Scrivere dell’Italia mi riesce difficile. Sono convinto infatti che sarò frainteso e che sarò alla fine annoverato nel novero di coloro che si cimentano nello sport nazionale italiano, il salto sul carro dei vincitori. Sarà veramente difficile tentare di spiegare che secondo me tutto segue un filo logico e ancora più difficile tentare di evitare il classico e odioso “ve l’avevo detto io”.

Comunque ci provo. Parto da una semplice constatazione: non credo vi sia al mondo qualcuno che creda che la nazionale di basket dell’Islanda sia nettamente più forte di quella di Israele. Se qualcuno lo pensa, smetta di leggere e vada a farsi ricoverare per provare a farsi disintossicare dall’evidente massiccia assunzione di sostanze psicotropiche. Eppure l’Italia contro l’Islanda stava perdendo la partita e invece a Israele ha dato 30.  Perché? Semplicemente perché contro l’Islanda, come contro la Turchia il giorno prima, aveva fatto schifo, ieri invece ha giocato maledettamente bene. Tutto qua. Cos’è cambiato?

 

 

 

Non occorre assolutamente che vi preoccupiate per le mie condizioni di spirito. Forse dopo aver strappato su rigore a quattro minuti dalla fine un pareggio alla capolista il mio spirito potrebbe essere abbastanza basso, ma per quanto riguarda la Slovenia non dovete assolutamente preoccuparvi. La squadra era scarsa, non per niente ha cominciato gli Europei con cinque giocatori su 12 senza contratto, poteva fare bene solo giocando ispirata in attacco e al 120% in difesa, l’ha fatto a Zagabria, non è riuscita a farlo a Lille contro una squadra più o meno del suo valore che invece la giornata l’ha pescata giusta e ha perso per una volta tanto del tutto meritatamente, senza alcun tipo di recriminazioni. Forse un piccolo rammarico resta, perché se fosse riuscita per miracolo a qualificarsi per il Preolimpico recuperando Goran Dragić (classe '86), Vidmar ('87), Domen Lorbek ('85) e uno dei due Murić ('90 – tanto per ribattere a un commento acido che avevo letto dopo Italia-Slovenia di Capodistria che diceva che agli sloveni in realtà non mancava nessuno di importante, perché erano comunque tutti bolliti), avrebbe magari potuto covare qualche speranziella, però quel che è stato è stato e, ripeto, era più o meno nell'ordine naturale delle cose. 

Dopo averlo severamente redarguito devo fare un plauso a Edoardo che mi ha risparmiato il lavoro, dando lui le coordinate giuste per risalire al pezzo nel quale parlavo di statistiche. Ieri ero troppo arrabbiato per fare i distinguo giusti: dovevo puntualizzare quella che è in effetti la mia posizione che è quella che il plus-minus è una puttanata galattica se si riferisce a una sola partita ed è comunque irrilevante se si tiene conto di un torneo, nel quale normalmente i giocatori giocano più o meno sempre con gli stessi, ma abbastanza equivalenti compagni, e dunque vale sicuramente qualcosa di più, ma non può certo dire moltissimo visto che non tiene in conto gli avversari contro i quali si è giocato. Sui grandi numeri, come tutte le leggi statistiche dicono, i valori cominciano a essere rilevanti, su questo non ci piove e non l’ho mai messo in dubbio.

Quel che è troppo, è troppo. Quando poi sono tirato in ballo personalmente per le vostre sterili e, scusate, stupide diatribe con dialogo fra sordi e conseguenti passaggi, esaurite le argomentazioni di tipo apodittico (è così perché è così) agli insulti più volgari, allora la misura è assolutamente colma. Mi ha fatto veramente male leggere da qualcuno che sarei io quello che fa tacere coloro che non la pensano come la maggior parte dei frequentatori di questo blog per far in modo che prevalgano le opinioni di coloro che sostengono le mie tesi. Tutto sopporto, ma non i falsi facilmente documentabili. Basta ritornare infatti al post nel quale esortavo soprattutto Edoardo a non rispondere agli interventi incensatori delle magnifiche e rutilanti somme qualità del basket di Oltreoceano per fare in modo che questo vomitevole andazzo finisse una buona volta per tutte. La gentile richiesta di non continuare a parlare dell’NBA (tutti! non solo i suoi talibani) è venuta dopo. E’ assolutamente offensivo pensare che io possa sentire il bisogno di venir incensato e che goda nell’avere un codazzo di cortigiani accondiscendenti. Chi mi conosce di persona per le varie sconvenscion non potrà che confermarlo. Del resto, se in tutti questi anni ho voluto per libera scelta rimanere a TV Capodistria con gratificazioni sia finanziarie che di esposizione mediatica incomparabilmente minori che se non  fossi andato a lavorare in qualche grande TV, una ragione pur ci sarà. Comunque complimenti: non pensavo che alla mia età qualcosa potesse ancora pungermi tanto sul vivo.

