Prima di tutto una conferma a Marco Giacomini che in effetti per la data prevista sarò a Cento e che ci sarà anche coach Stefano Michelini che mi ha telefonato confermando la presenza. Se a qualcuno interessa, fra l’altro, il mercoledì prima, mi sembra che sia il 22, sarò a San Vendemiano sempre per una serata fra amici (agonisticamente neanche tanto, perché hanno appena battuto il mio Jadran in C Gold).

Ho visto anch’io la partita fra EA7 e Segafredo (parafrasando Buck, perché anch’io non me la sento di chiamarle Olimpia e Virtus) e devo dire che in fase di commento avete detto tutto voi. Io di mio aggiungo, battendo sempre la lingua dove dente duole, e a me duole tanto già da molto tempo, che mi è parsa stridente l’assenza in ambo i campi di un play, di uno cioè che faccia quello che il play deve fare, ragionare, dettare i tempi e distribuire le conclusioni, alla radice di tutto fare gioco. Bologna è da questo punto di vista tragica: con questo impianto di gioco non vedo come possa vincere una partita punto a punto, visto che in ogni finale il suo gioco, già labile di sé, si squaglia.

Subito un’avvertenza. Chi di voi segue con attenzione i commenti avrà visto che ho depennato alcuni di quelli del post precedente. La cosa, visto che ora ne scrivo uno nuovo e dunque suppongo che i successivi commenti andranno in calce a questo nuovo pezzo, ha un significato assolutamente simbolico, ovviamente, ma ho voluto fare lo stesso questa sfoltita per far capire a voi che scrivete quali sono state le deviazioni che non mi sono piaciute, nel senso che coinvolgevano più o meno due soli utenti con gli altri che nel frattempo leggermente soffrivano, cosa che qualcuno fra le righe ha anche sottolineato. Spero che i coinvolti non se la siano presa, in quanto erano fra l’altro commenti pensati, comunque interessanti e civili. È solo per far capire la piega che desidererei prendesse questo blog con il minimo possibile di deviazioni fuori tema, fuori soprattutto di un tema che avevo già definito ostico e a me antipatico, classico tema che fa sbracare un sito di commenti (non voglio chiamarlo forum, perché questo spero che sia tutto fuori che un forum), e che vi avevo pregato di sfiorare, se possibile, solamente di striscio, più che altro per lo scambio di informazioni su testi e scritti che possano far capire di più le cose sui temi che a molti interessano, tenendo fuori il più possibile le interpretazioni personali.

AlbertoAtene, grazie! Grazie di tutto il cuore, perché altrimenti queste mie considerazioni avrebbero avuto tutto un altro tono, al confronto del quale quello di Savonarola sarebbe apparso un discorso di Gandhi, mentre grazie al tuo intervento posso usare termini molto più pacati, termini dei quali penso che non dovrò in seguito vergognarmi. 

In breve hai detto tutto tu, facendo la dovuta chiarezza. Allora, per un’ultimissima volta chiarisco definitivamente qual è il mio pensiero. Sulla regola che permette a una Nazionale di basket di schierare un passaportato, indipendentemente da come e per quali ragioni il passaporto gli sia stato dato, sono perfettamente d’accordo che è una regola sbagliata. Punto. Al limite anche sommamente ingiusta e, peggio ancora, inutile. A parziale scusante posso addurre la difficoltà che avrebbe la FIBA a discutere di caso in caso con ricorsi e controricorsi nei casi al limite (per esempio come mai Filloy possa giocare impunemente da italiano mentre Omić, che ha fatto esattamente lo stesso identico percorso agonistico, debba giocare da passaportato non riuscirò mai a capirlo, ma il succo del discorso sta tutto da un’altra parte), per cui suppongo che abbia deciso di tagliare la testa al toro decidendo che ogni Nazionale potesse schierarne uno per campagna indipendentemente da come il passaporto fosse stato ottenuto.

