Annuncio sconvenscion - sabato 9 dicembre 2023
- Scritto da Sergio Tavčar
Solo un intermezzo per lanciare la sconvenscion del prossimo 9 dicembre. L’altro giorno parlavo al telefono con Walter Wf2 e ho subito accettato la sua proposta. L’idea è che siamo di inverno, periodo nel quale stare al chiuso in un agriturismo o osmica qualsiasi è uguale dappertutto, per cui organizzare un evento in un luogo pressoché inaccessibile vale la pena farlo d’estate, ma d’inverno si corre magari il rischio di dover percorrere sentieri innevati o ghiacciati, per vui, visto che abbiamo già una specie di postazione in piena pianura e molto più facile da raggiungere per chi viene da fuori abbiamo deciso di trovarci a Latisana all’Agriturismo Zaglia, dove siamo già stati d’estate, luogo dove si mangia e beve in modo eccellente e dove la gente è molto cortese e ospitale.
Pedaliamo verso la sconvenscion
- Scritto da Sergio Tavčar
Dopo la proposta dell’altra volta sulla sconvenscion d’inverno i primi commenti sono stati di Roda e Lofoten che hanno confermato che potrebbero essere presenti. Già questo mi è bastato, visto che non ci vediamo da tanto tempo, per cui è ufficiale: sconvenscion il 9 di dicembre alla solita ora in luogo da destinarsi e di cui sarete ovviamente informati in tempo.
Oggi non vorrei parlare di basket, se non per dire che sono ovviamente totalmente in disaccordo con l’analisi di Llandre che è stato evidentemente risucchiato dallo spirito del tempo che è sempre più comprensivo nei confronti dei lavativi tout court che sono tenuti in bambagia e rispolverati quando devono fare soldi per poi essere con cura rimessi nel bozzolo nel quale sono normalmente racchiusi. Ha 19 anni ed è fragile? Semplice, cambi sport. Nel basket puoi essere anche 2 e 50, ma se non corri dietro al pallone e hai paura di ogni piccolo contatto perché potresti farti un po’ di bua non sei utile. Non ho potuto non fare a meno di tornare indietro di 60 anni quasi, quando vidi per la prima volta Krešo Ćosić che aveva 16 anni, quasi 2 metri e 10 ed era poco più di uno scheletro rivestito. Lo buttarono nella mischia e lui non si tirò certamente indietro. Wemba ha 20 anni? Alla stessa sua età Ćosić fu decisivo quale centro titolare della Jugoslavia alle Olimpiadi di Città del Messico per la conquista della medaglia d’argento. Ma di cosa stiamo parlando? Fatemi un favore. Se sei veramente bravo e entrerai nella storia non puoi avere paura della battaglia e di farti male. Prendere botte (e imparare a darle) è una cosa totalmente imprescindibile per la crescita di qualsiasi atleta di qualsiasi sport. La strada verso il successo non è lastricata di sole rose, ma anche di tanti alti e bassi che sono sempre tappe fondamentali in ogni processo di crescita.
Wembambito
- Scritto da Administrator
Ho guardato poco fa quando ho scritto l’ultimo pezzo e ho scoperto con raccapriccio che è stato più di un mese fa. Devo confessare che la cosa mi ha sconvolto, in quanto mi pareva che fosse ieri. Il tempo è veramente volato, cosa che alla mia età è ancora più inquietante. Almeno avessi avuto tanto da fare, ma per la maggior parte di questo tempo sono stato tranquillamente a casa. In realtà qualcosa ho fatto: ho scritto altri tre capitoli del mio nuovo libro arrivando con la storia della nostra redazione fino agli inizi degli anni ’80 e reputo quindi di essere circa a metà lavoro. Devo dire anche che mi sono divertito a scrivere e penso che il passaggio sugli inizi del nostro studio off con le pantigane sepolte (episodio che avete sicuramente sentito se avete ascoltato l’intervista che mi ha fatto Martina Napolitano) sia anche ben riuscito.
Nazionali bianche e nere
- Scritto da Sergio Tavčar
Certo che me ne avete dati di argomenti sui quali scrivere e commentare. Dalle discussioni su regole burocratiche, e come tali incomprensibili, con le quali lo sport europeo combatte battaglie perse in partenza contro la globalizzazione mondiale, ma soprattutto contro il fenomeno epocale della nuova migrazione dei popoli, alle discussioni di alta filosofia sul senso e il valore che hanno le squadre nazionali, appunto, nella logica di cui sopra. Con in mezzo anche commenti e riferimenti all’incredibile messe di competizioni sportive che ci sono state in questo finale di estate.