Ieri ero in turno per il Tg, per cui, con gli impegni che mi sono preso, compresa la rubrica quotidiana per il Primorski Dnevnik, quotidiano della minoranza slovena, ho avuto una giornata da incubo. Nel pomeriggio ho sofferto per la Slovenia che dopo aver preso anche 16 punti di vantaggio sull'Olanda dominando in lungo e in largo ha avuto nel secondo tempo un black out totale, per cui alla fine ha vinto per il rotto della cuffia (ed era il match chiave di tutto il girone!). Dopo questo lavoro ai fianchi torno a casa, imposto la registrazione su MySky della partita dell'Italia e vado al consueto torneo settimanale di bridge. Torno a casa poco prima dell'una di notte imbufalito per la sfiga cosmica che mi ha perseguitato per tutto il torneo con avversari che fra le altre cose mi stampano un 3SA assurdo su una divisione 4-4, una 3-3 e un'impasse (i bridgisti mi capiranno) e, vista l'adrenalina che ancora mi pervade le vene, mi metto davanti alla TV e mi guardo la partita. A un dato momento sono sicuro di essermi addormentato e di stare sognando. L'Italia sta infatti giocando esattamente come pensavo dovesse giocare, in breve non facendo cazzate con palleggi insistiti e menaggi del torrone vari, ma cercando gli uomini giusti per il tiro, difendendo come Dio comanda, soprattutto con i piccoli che tengono l'1 contro 1, cosa dico tengono, distruggono le guardie spagnole che non sanno neanche come si chiamano (Aradori su quell'odioso montato di Rudy è una delizia) lasciando Gasol in 1 contro 1 giustamente, in quanto anche se lui segna sempre, quando gli altri non lo fanno, da solo non può vincere, ma soprattutto con la filosofia che propugnavo da prima che cominciasse il ritiro, quella cioè di giocare per fare un punto in più piuttosto che non per farne fare agli avversari uno in meno. Del resto 105 a 98 mi permetterete che non è proprio un risultato da terzo millennio. Chi mi conosce sa benissimo quanto un risultato del genere con difese che si danno da fare sia da me accettato con entusiasmo. Incredibilmente per una volta tanto i giocatori in campo fanno esattamente quello che sanno fare meglio e non vogliono far cose che non sanno fare. Insomma un gran bel vedere. Certo, poi nel secondo tempo a Belinelli si presentano tutte le visioni celestiali conosciute, da Fatima a Lourdes, e mette dentro tutto quello che tira, non solo, ma passa la palla ai lunghi che tagliano (finalmente!!), Gallinari sembra Larry Bird dei tempi d'oro non sbagliando tiro, stando sempre dove deve stare, facendo giocare la squadra da play avanzato, insomma fa esattamente quello che speravo facesse, gli altri si adeguano e esattamente ognuno porta il suo mattone fondamentale. Dopo essermi accertato di non aver sognato e dopo aver notato con altrettanta soddisfazione che la Slovenia di calcio è riuscita, pur in una partita infame, a infilare un gollonzo nella porta dell'Estonia, per cui almeno gli spareggi per andare agli Europei dovrebbero esserci, vado contento a dormire finalmente rilassato.

Il tema del giorno purtroppo porta a far sì che mi tocca mettermi nella situazione di quello che predica bene e razzola male. Ebbene sì, devo parlare di NBA. Premessa: cari Vittorio, Manuel e Roluk, visto che quello che sto per scrivere vi farà venire le convulsioni, promettetemi di commentare una sola volta quello che sto per esporre senza poi ribattere a tutti coloro che sono nella mia stessa banda di frequenze, in quanto comunque sappiamo ad abundantiam come la pensate. Promesso? Per favore.

La fiducia è sicuramente una gran bella cosa e la speranza è l’ultima a morire, come dicono. Certo è che ce ne vuole di enorme, di fiducia, e sconfinata, di speranza, per pensare che l’Italia che abbiamo visto nelle prime due giornate di questo Europeo possa andare agli ottavi di finale. Onestamente quello che ha detto qualcuno di voi che mi leggete sul fatto che sia la Spagna che soprattutto la Germania, per non parlare della Serbia, siano battibili e che ce la si possa ancora fare mi sembrano il classico “wishful thinking”. Qualcuno ha detto che Serbia-Germania è stata una brutta partita, giocata male. Alla faccia! A me è sembrata una grande partita con i tedeschi che hanno fatto il possibile e che la Serbia non abbia affatto giocato con la puzza sotto il naso, ma che, stante la giornata catastrofica al tiro, abbia dovuto tirare fuori tutti gli attributi per portare a casa il risultato. Nowitzki ha fatto esattamente tutto quello che da un veterano del basket al massimo livello, giunto nei pressi del capolinea, si possa pretendere. Non ha forzato, ha giocato per la squadra, si è fatto sentire in panchina, alla fine ha avuto la lucidità di riaprire per Schaffartzik per la tripla che, magata di Bijelica a parte, aveva praticamente portato i tedeschi al supplementare.