Prima di passare al basket alcune precisazioni sulle famose “ić” invece di “ič” nei cognomi di alcuni giocatori sloveni. Per chi non lo sapesse le due diverse grafie del segnetto sopra la “c” sono assolutamente dirimenti per scovare le origini di una persona dell’area jugoslava (in senso geografico). La “č” ha una pronuncia dura , diciamo lo stesso tipo di c di ciliegia detto soprattutto da Roma in giù, mentre la “ć” ha una pronuncia molto più tenera che a noi che parliamo dialetti di origini venete riesce benissimo per esempio nelle parole “cior”, “ciapin” eccetera. Il trucco è che la c tenera (“meki ć), considerata come consonante a parte, esiste solamente nel serbo-croato, mentre in sloveno non esiste proprio. E dunque i patronimici sloveni (Blažič, Prepelič, dei giocatori dell’attuale nazionale) vengono scritti con la c dura, mentre la c tenera esiste nei patronimici di origini serbo-croate che dunque distinguono subito, a prima vista, le origini della persona che porta questo tipo di cognome. Come detto già altre volte (e Jesenice è solo un esempio) nella vecchia Jugoslavia la Slovenia, da repubblica più progredita, attirava molte persone dal sud in cerca di lavoro, esattamente lo stesso fenomeno per il quale a Torino ci sono molti più tifosi juventini che torinisti. Le quali comunque sono ormai arrivate alla terza, se non quarta generazione, di gente nata in Slovenia, che si sente slovena al 100% (facciamo da 70% a 90%... Dragić, Murić, Zagorac – a proposito, anche la desinenza –ac invece di -ec è decisiva per scoprire le origini) pur portando il retaggio del cognome originale.

Posso dire che sono molto contento? Non certamente per la presa in giro che mi ha piazzato Franz, che ora se la starà ridendo a crepapelle per aver io nuovamente cannato il pronostico di Italia-Finlandia come a Capodistria 4 (!) anni fa, ma per il fatto che avete tutti inquadrato perfettamente l’andamento della partita che vi interessava con commenti giusti, equilibrati e tutti da condividere. Posso dire che sono tutto sommato fiero del mio blog, perché finalmente si riesce a discutere in modo serio, equilibrato, documentato, fra persone che ragionano? Grazie di esistere perché a frequentare altri siti non si direbbe che una cosa simile sia possibile.

Breve intervento con i pronostici per i primi ottavi di finale, con tanti se e tanti ma, con buona pace di Franz.

Slovenia-Ucraina. Comincio da lontano: l’anno scorso le due squadre si trovarono nello stesso girone di qualificazione e vinse senza troppi problemi ambedue le volte la Slovenia senza Dončić contro l’Ucraina con Fesenko. Per cui sulla carta non dovrebbe esserci partita. Sempre che la Slovenia non cada nella per lei esiziale sicurezza di essere forte prendendo la partita sotto gamba. Se non fa questo errore, e comunque non dovrebbe farlo se non altro perché il fatto di essere ancora imbattuta e avendo giocato molto bene contro la Francia, e avendo inoltre visto che intorno di babau veri non ce n’è, per cui it’s now or never, fa in modo che la squadra sia piena di voglia e energia, allora problemi non dovrebbero essercene. Del resto se prima dei Campionati qualcuno avesse fatto un sondaggio fra i giocatori su quale sarebbe stata per loro la squadra da affrontare negli ottavi probabilmente l’Ucraina sarebbe stata scelta in modo quasi plebiscitario.

Franz! Pensavo mi conoscessi. Se c’è una cosa che non farò mai, neanche sotto tortura, sarà uniformarmi all’andazzo moderno del mi piace, non mi piace, che è l’anticamera dell’inferno della semplificazione di cose complicate, che è in definitiva la ragione prima e ultima per la quale il ragionamento, l’unica cosa che ci distingue dalle altre specie viventi su questa terra, sta andando a donne di malaffare e l’umanità si sta sempre più primitivizzando. Dovresti sapere che il sistema twitter, non per niente quell’imbecille totale di Trump è l’unica cosa che usa, è esattamente agli antipodi di quello che io intendo per comunicazione fra persone intelligenti. Banalizzare le cose che sono per definizione complicate e meritorie di approfondimenti ai quali, più si va avanti, meno se ne vede la fine, è la via più diretta per rincretinire tutti quanti. Cosa che alla mia età mi rifiuto categoricamente di fare. Ed è proprio per questo che sui social non mi vedrete mai neanche in cartolina.

Dico subito che l’esortazione (?) di Franz sarà esaudita solo molto parzialmente. In questi giorni purtroppo siamo in piena emergenza nella nostra redazione per cui dobbiamo lavorare di più, in più ci sono tantissimi eventi da seguire, ragion per cui ogni turno TG è una specie di tortura stressante, in quanto ci sono tante cose che si verificano proprio minuti prima della chiusura della redazione del TG, e inoltre come ogni volta che c’è una grande manifestazione cestistica scrivo regolari commenti anche per il Primorski Dnevnik, il quotidiano della minoranza slovena in Italia.

Oggi comunque, complice anche una bufera che mi ha dissuaso dall’andare a Capodistria preferendo rimanere a casa (perdendo ore di lavoro che dovrò comunque recuperare pena il taglio dello stipendio – solo una stupidissima burocrazia ereditata dal regime socialista può pensare che il lavoro del giornalista sia quello di essere il più possibile seduto dietro la scrivania senza considerare affatto l’unica cosa importante del suo lavoro, e cioè di quanto programma produce e di che qualità e che dove lo produce è totalmente irrilevante) non avendo, appunto, incombenze nel produrre programma (detto in breve, non sono in turno), posso anche scrivere qualcosa come primo impatto con gli Europei.

Un po’ di miscellanea meno impegnata anche per partecipare all’interessante dibattito che si è sviluppato fra di voi. Capitolo atletica. È uno sport, intanto, che ho sempre guardato con passione da quando ero piccolo, perché quando la prestazione atletica è fine a se stessa è uno dei più nobili tentativi umani di arrivare al proprio limite attraverso un percorso che presuppone la ricerca più profonda possibile delle proprie risorse sia fisiche che mentali, per cui risponde a una delle più ancestrali pulsioni dell’essere umano che, proprio perché ha coscienza di se stesso, è un essere che attraverso il gioco e lo sport sublima le difficoltà che la vita gli pone davanti in campi ben più importanti insegnandogli come affrontarle. 

Oggi mio fratello mi ha dato una bellissima notizia. Grazie all'apparecchiatura di un vicino di casa amante del modernariato (fra l’altro è il figlio del mio professore di Analisi 2 nonché nipote del famoso giornalista Demetrio Volcich) è riuscito a ripristinare il suono dei miei antichissimi nastrini che registravo da giovane sul mio Geloso. Ora proverà a inventariare tutto il materiale, che è tanto, e a trasportarlo su qualche supporto più moderno. Fra questo materiale, a parte registrazioni importanti dal punto di vista privato con le voci di cari che da tanto tempo non ci sono più, ma mi mancano ancora come se fossero scomparsi ieri, c’è anche un nastrino per me preziosissimo etichettato semplicemente come “6-3-1971, hockey Jugoslavia-Austria” sul quale dovrebbe esserci la mia primissima telecronaca che proprio mio fratello ebbe l’accortezza di registrare dal televisore appoggiando il microfono del Gelosino all’altoparlante. Se riuscirà a trovarlo e a ripristinarne il suono penso che sarà interessante per molti ascoltare come iniziò praticamente lo sport su Telecapodistria e dunque lo posterò.