Divaghiamo alla sconvenscion
- Scritto da Sergio Tavčar
Devo dire che sono molto contento di come si stanno mettendo le cose. Mi sembra di poter dire che la novità del “numero chiuso” ha riscosso l’approvazione di tutti voi ai quali tengo, per cui penso che d’ora in poi tutto quanto sarà più tranquillo, costruttivo e, perché no, divertente.
Intanto qualche numero, se vi interessa. Fino a questo momento, avendo segato tutti i vari zzzax£@zw6ky.com che si presentano in automatico, hanno chiesto la registrazione in 47, numero che onestamente non pensavo potesse essere così ampio, e ho dato l’accesso a tutti meno uno che lascio alla vostra fervida immaginazione divinare chi possa essere stato (però…ce ne sono di facce di bronzo al mondo per avere il coraggio di chiedere l’accesso!).
Dai vostri commenti mi sono inoltre reso conto che le mie istruzioni per l’uso, proprio per la volontà di essere chiare e perentorie, sono apparse anche un tantino minacciose, per cui mi siete apparsi tutti un tantino stremiti. Rispondo subito a Andrea-Go assicurandogli che, se divaga come aveva fatto in passato, veramente non c’è problema. So benissimo che fra un pezzo e l’altro possono succedere cose che sono interessanti e sulle quali si può discutere e commentare, per cui da questo punto di vista non ci sono assolutamente diktat di sorta. Quello che mi dà fastidio e che perseguirò spietatamente sono gli agganci fatti in modo forzoso per portare avanti tesi proprie su temi che non sono stati toccati e che soprattutto il sottoscritto non ha nessun interesse a toccare. Con l’aggravante che poi proprio su questi stucchevoli temi nel passato si innestava una lite feroce con tanto di insulti. Ecco, questo non voglio che succeda nel mio blog. Per il resto mi sembra che siate stati un tantino troppo imbalsamati nei vostri primi commenti, per cui spero che d’ora in poi le cose diventino più rilassate e, perché no, anche divaganti quando le divagazioni possono portare sale e pepe alla discussione.
Procediamo con moderazione
- Scritto da Sergio Tavčar
Come prima cosa istruzioni per l’uso. Chi vorrà commentare dovrà dapprima registrarsi, dopo di ché il sottoscritto deciderà se sarà abilitato a commentare. Per principio questa fase dovrebbe essere una formalità, ma…il sottoscritto avrà anche accesso a una lista di tutti i registrati e se qualcuno dovesse scrivere cazzate o andare fuori tema o ancora imbarcarsi in qualche classica polemica fatta di insulti sarà disabilitato con un semplice clic. Potrà ovviamente sempre ri-registrarsi e se si sarà ravveduto nessuno più contento di me. Se però dovesse pervicacemente continuare nell’andazzo la condizionale sarebbe sospesa e l’esclusione diverrebbe permanente.
Per partecipare le regole sono dunque:
1) attenersi al tema e fare le proprie considerazioni facendo in modo di mettere sul piatto argomenti magari non trattati o trattati superficialmente per contribuire alla discussione e ampliare l’orizzonte anche, perché no, culturale dei partecipanti. Ovviamente sono molto ben viste argomentazioni in dissonanza con quanto detto nel pezzo, in quanto non esiste discussione se non si è in disaccordo su alcuni punti. Se tutti sono d’accordo la discussione non c’è, per cui qua non si tratta di pensiero unico, ma semplicemente di discutere nell’ambito del tema trattato per arricchirci tutti quanti.
2) non rispondere direttamente a qualcuno con l’intento di scatenare una polemica. Chi trasgredirà a questa regola sarà bandito con voluttà e fredda determinazione.
3) farsi vivi per mettere sul piatto altre cose o aprire temi nuovi sarà strettamente proibito (Edoardo! Vale soprattutto per te – sarò totalmente inflessibile. Sappi che potrò cancellare anche singoli post, per cui non tentare nemmeno). Ho la presunzione di affermare che il tema introdotto basterà e avanzerà per una proficua discussione. Digressioni verboten.
Per chiudere il circo
- Scritto da Sergio Tavčar
Comincio come succede a volte per il turno TG quando dobbiamo lanciare una telecronaca che andrà in onda più tardi.
Subito un annuncio: questo è l’ultimo pezzo in chiaro su questo blog. Dopo averci lavorato sopra per un po’ di tempo con false partenze varie, il validissimo administrator Tommaso sembra abbia finalmente risolto i problemi tecnici e dal prossimo in poi i commenti saranno abilitati solamente a discrezione del sottoscritto. Ve lo avevo annunciato e non essendo una lingua biforcuta la cosa, esaurita ogni stilla di pazienza possibile, va in opera. Spero così vivamente di riuscire a risvegliare l’interesse di tutta una serie di gente che è da tempo immemorabile che non si fa più viva, dal mio amico Walter di Castelfranco a Andrea di Gorizia per non parlare di tanti altri, che davano il tono ai commenti con interventi di spessore, cosa che con il tempo non si è più vista, essendo diventato questo blog come tanti altri, nei quali la gente più che altro si insulta volendo a tutti i costi dimostrare (!? – affermare, gridare) di aver ragione. E non vedo la ragione per cui, essendo pigro di natura, dovrei sforzarmi a scrivere per gente che in realtà non mi né segue né ascolta né soprattutto si sforza di capire quello che volevo dire.
