Vedo il Grande Fratello
- Scritto da Sergio Tavčar
Io spero vivamente che la gente mi legga ancora, anche se mi faccio vivo una volta ogni morte di papa e parlo di argomenti che non sembrano interessare granché, almeno a giudicare dal numero di saltuari commenti che ha accompagnato il mio ultimo pezzo. Non è tanto per voler essere al centro dell’attenzione, ma per non dilapidare il tesoro accumulato in questi anni, che sono gli amici che vengono alle sconvenscion ed ai quali, devo confessare, mi sono molto affezionato.
Sto vivendo un momento molto difficile (dal punto di vista creativo, non vi spaventate – dal punto di vista fisico, compatibilmente con gli anni che scorrono implacabili, me la cavo ancora decentemente) in quanto io sarei per definizione uno che è vissuto di basket, che si è fatto conoscere con il basket, che viene considerato a volte anche uno che di basket ci capisce, e la gente si attende che parli di basket. Posso farlo, solo che in questo momento non avrei proprio nulla da dirvi di ponderato, visto semplicemente che di basket in questi ultimi tempi ho visto molto poco.
Non è uno sport per signorini
- Scritto da Sergio Tavčar
Devo dire che le Olimpiadi mi hanno divertito e appassionato. Oltre alle due cerimonie ho commentato i salti e il fondo. E se i salti sono stati in perfetta sintonia con i pronostici della vigilia fino al minimo particolare, soprattutto in campo femminile con sul podio nello stesso ordine la prima, la seconda e la terza di Coppa del mondo e nel concorso a squadre con facile prima la Norvegia e Germania e Polonia a lottare per l’argento fino all’ultimissimo salto con le altre debitamente staccate, e se in tutto ciò si considera che gli sloveni hanno fatto mesta tappezzeria, e dunque mi hanno divertito molto poco, il fondo è stato spettacolare. Le piste erano bellissime, il tempo per la maggior parte è stato buono, e ogni gara è stata meravigliosa. Penso che si potrebbero raccontare tantissime storie, ognuna densa di significato e per qualche verso storica o commovente.
Fak you!
- Scritto da Sergio Tavčar
Ci sono le Olimpiadi invernali. Che però sembra non interessino nessuno, almeno a leggere i vostri commenti che, mi sembra, vertano soprattutto sul 6 Nazioni di rugby. Del resto c’è un’edizione olimpica che si svolge in capo al mondo, in un luogo martoriato da temperature e venti polari, che fra l’altro per venire incontro alle esigenze televisive del mondo sviluppato degli sport del freddo fa gareggiare la gente ad orari impossibili, cosa che a sua volta fa sì che la cornice di pubblico, salvi gli sparuti fanatici che si sono sobbarcati viaggi interminabili (ci sono stato nell’ ’88) per essere presenti, è in realtà totalmente assente. Del resto l’unica cosa che interessa i coreani è il pattinaggio di velocità e in parte minore quello artistico, per il resto per loro si tratta di attività fisiche mai viste prima in vita loro.
Da Belgrado all'America
- Scritto da Sergio Tavčar
Mi scuso con tutti voi per non essermi fatto sentire per tanto tempo. Ho visto comunque che non vi manco granché, in quanto state discutendo animatamente, ma amabilmente, fra di voi su tanti argomenti, per cui leggo i vostri interventi compiacendomi del fatto che finalmente c’è un sito dove si possono trovare spunti nuovi e discussioni intelligenti e interessanti. Ho pensato comunque che è forse tempo che anch’io dica la mia. Intanto, a mo’ di scusa, devo dire che sono stato anche emotivamente molto lontano da questo sito in questi ultimi tempi, in quanto ero assorbito, ripeto, anche e soprattutto emotivamente, dalla mia quattro giorni di Belgrado nella quale ho presentato la traduzione in serbo del mio libro.
Vacche e banane
- Scritto da Sergio Tavčar
Sulla falsariga del mio pezzo precedente vorrei continuare a citare il Delo, giornale che leggo sempre con molto interesse, in quanto lo trovo fatto molto bene, soprattutto con molta politica estera, trattata in modo estremamente obiettivo e che soprattutto affronta temi che normalmente sui giornali italiani non si trovano (forse un retaggio altamente positivo dei tempi del non allineamento titino). Stavolta però si parla di politica interna, o per meglio di economia, con una lunga intervista alla facente funzioni della direttrice del SURS, l’ISTAT slovena, sullo stato del Paese a fine anno. E noi che ce ne frega della politica interna slovena? -potreste dire perfettamente a ragione. Il pezzetto finale dell’intervista è però a mio avviso estremamente illuminante e si ricollega direttamente alla lunga querelle sull’impiego di Randolph nella nazionale slovena che io ho caldeggiato e salutato a posteriori prendendomi tutta una serie di improperi (chiamiamo così i cazzeggi, diciamo terra terra come stanno le cose) da parte vostra. La mia tesi era che mi tengo Randolph tutta la vita se porta ai risultati che il suo impiego ha prodotto, non tanto dal punto di vista strettamente sportivo (anche se portare per quattro anni il titolo di Campione d’Europa di basket non è certamente cosa da poco), ma soprattutto da quello del risveglio nazionale e della creazione di un clima sociale positivo e ottimista, soprattutto per un popolo naturalmente tetro e pessimista come quello sloveno.
Delo-crazia all'italiana
- Scritto da Sergio Tavčar
Un piccolo intermezzo che non ha niente a che vedere con il basket o con lo sport, per cui potete facilmente saltarlo e la vostra cultura non ne patirà. Penso però che ogni tanto sia interessante vedere come sia vista l’Italia da fuori, parlo proprio di politica (non siete ancora svenuti?), anche perché ovviamente i commentatori stranieri non sono invischiati nelle classiche lotte di potere nelle quali sono invischiati, chi più, chi meno, ma penso che nessuno ne sia totalmente immune, i giornalisti italiani, per cui, qualsiasi sia l’opinione che vi viene espressa, questo tipo di articoli può essere illuminante per avere una visione dall’esterno, di cioè come venga vista l’Italia da chi vi risiede per semplici ragioni di lavoro e basta.
Ragioni invisibili
- Scritto da Sergio Tavčar
Dopo due settimane di tour neanche fossi i Beatles finalmente un giorno da poter stare in panciolle e magari anche scrivere qualche riga.
Doverosa, innanzitutto, per ringraziare quelli che avete partecipato alla sconvenscion che intanto ringrazio per la bottiglia gigantesca che già fatica a stare in dispensa, ma soprattutto per la bellissima giornata che è passata in un baleno e della quale l’unica cosa che mi dispiace è stata che eravamo in un ambiente forse un tantino angusto, per cui era difficile muoversi e intrattenersi con tutti. È stata comunque la prima edizione della sconvenscion autunnale ed è andata onestamente al di là di ogni aspettativa, per cui penso che, ora che abbiamo trovato, mi pare, il periodo giusto, l’appuntamento potrebbe diventare fisso. Voi che ne dite?
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