Visti totalmente respinti, proprio perché viviamo su pianeti diversi e visto che mi convinco sempre di più che chi vive da sempre in uno stato unitario da più di 150 anni e non conosce i problemi degli altri pensa che quelli suoi siano il massimo (mio papà usava in questo caso una locuzione tedesca: “Come il piccolo Pietro vede il mondo”) e dunque parlare con lui è come parlare al muro, i miei tentativi di spiegare cos’era la Jugoslavia politicamente, ma soprattutto culturalmente e socialmente, e visto che sulla sponda Randolph continueremo a essere su due sponde di due oceani diversi (chiaramente come io non ho convinto voi, tanto meno voi avete convinto me), e solo rispondendo in breve a Pado che prima di parlare di Randolph “ex post” ho fatto una premessa facilmente localizzabile, che diceva che durante il campionato ho progressivamente cambiato idea sul suo utilizzo spiegando anche perché, e anche qui innescando un dialogo fra sordi, a questo punto uso un’altra frase di mio papà, questa volta in sloveno, che diceva: “Sergio, pametnejši odneha!”, che cioè il più saggio smette per primo, e dunque rispondo con piacere alla richiesta di Franz (lui è il più saggio di tutti, evidentemente, perché è quello che ha smesso per primo) di parlare dell’Europeo dell’Italia.

Mamma mia, quanta roba! Non so da dove cominciare. E allora per prima cosa continuo il mio sfogo che si sta sempre più colorando di estasi/orgasmo vedendo i complimenti a denti stretti che vengono fatti, come siamo tutti contenti, bella favola, ma…intanto con Randolph è stato facile, la Slovenia (ripeto, che nella storia in faccende analoghe ha ricevuto calci in faccia da quando esiste e che stavolta ha voluto per una volta tanto fare come tutti gli altri, ma ci ritorno fra poco, perché di rospi da sputare ne ho per uno stagno) ha barato, noi invece…l’arbitraggio ha dato una mano (cazzata totale, guardando la partita una settimana dopo a mente molto più fredda continuo a credere che semmai qualcosa da recriminare lo avrebbe la Slovenia, e allora dico che semplicemente l’arbitraggio è stato prevedibilmente scarso, che Đorđević, sapendo benissimo che gli arbitri erano scarsi, ha fatto un pressing spudorato su di loro provandole tutte per vincere e protestando platealmente anche in situazioni assolutamente risibili e che infine un bel tecnico alla panchina serba era maturo da almeno una decina di minuti)…insomma, le scuse per dire che la Slovenia ha vinto sì meritatamente fino a un certo punto le avete trovate tutte, per cui godo sempre più come un suino mentre tentate di arrampicarvi sugli specchi per non voler accettare che una scalcagnata e minuscola Slovenia possa avere una squadra di basket che distrugge strada facendo Francia e Spagna, batte la micidiale Lettonia, vera finale anticipata, nella quale la Slovenia ha giocato incomparabilmente meglio che in finale (merito questo anche della Serbia, senza dubbio, ma se solo Dončić, prima ancora di scavigliarsi, avesse giocato solo circa come aveva fatto contro la Lettonia la partita sarebbe finita in largo anticipo come contro la Spagna che spero adesso non mi verrete a dire che era scarsa), cosa che sono sicuro inneschi anche a livello subconscio una specie di meccanismo di difesa, della serie, accidenti, se vince la Slovenia allora noi siamo veramente mal messi. In più tutti questi discorsi su Randolph, stante la mia esortazione, avranno un effetto ecologicamente fondamentale, ripulendo da ogni residuo di plastica tutti gli oceani del globo.

Eccomi qua. Finalmente dopo una serie di giorni caotici oggi mi sono preso ferie per il fine settimana, visto anche che domani e sabato farò il “commentatore tecnico” per le telecronache in streaming della Lega2 della Supercoppa di Lega che si gioca a Trieste. Ovviamente lunedì è stata una giornata folle con servizi, commenti, chiacchiere e discussioni nonché feste, ovvio, e poi di sera sono andato a Lubiana alla festa della vittoria per fare qualche intervista da mettere in onda lunedì nel mega servizio che faremo per la prima giornata della nuova stagione della nostra Zona sport. Poi martedì e ieri ero in turno, per cui appena oggi ho tempo.