia-Belgio e Ucraina-Polonia. Qui, facendo tutti gli scongiuri possibili, il pronostico sembra a senso unico. La Slovenia è, se vuole, di un paio di categorie più forte rispetto alle altre, Ucraina forse esclusa, Ucraina che è la squadra che temo di più perché, se è in giornata e segna da fuori (vedi la partita contro l’Italia) può essere molto pericolosa perché sotto canestro ha sì dei fabbri ferrai, però sono tutti molto tosti e molto ben piantati. Ragion per cui la Slovenia dovrà affrontarla (se perde contro il Belgio allora era meglio se fosse rimasta a casa) con molta circospezione e l’approccio giusto, quello che è mancato contro la Bosnia e che poteva costare molto caro, vedi gli accoppiamenti dell’ultimo quarto di cui devo ancora parlare, e che ha fatto dire a Prepelič: “Abbiamo sbagliato completamente l’approccio alla partita, sia noi giocatori che lo staff tecnico. Se pensiamo di giocare così come abbiamo fatto oggi possiamo anche andare a casa, perché qui non abbiamo nulla da chiedere.” Per fortuna poi si sono ricompattati, Dončić ha cominciato a fare il Luka Magic (probabilmente facendo andare tutti voi suoi haters fuori di testa, della serie…però fa tutto da solo…non coinvolge i compagni…i suoi atteggiamenti da strafottente non sono tollerabili…eccetera, tanto una scusa la trovate comunque, mentre io continuo a ridere sotto i baffi pensando alle sofferenze dei vostri fegati) e hanno vinto due partite fondamentali, l’ultima, fra l’altro contro la Francia (sì senza Yabuzele, ma ha anche tanti altri, o no?) che proprio scarsa non mi sembra (vicecampione olimpico l’anno scorso, o sbaglio?), in formazione tutta indigena, con una formazione di giocatori tutti nati e cresciuti in Slovenia (2 milioni di abitanti, lo ricordo) e tutti caucasici, come Serbia e Lituania. Il che dimostra, a mio avviso, che anche l’uomo bianco, se ben istruito e allenato (quanto fanno, appunto, nei paesi sopra nominati), può benissimo giocare con successo a pallacanestro.
A proposito, dov’è la Lettonia? Perché cavolo non l’hanno fatta giocare? Come può esserci un Europeo senza la Lettonia? Non esiste. Tanjević ha affermato in un’intervista a Radio Slovenia che la più bella partita da lui mai vista è stato il quarto di finale Europeo di cinque anni fa fra Slovenia e Lettonia (cosa che mi trova d’accordo, anche se la limiterei al campo Europeo mettendola accanto alla finale del ’95 a Atene fra Serboslavia e Lituania). Bisogna dunque sempre avere in mente che questo Europeo si gioca senza una delle squadre più forti del continente, logica favorita per una delle medaglie.
Ancora una piccola chiosa su Dončić: durante Slovenia-Germania c’è stata un’inquadratura del pubblico nella quale si vedevano tifosi incontestabilmente tedeschi, fasciati nella loro bandiera schwartz-rot-geld, che però indossavano la maglietta della Slovenia con il numero 77 e il nome di Dončić sulla schiena, evidentemente comprata all’ingresso prima della partita. Mi sono commosso, pensando al fatto che un oscuro schiavetto slavo della regione più remota e defilata del Sacro Romano Impero potesse essere diventato nel 21-esimo secolo un idolo sportivo della gioventù della grande Germania. Con ciò mettendo la Slovenia, fino al ’91 totalmente sconosciuta alla popolazione europea e poi per lungo tempo confusa con la Slovacchia, sulla carta geografica europea, non solo, ma con simpatia e ammirazione, visti anche i grandi risultati dei suoi sportivi, cestisti, pallavolisti e pallamanisti, Roglič, Pogačar, Janja Garnbret, Kristjan Čeh, Tim Gajser e altri ancora. Con Luka che è comunque al di sopra di tutti, noto e riverito in tutto il mondo, Cina e Giappone compresi. Ecco perché, proprio per questa sua incommensurabile propaganda che fa per il buon nome della Slovenia, e per farla conoscere un po’ dappertutto, nei suoi confronti non potrò mai essere, lo ammetto, del tutto imparziale.
