Stavolta voglio raccontarvi un aneddoto. Quanto sia pertinente agli ultimi fatti sta a voi decidere. Tempo fa, durante i playoff sloveni, la telecamera ha inquadrato in tribuna un bel quadretto familiare. A vedere la partita c’era infatti Peter Vilfan, forse il miglior giocatore sloveno di sempre, almeno finora (l’immenso Daneu a parte, ma lui era di un’altra epoca), che chiacchierava con il genero Vlatko Ilievski (il play macedone, arrivato a Lubiana poco più che ventenne, vi si è poi stabilito permanentemente, ovviamente anche e soprattutto per affari di cuore) e con il nipotino di una decina di anni. A proposito sembra che la figlia di qualche anno più grande sia una specie di Dončić in gonnella. E allora mi sono ricordato di quando Vilfan giocava e di un aneddoto che ha raccontato nella sua autobiografia e che ora riporto. Avvertenza: metto il virgolettato per semplicità, ma la mia assolutamente non è una traduzione di quanto scritto nel libro, ma un sunto a memoria. E dunque se c’è qualche errore mi scuso in anticipo con Vilfan e con tutti i suoi lettori.

Oggi comincerò parlando di pallavolo. Prima che sveniate (o vi svenate) dico subito che siamo perfettamente nel solco del discorso sui diritti sportivi a cui abbiamo un po’ tutti accennato nel post precedente. E inoltre su quest’argomento, che è per me di importanza storica, non ho letto neanche una riga sulla Gazzetta o, se l’argomento è stato trattato, lo è stato in modo del tutto marginale.

Allora: come sapete nella pallavolo c’è (c’era, ma su questo fra qualche istante) la World League, suddivisa in tre divisioni. La Slovenia, vinta l’anno scorso la terza divisione, ha dominato quest’anno anche la seconda. Qualificatasi per la Final Four che si è giocata a Gold Coast in Australia (che qualcuno non mi venga a dire “sulla” Gold Coast, trattandosi, malgrado il nome, di una città nel Queensland) la Slovenia ha dapprima liquidato con un secco 3 a 0 l’Olanda e infine si è trovata in finale il Giappone che nell’altra semifinale aveva battuto al tiebreak l’Australia. Altro dominio degli sloveni (3 a 0 con il primo e il terzo set nei quali ha tenuto i giapponesi sotto i 20 punti e con il secondo vinto 26 a 24), baci a abbracci alla fine e qualifica acquisita per l’Empireo mondiale.

Quando sono in ferie non ho voglia di fare niente (quando uno è pigro, lo è in modo integrale), ma in questi giorni il tempo si è guastato, per cui la consueta routine del bagno di sole continuato, con tanto di scorte di sudoku, non è praticabile, per cui, in mancanza di meglio…

Scherzi a parte (ma neanche tanto…) devo innanzi tutto ringraziare tutti quelli che sono venuti alla sconvenscion per la bellissima giornata (il basket è – era - sport per gente intelligente) e per la coda in serata con cena e bellissima conversazione a tre. Peccato solo che fossimo solo in tre, per il resto è stato perfetto.

Nel frattempo ce n’è stato di basket. Devo comunque dire che la mia attenzione era rivolta per la massima parte agli Europei femminili, dei quali parlerò dopo, per cui del campionato italiano ho visto, anche per una serie di coincidenze temporali, troppo poco per dare un giudizio serio e ponderato, per cui mi limiterò a fare qualche considerazione come dire, a pelle, a sensazione.

Premessa: siamo in un periodo dell’anno nel quale le osmice sono aperte a seconda della disponibilità, nel senso che quando vendono il vino che hanno chiudono. Ragion per cui Vremec ha avuto qualche difficoltà nell’individuare quella giusta fra le disponibili e, dopo un consulto con il sottoscritto, abbiamo deciso di ritornare sul luogo del delitto. Nel senso che faremo la sconvenscion nello stesso luogo in cui abbiamo fatto la prima, e cioè a Mavhinje-Malchina, Osmica Terčon al numero civico 42. Si poteva andare anche da qualche altra parte, ma per chi veniva da lontano, leggi Italia (per noi tutto quello che è oltre Trieste e il Friuli è Italia), la località è la più vicina a Monfalcone, qualche chilometro in linea d’aria, raggiungibile in più modi, tanto che non do alcuna indicazione in quanto so per esperienza che vi affidate a navigatori vari e fate per conto vostro.

Il paese è piccolo, alcuni tipo Walter, Roda (a proposito Roda, dove sei e perché non ti fai vivo?) o Andrea-GO, che c'erano già la prima volta sapranno arrivarci, in quanto si trova più o meno in centro, per cui non ci saranno difficoltà anche per quelli che l'altra volta non eravate.

Tutto sommato l'idea di ritornare dove eravamo già a tanti anni di distanza (qualcuno ricorda quanti?) mi piace e mi sa tanto di anniversario.