Cambierà la musica
- Scritto da Sergio Tavčar
Piccolo intermezzo che potete saltare tranquillamente continuando a tentare di distruggere questo blog che senza dubbio, visti i toni delle continue liti fra sordi che inutilmente tento da sempre di limitare, visto che di eliminarle non se ne parla, fra poco verrà tranquillamente evitato come la peste da chi ci tiene un po’, più che al basket, alla semplice convivenza civile. A proposito, visto che in questi ormai lunghi anni mi sono creato, ho la presunzione di dirlo, in quanto ci troviamo alle sconvenscion discutendo sempre in modo intelligente, simpatico e produttivo, tanti veri e cari amici, e visto che a queste persone ci tengo, temo che, se l’andazzo non cambierà, e purtroppo non vedo come potrebbe cambiare, vista la perfida pervicacia dei troll nel tentare riuscendovi di sabotarlo, potete a breve attendervi un trasloco da qualche parte dove si potrà entrare solo previa autorizzazione del sottoscritto (quando ce vo’, ce vo’). È solo ovvio che sarete tutti benvenuti quelli (in linea di massima tutti meno tre) che, come diceva più che giustamente Andrea-Go, all’inizio facevate in modo che a scrivere sul blog fosse un vero piacere.
Non si parla di basket, si parla di musica popolare. Questi giorni sono ovviamente in lutto per la scomparsa di Chuck Berry, anche se, diciamocela tutta, arrivare fino ai 90 e morire serenamente nel proprio letto dopo il tipo di vita che si è vissuta, è impresa in realtà da sottoscrivere in anticipo a due mani, come dicono in Serbia.
Cui prodest?
- Scritto da Sergio Tavčar
È forse tempo di scrivere di nuovo qualcosa, dopo che il mio ritorno al lavoro a gomito finalmente rimesso insieme (bene, per fortuna, dicono le lastre) mi ha fatto fare un gran bel tour de force con i mondiali di sci nordico e in media una telecronaca e mezza al giorno, per cui di scrivere per il blog non avevo tempo materiale.
Detto onestamente non ne avevo neanche tanta voglia. Ho fatto una piccola analisi degli ultimi commenti, dal fondo in su. Ci sono 16 interventi di Edoardo, 11 di Manuel, 9 di paolo, 5 di enrico, 3 di roluk, intervallati solamente da una domanda posta da No Mercy, rimasta puntualmente inevasa, essendo i suddetti impegnati nel solito stillicidio di polemiche sul sesso degli angeli intervallati da contumelie e insulti vari. È chiaro che uno, in presenza di un responso talmente squallido alle cose che scrive, nelle quali crede, nelle quali mette abbastanza impegno per tentare di scrivere cose che possano stimolare una discussione vera e seria sperando di portare il suo piccolo contributo a un generale aumento della cultura cestistica e sportiva in generale, si demotiva di brutto, detto in breve gli cadono gli zebedei.
C'erano una volta i giovani
- Scritto da Sergio Tavčar
Urge post immediato per ringraziare sentitamente tutti voi che mi avete augurato una pronta guarigione, chiarendo però che dopo il crash iniziale molto spettacolare la situazione si sta pian piano normalizzando e, a parte il gomito avvitato che si muove quel tanto che può ma che non mi fa male, per il resto sono praticamente normale, cioè quello di prima (ognuno interpreti come vuole questa frase volutamente sibillina).
Ne approfitto per chiarire anche qualche concetto sui giovani promettenti che ho asserito non aver visto in A-2. Dico subito che su Moretti jr. non ho elementi sufficienti per dare un giudizio, avendolo praticamente mai visto giocare (non giocando a Bologna in TV praticamente non si vede mai), e non ho problema nel fidarmi di quanto mi dite. Del resto mi ricordo benissimo di quanto Mario Blasone fosse entusiasta di suo padre, di cui diceva che era uno dei giocatori più intelligenti che lui avesse mai allenato e che, se solo avesse avuto un fisico un tantinello più reattivo, sarebbe potuto essere uno dei migliori giocatori italiani di ogni epoca, visto come e quanto capiva di basket. E se il frutto non cade lontano dall’albero, allora non dubito che sia una grande promessa.
Ricomincio ad alzare il gomito
- Scritto da Sergio Tavčar
Chissà se c’è ancora qualcuno che apre di tanto in tanto questo blog, visto il tempo immemorabile dall’ultima volta che ho scritto qualcosa. Stavolta, almeno per le ultime due settimane, ho una scusa di ferro. Il fatidico martedì 17 di gennaio, mentre mi recavo al lavoro, dopo aver parcheggiato la macchina, mentre ero a piedi un’improvvisa raffica di bora di violenza inaudita mi ha letteralmente alzato da terra e scaraventato contro un camion di servizio parcheggiato dove normalmente non c’è nessuno. Risultato: maschera di sangue, tagli e botte dappertutto e una volta fatto in ospedale l’inventario dei danni è venuto fuori che, oltre a sei punti di sutura in faccia con annessi connotati stravolti e una caviglia strastorta (per fortuna almeno lei senza fratture), mi sono ritrovato il gomito destro rotto, gomito che mi hanno rimesso a posto venerdì scorso mettendomi un paio di viti per tenere assieme l’osso dell’omero (olecrano) andato in frantumi per la violenza dell’impatto. Finalmente adesso posso muoverlo quel tanto per poter accedere alla tastiera e scrivere, anche se con ovvia difficoltà.
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