Ci sono le Olimpiadi invernali. Che però sembra non interessino nessuno, almeno a leggere i vostri commenti che, mi sembra, vertano soprattutto sul 6 Nazioni di rugby. Del resto c’è un’edizione olimpica che si svolge in capo al mondo, in un luogo martoriato da temperature e venti polari, che fra l’altro per venire incontro alle esigenze televisive del mondo sviluppato degli sport del freddo fa gareggiare la gente ad orari impossibili, cosa che a sua volta fa sì che la cornice di pubblico, salvi gli sparuti fanatici che si sono sobbarcati viaggi interminabili (ci sono stato nell’ ’88) per essere presenti, è in realtà totalmente assente. Del resto l’unica cosa che interessa i coreani è il pattinaggio di velocità e in parte minore quello artistico, per il resto per loro si tratta di attività fisiche mai viste prima in vita loro.

Mi scuso con tutti voi per non essermi fatto sentire per tanto tempo. Ho visto comunque che non vi manco granché, in quanto state discutendo animatamente, ma amabilmente, fra di voi su tanti argomenti, per cui leggo i vostri interventi compiacendomi del fatto che finalmente c’è un sito dove si possono trovare spunti nuovi e discussioni intelligenti e interessanti. Ho pensato comunque che è forse tempo che anch’io dica la mia. Intanto, a mo’ di scusa, devo dire che sono stato anche emotivamente molto lontano da questo sito in questi ultimi tempi, in quanto ero assorbito, ripeto, anche e soprattutto emotivamente, dalla mia quattro giorni di Belgrado nella quale ho presentato la traduzione in serbo del mio libro.

Sulla falsariga del mio pezzo precedente vorrei continuare a citare il Delo, giornale che leggo sempre con molto interesse, in quanto lo trovo fatto molto bene, soprattutto con molta politica estera, trattata in modo estremamente obiettivo e che soprattutto affronta temi che normalmente sui giornali italiani non si trovano (forse un retaggio altamente positivo dei tempi del non allineamento titino). Stavolta però si parla di politica interna, o per meglio di economia, con una lunga intervista alla facente funzioni della direttrice del SURS, l’ISTAT slovena, sullo stato del Paese a fine anno. E noi che ce ne frega della politica interna slovena? -potreste dire perfettamente a ragione. Il pezzetto finale dell’intervista è però a mio avviso estremamente illuminante e si ricollega direttamente alla lunga querelle sull’impiego di Randolph nella nazionale slovena che io ho caldeggiato e salutato a posteriori prendendomi tutta una serie di improperi (chiamiamo così i cazzeggi, diciamo terra terra come stanno le cose) da parte vostra. La mia tesi era che mi tengo Randolph tutta la vita se porta ai risultati che il suo impiego ha prodotto, non tanto dal punto di vista strettamente sportivo (anche se portare per quattro anni il titolo di Campione d’Europa di basket non è certamente cosa da poco), ma soprattutto da quello del risveglio nazionale e della creazione di un clima sociale positivo e ottimista, soprattutto per un popolo naturalmente tetro e pessimista come quello sloveno

Un piccolo intermezzo che non ha niente a che vedere con il basket o con lo sport, per cui potete facilmente saltarlo e la vostra cultura non ne patirà. Penso però che ogni tanto sia interessante vedere come sia vista l’Italia da fuori, parlo proprio di politica (non siete ancora svenuti?), anche perché ovviamente i commentatori stranieri non sono invischiati nelle classiche lotte di potere nelle quali sono invischiati, chi più, chi meno, ma penso che nessuno ne sia totalmente immune, i giornalisti italiani, per cui, qualsiasi sia l’opinione che vi viene espressa, questo tipo di articoli può essere illuminante per avere una visione dall’esterno, di cioè come venga vista l’Italia da chi vi risiede per semplici ragioni di lavoro e basta. 

Dopo due settimane di tour neanche fossi i Beatles finalmente un giorno da poter stare in panciolle e magari anche scrivere qualche riga.

Doverosa, innanzitutto, per ringraziare quelli che avete partecipato alla sconvenscion che intanto ringrazio per la bottiglia gigantesca che già fatica a stare in dispensa, ma soprattutto per la bellissima giornata che è passata in un baleno e della quale l’unica cosa che mi dispiace è stata che eravamo in un ambiente forse un tantino angusto, per cui era difficile muoversi e intrattenersi con tutti. È stata comunque la prima edizione della sconvenscion autunnale ed è andata onestamente al di là di ogni aspettativa, per cui penso che, ora che abbiamo trovato, mi pare, il periodo giusto, l’appuntamento potrebbe diventare fisso. Voi che ne dite?

Per una volta tanto vorrei fare il pomposo, visto che pare che bisogni essere molto formali in queste situazioni, in quanto alcuni di voi si stanno già preoccupando che la sconvenscion non si faccia. Bocca Parlante Nel Microfono Lupo Grigio non avere lingua biforcuta. Quando dice cosa, cosa è. Augh.

Allora: per i poteri conferitimi dall’Assemblea dei soci del blog “Benvenuti nel sito ufficiale di Sergio Tavčar” indico per sabato 18 di novembre p. v. una sconvenscion straordinaria autunnale. L’evento si svolgerà con inizio ufficiale dei lavori alle 13.00 presso l’Agriturismo Ušaj di Nabrežina-Aurisina (ex provincia di Trieste), sito presso il numero civico numero 8 della località.

Per ulteriori informazioni consigliamo di consultare la pagina web della location dell’evento che si può trovare digitando “agriturismousaj.it” e nel quale i partecipanti potranno trovare tutte le informazioni necessarie.

Tornando seri non aggiungo altro, anche perché non voglio bruciarmi ore e ore di discussioni su tutti i temi aperti in queste ultime settimane che penso interessino tutti, me in primis, dall’alta politica, a cosa è sport e cosa non è, alle sorti di Milano nel basket, insomma a tutti gli argomenti che ci coinvolgono.

Prima di tutto una conferma a Marco Giacomini che in effetti per la data prevista sarò a Cento e che ci sarà anche coach Stefano Michelini che mi ha telefonato confermando la presenza. Se a qualcuno interessa, fra l’altro, il mercoledì prima, mi sembra che sia il 22, sarò a San Vendemiano sempre per una serata fra amici (agonisticamente neanche tanto, perché hanno appena battuto il mio Jadran in C Gold).

Ho visto anch’io la partita fra EA7 e Segafredo (parafrasando Buck, perché anch’io non me la sento di chiamarle Olimpia e Virtus) e devo dire che in fase di commento avete detto tutto voi. Io di mio aggiungo, battendo sempre la lingua dove dente duole, e a me duole tanto già da molto tempo, che mi è parsa stridente l’assenza in ambo i campi di un play, di uno cioè che faccia quello che il play deve fare, ragionare, dettare i tempi e distribuire le conclusioni, alla radice di tutto fare gioco. Bologna è da questo punto di vista tragica: con questo impianto di gioco non vedo come possa vincere una partita punto a punto, visto che in ogni finale il suo gioco, già labile di sé, si squaglia.