 

Ci vediamo sabato da mezzogiorno e mezza in poi come sempre.

Beate ferie! Ho cominciato oggi, per cui posso essere più vigile e vispo per quanto riguarda i miei interventi. Intanto per la sconvenscion: fermo restando sabato 10, il posto non è stato ancora definito, in quanto il mio MC Andrej Vremec ha varie possibilità che sta vagliando e il responso ci sarà domani sera, per cui giovedì mattina saprete dove venire. Il tempo per quel giorno dovrebbe rimettersi in sesto, per cui spero vivamente che siate il massimo possibili, non essendo tutti in Cile o impegnati nei preparativi per il matrimonio (auguri vivissimi!).

Sono sempre più soddisfatto di come stanno andando le cose, in quanto il tono, il livello e gli argomenti trattati nei vostri commenti sono esattamente quello che speravo fossero. Continuate così e penso che saremo tutti soddisfatti nel leggerli, io lo sono sicuramente. Veramente grazie e non lo dico per piaggeria.

Breve intermezzo per rassicurare tutti gli interessati alla sconvenscion. Normalmente sono uno che quando dice una cosa, la da per acquisita, per cui non pensavo che, una volta stabilita la data di sabato 10 giugno, ci potessero essere altri problemi. Per cui confermo la data di sabato 10 giugno con la località che sarà ovviamente stabilita e descritta in tempo utile.

Ne approfitto anche per aggiungere qualche accenno all’attualità. Spero tanto che Pado venga alla sconvenscion, perché avrem(m)o molte cose da dirci. Purtroppo, pur capendo benissimo il suo punto di vista e non potendo non essere d’accordo sulla preoccupazione per l’“andazzo”, sono propenso a confermare tutto quanto già scritto. Non vedo problema per il sistema promozioni-retrocessioni, sempre nel quadro degli Europei a 24 squadre. Ho fatto un paio di conti. Velocemente: Spagna, Francia, mettiamoci Italia per patriottismo, Serbia, Croazia, Turchia, Grecia, Russia, Lituania sono nove. Poi Slovenia, Montenegro, Germania, Belgio, Lettonia, Ucraina, Georgia, Israele e Cechia sono altre nove. E fanno 18. Aggiungiamoci Bosnia-Erzegovina, Gran Bretagna, Finlandia, Olanda, Macedonia, Ungheria, forse Bulgaria e Bielorussia e arriviamo a 26. Anche se ho dimenticato qualcuno (Austria, Svizzera, Slovacchia, Islanda, Svezia?) è veramente fondamentale che agli Europei ci sia la Bosnia invece che la Macedonia o l’Olanda invece dell’Ungheria? E che problemi ci sarebbero per queste per dare vita a una Serie B molto equilibrata e anche interessante e competitiva con qualcosa di veramente importante in palio?

Non concordo neppure sulla differenza fra motivazioni di tipo carrieristico (vetrina) fatta fra calciatori e cestisti. Una sola considerazione: come mai tutti i vari passaportati che evidentemente dei colori per i quali li hanno cooptati non potrebbe fregare loro di meno, quando c’è un Europeo non ne manca mai nessuno, anzi fanno la fila quando qualche Nazionale ne ha più di uno? E ribadisco che è l’UEFA a comandare nel calcio mondiale, comandare nel senso al quale mi riferivo nel pezzo, che è quello di stabilire le date per le varie competizioni e di conseguenza la disponibilità dei giocatori che, ripeto, tutti quelli che al mondo valgono qualcosa, giocano in Europa. Poi in fatto di soldi, di potere eccetera, è tutto un altro discorso, ed è chiaro, anche leggendo i libri di Jennings, che la FIFA di soldi ne muove in quantità paperonesche. Ma per quanto volevo dire in effetti non ha alcuna importanza.

Finito il bellissimo giro d’Italia (a parte il fenomeno con la moto che ha distrutto la Sky) i pomeriggi ritornano ad essere più o meno liberi, per cui qualche commento. Sulla presa di posizione dell’ULEB o come cavolo si chiamano adesso in merito alla disponibilità dei giocatori per le qualificazioni delle nazionali penso di aver detto tutto già tempo fa nel pezzo che ho dedicato proprio a questo problema. Ripeto: l’idea balzana di base è che la FIBA Europe pensi di avere il controllo del basket di club europeo come ce l’ha l’UEFA nel calcio con la sua faraonica Champions’ League che distribuisce barche di soldi secondo una chiave che è secondo me molto equilibrata: tantissimi soldi alle grandi realtà, ma anche spiccioli, che per le loro dimensioni sono vere e proprie iniezioni di importanti contanti, alle realtà minori, segnatamente ai Campioni degli stati più piccoli e poveri. Ne parlo con cognizione di causa, perché è bastata una sola apparizione nella fase a gironi della Champions’ League per far sì che in Slovenia il Maribor abbia attualmente una struttura societaria e mezzi che sono anni luce avanti a quelli degli altri club sloveni.