Scusate, ma, come dicono gli spagnoli, come è bello far niente e poi riposarsi. Per dire che, con tutte (?) le più buone volontà in questi giorni a casa ho poltrito come un ghiro e non ho trovato la forza (?) per sedermi al computer e scrivere qualcosa. Oggi sono tornato al lavoro (?) e dunque ho tempo (!) per fare qualcosa di utile (non certo per TV Koper).

Sulla sconvenscion a tempo debito. Qualcosa a metà gennaio si potrebbe fare, però dovreste darmi la disponibilità, cioè detto in breve rispondere in modo drasticamente migliore rispetto a questa ultima proposta, lo ammetto, fatta in fretta e furia sotto le feste.

Come inizio voglio sconvolgervi: non tutta, ma buona parte della partita fra Cleveland e Golden State l’ho vista anch’io. Non ho visto il finale, perché dovevo andare via e comunque sembrava che GS fosse in perfetto controllo, per cui mi sono poi molto meravigliato, o forse neanche tanto, quando sono venuto a sapere che in effetti la partita l’aveva vinta Cleveland. Come mai l’ho vista? La ragione principale è che in quel preciso momento in cui si giocava la partita in TV non c’era proprio un tubo di decente da guardare, con tutti i 500 canali che ha Sky, e poi, devo confessarlo, perché è stata a mia grande sorpresa una vera e propria partita di pallacanestro, non come gli orribili fescennini che avevo cominciato a guardare ogni tanto della stagione finora giocata e che mi avevano fatto venire il latte alle ginocchia.

Subito una domanda a bruciapelo. La settimana prossima sono in ferie e si potrebbe organizzare una bella sconvenscion volante la sera dell'antivigilia (venerdì 23). Non giovedì che è giorno sacro dedicato al bridge, eventualmente mercoledì 21, ma mi sembra un tantino presto per organizzare le cose a modo. Visto che è una proposta, mi rendo conto, che arriva ben fuori tempo massimo, sarebbe bello se gli eventuali interessati si facessero vivi il prima possibile per vedere se e come si può fare.

Leggendo i commenti a quanto scrivo ho notato che praticamente tutto quanto è di interessante e stimolante in fatto di discussione avviene entro i primi 15-20 commenti, dopo di ché comincia il solito balletto di botte e risposte fra l’incallito Edoardo e il suo altrettanto incallito manipolo di denigratori che sembrano attendere solamente un pretesto qualsiasi per dargli contro con l’aggravante che ognuno cita i commenti degli altri, per cui si spreca uno spazio esorbitante per riportare quanto magari scritto nel post sopra con ciò appesantendo ancora di più un battibecco sterile come tutti i battibecchi che vengono messi in piedi a prescindere, per la semplice ragione che qualcuno non è simpatico a qualcun altro. È solo ovvio che una cosa del genere è totalmente illeggibile ed è pertanto altrettanto comprensibile che tutta una schiera di commentatori della prim’ora si sia stufata di partecipare, tanto si sa come va a finire. Per esempio avete dato un’occhiata a quanto da me scritto nell’ultimo post e avete fatto un paragone con quanto viene “dibattuto” negli ultimi commenti? Trattasi di cose del tutto diverse che nello svolgimento del “dibattito” (sempre fra virgolette, perché di tutto si tratta meno che di un dibattito, perché questo presuppone che ci siano opinioni a confronto e non una continua proposizione delle stesse cose da parte di ognuno) ricordano tantissimo il famoso giochino del telefono senza fili che si faceva da bambini, o per quelli che fanno la Settimana Enigmistica il famoso gioco del Bersaglio, dove partendo da una parola si arriva dopo una serie di passaggi a tutt’altra cosa.

Domani comincia l’NBA. E allora è il momento giusto per parlare di tutto altro, se non altro per provare a spiazzare tutti quelli che vorrebbero che questo spazio fosse come tutti quanti gli altri di basket dedicato all’NBA. Mi appello a tutti quelli che come a me l’NBA non potrebbe essere interessare di meno perché si facciano vivi e provino a far sì che questo spazio sia più o meno “NBA free”. O, in subordine, provino a non rispondere ai soliti trolls che sicuramente proveranno come sempre pervicacemente a spostare il dibattito su quanto succede nell’NBA, continuando anche a decantarne le sublimi doti, suscitando così come sempre succede le convulsioni all’autore di queste righe quando scorre i commenti a quanto lui scrive.

Posta arretrata. I tre secondi difensivi sono dal mio punto di vista, prendendola proprio filosoficamente ragionando sullo spirito ultimo di ogni gioco di squadra, la puttanata più gigantesca che mai sia stata inventata. Ogni gioco di squadra prevede che la squadra in difesa abbia tutte le possibilità legali per impedire alla squadra in attacco di segnare (gol, canestri, schiacciate…) e che l’attacco debba confrontarsi con qualsiasi tipo di difesa gli venga proposta per venirne a capo. Nella pallamano esiste la linea dei sei metri per ovvie ragioni di intasamento e per dare al portiere una possibilità qualsiasi di difendersi su tiri che vengono scoccati con le mani, dunque con gli arti incomparabilmente più abili e precisi che abbiamo. Nella pallacanestro non si tratta di far gol, ma di buttare la palla a canestro. Tutto qua. Per cui dire alla difesa come deve muoversi, con l’attacco che ha già comunque la netta prevalenza, sia perché tratta la palla con le mani, ma soprattutto perché il bersaglio è in alto e per impedire di centrarlo le armi in mano alla difesa sono incomparabilmente minori (e, come visto alle Olimpiadi, contro gente di 2 metri e 10 che segna da metà campo non c’è difesa che tenga), escogitare una regola che favorisce ulteriormente l’attacco per fare più spettacolo (e basta, ragioni tecniche vere non ce ne sono) è per me stomachevole. Uno è in area e la intasa? Bene, vuol dire che il suo uomo è da qualche parte liberissimo per tirare. Non è quello che vogliamo, in realtà? Battezziamo un non tiratore? Peggio per l’attacco. Che metta in campo uno che ci prende. Non può piangere che l’altro non lo marca se non segna. Cavoli suoi, non del difensore. No, è una regola stupida, idiota e contraria allo spirito del gioco.