Penso che uno dei compiti che spetti a chi provoca e coordina queste discussioni sia anche e soprattutto quello di tirare alla fine le fila delle discussioni per provare a trovare una sintesi che aiuti in tempi successivi a salire di livello nelle discussioni stesse.
Commento di fine Mondiali
- Scritto da Sergio Tavčar
Penso che alla fine, dopo il profluvio dei commenti che avete postato e dei quali vi ringrazio (ho apprezzato molto le sintesi di manuel che è stato sicuramente, a mio avviso, il più obiettivo di tutti e dunque sono stato in disaccordo con i suoi commenti magari su qualche dettaglio, ma mai sull’impianto generale), sia giunto il momento di dire magari anche la mia sui Mondiali appena finiti. Mi scuso per il ritardo, ma ero impegnato anche con la mia rubrica sul Primorski dnevnik e in più proprio in questo periodo ho avuto in una sola settimana ben tre serate di presentazione (Llandre, ti è piaciuto l’aneddoto sul pattinaggio veloce?).
Comincio con una cosa molto semplice e cioè con la traduzione del mio ultimo pezzo di commento apparso oggi (12/9) sul Primorski, nel quale penso di aver fatto una buona sintesi dell’ultima giornata. Spero che il mio amico Jan, responsabile dello sport del giornale, non mi denunci per plagio, ma penso che siamo abbastanza amici perché non lo faccia, tanto più che, oltre a citare la fonte, questa mia traduzione apparirà quando l’articolo sarà già del giornale del giorno prima. Allora:
Gente di casa mia
- Scritto da Sergio Tavčar
Intervengo nuovamente con le mie considerazioni anche perché proprio non riesco a stare zitto dopo aver vissuto una delle giornate più gratificanti dal punto di vista sportivo della mia vita, posso dirlo ad alta voce.
Si comincia alle 10 di mattina. Mi siedo e guardo Italia-Serbia. Comincia la partita e vedo la classica Italia in versione partita nella quale non ha niente da perdere. In questa versione i tiri vengono effettuati con la leggerezza dei classici momenti finali a babbo morto quando i tiri entrano da soli e infatti Spissu segna tre triple, addirittura una con fallo, segna Tonut, segna addirittura Melli, insomma mi dico oggi si vince. Anche perché la Serbia è la classica Serbia versione Pešić, tanti muscoli e tanto poco cervello con confusione dilagante. Mi ricordo di quanto scritto sull’Italia e di come avrebbe dovuto giocare le prime partite e mi diverto a vedere la Serbia che fa lo stesso identico errore.
Come si fa l'Italia?
- Scritto da Sergio Tavčar
Sulle indecifrabili prestazioni dell’Italia finora in questi Mondiali avete già scritto molto voi, ma vorrei dire lo stesso anche la mia, anche per contribuire alla discussione offrendo magari qualche nuovo tema da affrontare.
Prima di tutto una considerazione di carattere generale. Mi sono sempre chiesto se l’abitudine italiana di vedere solo tutto bianco o tutto nero sia una caratteristica, appunto, peculiare del carattere italico oppure se sia una classica attitudine da appassionati tifosi sportivi. Penso sia una combinazione di ambedue le cose che si sommano, per cui i tifosi italiani sono il massimo al mondo che si possa avere in merito all’approccio nei confronti delle proprie nazionali di tutti gli sport. O sono fenomeni paranormali o terribili pippe, vie di mezzo non esistono. La cosa peggiore è che i fenomeni diventano pippe in un batter d’occhio, cosa ovviamente impossibile, ma sembra che nessuno di voi se ne accorga. Penso che uno sguardo meno viscerale e appassionato non possa che fare del bene, per cui vi consiglio di provare a essere un tantino più obiettivi guardando le cose un po’ più da lontano, con occhio un tantino più imparziale. Per me, tifoso della Slovenia e che verso l’Italia non nutro certamente passione viscerale se non un po’ al contrario, per così dire, la cosa è un po’ più facile, per cui penso che possa dire cose un tantino meno di parte, non obnubilate da alcun tipo di tifo.
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