Sergio ritorna a TV Capodistria, ospite della trasmissione Focus

Buon anno nuovo a tutti, sperando innanzitutto che questo tempo assurdo, intriso di marciume e umidità, finisca il prima possibile. Io odio il freddo (per questo non ho mai sciato – andare in vacanza al freddo è l’opposto esatto per uno come me, adoratore del sole e sognatore di spiagge esotiche), ma a questo punto comincio a sognare l’anticiclone siberiano, quello che da noi porta 10 gradi sottozero e bora sopra i 100 all’ora, ma almeno ci sono cieli tersi e clima secco. Ora come ora non faccio che letteralmente vegetare dormendo praticamente per tutto il giorno. Per fortuna ci sono i vostri commenti che mi tengono sveglio e in qualche modo tengono in moto le mie cellule cerebrali, stimolate da tutte le cose che leggo e che, più che surreali, trovo un tantino irreali. O comunque slegate dalla realtà più lapalissiana che suppongo di vedere e sperimentare. Leggendo quanto scrivete mi sembra di essere in una specie di mondo di Alice nel paese delle meraviglie, in cui tutto viene visto e spiegato in modo quasi psichedelico, secondo una realtà parallela che ai miei occhi esiste solamente nella fantasia di menti contorte. Mentre invece le cose fondamentali, le uniche che contano, non vengono neanche prese in considerazione.

Buone feste a tutti, sperando che possiate passarle in serenità con i vostri cari. Devo subito ringraziare quelli che avete partecipato alla maratona sconvenscion-presentazione-terzo tempo sia per il tempo che avete dedicato a questo nostro ormai quasi appuntamento istituzionale che per la veramente ottima compagnia nella quale abbiamo passato la serata. C’è stato alla fine un rompete le righe pasticciato (Boki, cosa aspettavi a partire?) con uscita laboriosa, ma soprattutto casuale, da Ronchi, ma non si può avere tutto dalla vita. Spero che vi siate divertiti. Io certamente, soprattutto per l’aneddoto che ho sentito nel pomeriggio su come i russi hanno messo in piedi la Stasi dopo l’occupazione della Germania Est alla fine della seconda guerra mondiale.

So che vi ho fatto aspettare, ma c’erano problemi con il mio insostituibile MC Andrej alle prese con un malanno di stagione (adesso senza più mascherine l’influenza classica sta nuovamente imperversando). Alla fine penso però che il luogo (penso che si possa tranquillamente usare la parola italiana che indica esattamente la stessa cosa dell’orribile e per me del tutto eliminabile inglesismo location – forse potrei, in sintonia con la nostra riunione, chiamarla sarcasticamente loceiscion) scelto per la nostra sconvenscion di sabato prossimo sia veramente eccellente, anche dal punto di vista logistico.

Ebbene, si! Ci siete riusciti! Ho completamente sbarellato e sono uscito dai gangheri. Leggendo quanto avete scritto sulla qualificazione della Slovenia per i Mondiali, battendo il chiodo sullo straniero preso ad hoc per avere un illecito vantaggio rispetto alla concorrenza, la cosa più gentile che vi ho dedicato è stata: “Vedi un po’ ‘sti maledetti str…i che proprio non vogliono saperne di smettere con questa putt….a! E la Spagna, la grande Spagna, che vince l’Europeo facendo giocare un americano del quale avrebbe potuto fare tranquillamente a meno, o la grande Turchia, che nessuno ha neanche nominato, che va fuori dai Mondiali pur facendo giocare Larkin, turco come io sono indonesiano, e facendo restare a casa Micić per non averlo fra i piedi nel match decisivo? Oppure l’Italia che sbava per avere Banchero che di italiano ha solo il cognome? Ma ‘sti str…i hanno almeno un po’ di pudore?” E, ripeto, questo è stato solo il commento più gentile. I luoghi dove vi ho mandato non sono ovviamente riferibili, perché se no mi togliereste il saluto e non verreste più alle sconvenscion.

È dura, me ne sto sempre più rendendo conto, tenere in piedi un blog che tendenzialmente dovrebbe parlare e discutere di basket proprio in un momento nel quale di basket se ne vede sempre meno. O meglio, si vede sempre più un basket che nella mia concezione è sempre più lontano da come dovrebbe essere, e ciò non solo in senso tecnico, ma soprattutto concettuale. È uno sport nel quale mi ritrovo sempre meno, che sempre meno capisco, e dunque mi sento sempre più a disagio nel doverne parlare, perché, appunto, non ho mai avuto l’ambizione né la presunzione di parlare e pontificare su cose che non conosco, e poi perché dovrei ripetere sempre in continuazione le stesse cose e non c’è nulla di più fastidioso di un disco rotto che ritorna incessantemente sempre sulle stesse note.

Mi dispiace veramente per essere stato così silenzioso per tanto tempo. Perché lo sia stato non lo saprei dire. Evidentemente lo choc subito per la vergognosa prestazione della Slovenia agli ultimi Europei di basket mi ha talmente schifato che avevo bisogno di metabolizzare, addirittura di dimenticare il più velocemente quanto perpetrato dai miei (finora) beniamini. Se volete girare ancora il coltello nella piaga, fatelo pure, però rendetevi conto che mi fate molto, molto male. Quello che penso in merito l’ho già detto nelle due magnifiche serate che ho trascorso a San Daniele e a Pordenone alla presentazione della ristampa con aggiunta finale del mio libro e in più potete sentirlo per intero nella bellissima intervista (nel senso delle domande che mi sono state fatte e alle quali ho risposto per il meglio che sono riuscito a fare) che mi hanno fatto Andrea e Martina a Pordenone e che potete vedere nel link postato dallo stesso Andriz.