Quanta carne al fuoco! Intanto una precisazione sul mio lungo e discussissimo excursus, diciamo così, genetico (anche se di genetico, per chi ha letto bene, non ha proprio nulla). Leggendo l’appunto di vincentvega con una cortese, ma precisa domanda, e rileggendo quanto da me scritto ho visto con raccapriccio di aver scritto una grossa cazzata. Nel senso che da quanto ho scritto si evince che io propugni l’idea che sia stata fatta ad arte una selezione artificiale da parte dei padroni degli schiavi e che ci sia una grande letteratura nel merito.Non può essere ovviamente vero, tenendo sempre in mente l’atteggiamento che si aveva verso gli schiavi all’epoca come praticamente subumani, per cui sarebbe stato strano che qualcuno si fosse preso la briga di immischiarsi in cose che in realtà non gli fregavano. La letteratura si riferisce ovviamente a tutte le storie, anche letterarie, filmate, di canzoni popolari (Leadbelly eccetera) sul periodo della schiavitù negli Stati Uniti che è, penso, ormai sviscerato in tutti i suoi aspetti.

Rendendomi conto comunque di non essermi spiegato chiedo scusa e abbandono definitivamente l’argomento. Anche perché mi rendo conto che il mio pensiero è stato totalmente stravolto. Quello che mi sembra indiscutibile è semplicemente che, come Mendel insegnava, quando si mescolano geni molto buoni, quello che ne esce non può essere male. E se a mescolarsi sono per generazioni geni di persone selezionate non dalla natura, ma da calamità artificiali prodotte da altri esseri umani, quello che ne esce alla fine non può che essere molto buono. Cosa che abbiamo fra l’altro sotto gli occhi in modo lampante. O contestate anche questo?

Intanto un grazie di cuore a Paolo per aver compreso perfettamente le mie ambasce e avermi ulteriormente spronato alla mia irrevocabile (che poi revoco, io mona, ogni volta) decisione di lasciar perdere coloro che pervicacemente tentano di convertire all’unico Verbo cestistico che ci sia, quello dell’NBA, gli infedeli che non ci stanno. Ma che soprattutto ringrazio per avermi accomunato addirittura a una somma penna del giornalismo italiano quale Gianni Clerici (che leggevo avidamente già da piccolo quando scriveva per il Giorno – ricordo che quasi piansi leggendo la sua descrizione della sconfitta di Pietrangeli al quinto set di una semifinale di Wimbledon contro l’allora dominante Laver). E’ perfettamente esatto: nel mio piccolo propugno nel basket quanto lui da secoli afferma per il tennis. Đoković potrà anche battere Laver 6-0, 6-0, ma un match Laver-Rosewall vale in una vita di appassionato di tennis da solo tutti i grandi scontri al vertice di quest’ultimo secolo. Come lo capisco!

Prima di rispondere a un paio di domande molto interessanti che mi sono state poste qualche sassolino fuori dalle scarpe. Lo giuro, ne parlo per l’ultima volta, perché evidentemente dire milioni di volte la stessa cosa con il risultato fisso e sconfortante di avere la netta impressione di parlare a gente sorda perché semplicemente non vuole sentire è molto frustrante. Che però a me, asino, il bue mi dia del cornuto questo proprio non lo posso digerire. Prendo a esempio il post di Stefano, uno che se non altro mi si è rivolto in tono cortese e educato, cosa che apprezzo tantissimo (anche se poi nel finale ha sbracato un po’, ma è comprensibile…). Se per caso viene dalle mie parti sarei molto contento di andarci a bere assieme una birra dicendoci tutto faccia a faccia (l’unico modo che concepisco per parlare con le persone, per questo mi piacciono tanto le sconvenscion), magari insultandoci a vicenda per poi bere la birra della staffa. Sono ormai più di sei anni che esiste questo blog e non ricordo l’infinità di volte che ho tentato di spiegare a suon di argomenti perché l’attuale NBA non mi piaccia per niente, Fondamentalmente le ragioni a mio avviso sono due: la grandissima popolarità creata a suon di merchandising e propaganda che ne ha fatto uno spettacolo a volte fine a se stesso, cosa che poi rende molto difficile riacquistare la mentalità giusta quando le partite si fanno importanti, ma soprattutto perché il reclutamento ha perso ogni aggancio con il basket propedeutico e formativo dei college. E il divario stridente fra il gioco degli americani uomini e delle americane in queste Olimpiadi è per me la prova definitiva di quanto supposto. Le prove sono lì, basta avere l’onestà intellettuale di considerarle. Per quanto mi ricordo l’ultimo senior prima scelta è stato Tim Duncan ancora profondamente nel secolo scorso, non proprio l’ultimo scemo, e infatti per tutta la carriera è stato un manuale di tecnica e concretezza. Poi solo balzi, direttamente dal liceo per i più forti, da Kobe a Lebron, massimo dopo un anno tipo Melo e via dicendo.