E infine, dulcis in fundo, o in cauda venenum se volete, il quarto quarto del tabellone, il quarto “de la muerte”. Per tutti quelli che dovranno affrontare la Serbia. Che è secondo me la favorita numero 0, dunque per default, di questo Europeo. Svetislav Pešić è quello, avrete visto il documentario, che da giovane allenatore faceva fare alla sua nazionale juniores jugoslava di Divac, Kukoč, Rađa, Đorđević, 250 scalini di corsa alla fine di ogni allenamento. Richiamato alla guida della nazionale serba dopo la figuraccia di Kokoškov al Preolimpico di Belgrado dello scorso anno, squadra mal assortita, supponente e svogliata (e infatti, se guardate indietro, avevo ampiamente previsto la sconfitta contro l’Italia), ha voluto subito mettere le cose in chiaro spedendo, come primo messaggio per la squadra, a casa nientemeno che Miloš Teodosić. A questo punto la prima cosa che viene in mente è che abbia anche, per più di un mese, tirato incessanti calci metaforici nel sedere di Nikola Jokić per fargli capire che la squadra, come messo subito in chiaro, la comandava lui e che dunque o l’idolatrato tutto fare dell’NBA si limitava, nella sua squadra, a fare il pivot e basta oppure semplicemente lo avrebbe lasciato in panchina. E, conoscendo il buon Svetislav, è anche la cosa che, MVP su o MVP giù, avrebbe sicuramente fatto. E il buon Nikola sembra aver recepito il messaggio. A questo punto è solo superfluo dire che, con la mano, la tecnica e i movimenti che ha, Jokić è sotto canestro totalmente immarcabile e, se segna o no, è solo affare suo e non certamente della difesa che gli viene messa addosso. In più c’è Milutinov che gli può dare una grande mano, gli altri sono tutti tosti, ben piantati e in difesa è difficilissimo andar loro via, in attacco hanno gente come Micić e compagnia cantante che sanno giocare, hanno fisico e hanno tiro, insomma come si fa a batterli non so proprio. Secondo me non si battono. Forse l’unica che può farlo è proprio la Slovenia per ragioni più psicologiche che cestistiche, trattandosi di derby (i serbi hanno sempre avuto un esiziale complesso di superiorità nei confronti degli sloveni) e di ricordi della bruciante sconfitta di cinque anni fa. Per quanto riguarda il match contro l’Italia che ne dite di Melli o Polonara contro Jokić? O di Micić o Gudurić contro Spissu, o magari contro il vostro idolo Pajola, se volete? Che ne dite di Fontecchio preso in consegna da Lučić o Kalinić a scelta? Onestamente non voglio neanche pensarci. Dall’altra parte c’è una partita fra Francia e Turchia molto interessante che determinerà la successiva vittima dei serbi, e dunque dal mio punto di vista irrilevante. Onestamente, ripeto, non vedo proprio nessuna squadra che abbia alcun tipo di arma per affrontare in qualche modo i serbi. I quali come unici avversari possono avere solo se stessi, ma con uno come Pešić in panchina e con tante cose da farsi perdonare dopo la catastrofe dello scorso anno, per cui anche i metodi da obersturmbahnfuehrer del coach possono essere digeriti senza fiatare, non vedo proprio come possa succedere.
Domani comunque devo dire che per me il clou sportivo della giornata è un altro. Un indizio: per noi sloveni d’Italia l’orgasmo massimo che possiamo provare è quando battiamo l’Italia in qualsiasi cosa, siano magari freccette. Domani c’è una semifinale mondiale di un altro sport, a me non particolarmente caro, per usare, più che un eufemismo, una patente bugia, ma sempre di Slovenia-Italia si tratta. Si lo so, sarà dura per non dire impossibile, ma per un giorno lasciatemi sognare. Sarebbe troppo bello.