(Mini) Commento Europei 18
- Scritto da Sergio Tavčar
Mi scuso innanzitutto per non aver postato niente ieri. Due le ragioni: la più importante è che in attesa del grande giorno di oggi che mi vedrà impegnato già di mattina, in quanto sono stato invitato ad assistere alla prima del film sulla storia del basket jugoslavo dagli albori al titolo mondiale del '70, evento che non voglio perdere per nessuna ragione, mi sono preso una giornata di semi riposo andando a cena da mio fratello col quale ho guardato la partita della Slovenia discutendo di basket in modo umano e coerente, e la seconda è che, qualsiasi cosa avessi scritto, voi sareste comunque partiti lancia in resta a parlare solo dell'Italia. Per cui ho deciso di lasciar depositare il polverone e di intervenire solo quando i cervelli si saranno raffreddati sperando di riprendere il filo di una discussione serena e soprattutto non obnubilata dalle passioni del tifoso, cioè del classico generale vincente alla fine della battaglia. Leggendo quanto avete scritto mi sembra infatti che tentare adesso di dire qualcosa di pacato, logico e sensato sia abbastanza inutile.
L'unica notizia importante per me ieri l'ho letta sui giornali di Trieste. E' stato nominato il nuovo console generale della Repubblica di Serbia a Trieste. E allora? Direte voi. Forse se vi dico il nome del Console riuscirete a capire: si chiama Dragan Kićanović. Esatto, proprio il mitico Kića da me tanto invocato ogni qual volta mi assale la nostalgia di vedere qualche finta di corpo in palleggio, qualche tiro di tabella da posizione laterale dopo repentino arresto, qualche invenzione nei passaggi o semplicemente quando vorrei vedere uno che gioca a basket divertendosi a prendere in giro gli avversari. Dovrò assolutamente intervistarlo. Chissà se si ricorderà del famoso episodio da me citato nel libro: "Saresti tu quel Sergio che guardavo in TV quando giocavo a Pesaro?" Sarebbe troppo bello.
(Mini) Commento Europei 17
- Scritto da Sergio Tavčar
Altro post telegrafico. Match fra massimi e welter. Quando i massimi hanno deciso di duellare sulla distanza corta, corpo a corpo, hanno messo il k.d. Dall'altra parte si sarebbe dovuto danzare come una libellula e pungere come un'ape. Fatto. Fino a che la danza ha tolto il fiato e l'ape ha perso il pungiglione. Peccato. Quasi quasi mi ricredo sul fatto che i chili non giochino a basket (scherzo! Non crederete mica che parli sul serio! Pietà!).
Altra semifinale: ucraini lunghi, pipponi, senza fantasia, ma ben allenati contro una squadra non tanto più forte che ha però avuto Simon ispirato, Draper vero play, Ukić meno dannoso del solito, dirò di più, a volte anche utile, Croazia vince malgrado la catalessi da malattia del sonno di Tomić.
(Mini) Commento Europei 16
- Scritto da Sergio Tavčar
In breve: sono in crisi con il lavoro, per cui telegraficamente. Slovenia come previsto, Francia più forte, caos disorganizzato in attacco, fratelli Dragić croce e delizia, Parker, come paventato, ha deciso di giocare la partita fino in fondo e ha fatto un mazzo terribile alla Slovenia. Serbia inesistente, onestamente a gran sorpresa, per cui Spagna ingiudicabile.
Prossimo post “vero” sabato pomeriggio verso il tardi.
Commento Europei 15
- Scritto da Sergio Tavčar
Oggi, in attesa del big bang, solo qualche breve considerazione. Intanto sono contento che anche voi vi stiate accorgendo come il vedere una partita di basket dal vivo sia tutt'altra cosa che vederla in TV. Non sono mai riuscito a capire il perché la differenza sia tanto marcata. Evidentemente la televisione appiattisce molto di più di quanto si possa immaginare. Esempi: andare su una pista di discesa, magari d'estate, vedere che tipi di precipizio ci sono e vedere la gara in TV d'inverno dove su quello stesso punto sembra che vadano sul dritto (io mi immagino che roba debba essere la Mausfalle che fa impressione già in TV), oppure, credetemi, la libidine assoluta che suscitaslo una partita di hockey fra squadre vere vista dal vivo. Dico sempre che nella mia carriera il ricordo di ineffabile goduria maggiore fu in occasione di un' URSS-Cecoslovacchia di hockey alle Olimpiadi del '76. Sono contento anche che quelli di voi che siete stati a Lubiana e che siete sopravvissuti alle resse ai botteghini (inutile: quando gli sloveni vogliono inventare l'acqua calda fanno pasticci terribili, proprio perché l'acqua calda è troppo facile farla, l'importante a questo punto è che vogliono aggiungerci qualcosa di strano che altri non hanno mai fatto col risultato di combinare disastri plurimi colposi) abbiate notato che la città letteralmente respira di basket. Quello che dicevo: con buona pace dei bolognesi o pesaresi, le due città al mondo più in simbiosi con il basket rimarranno sempre Trieste e Lubiana. (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto")
Commento Europei 14
- Scritto da Sergio Tavčar
Scusate un po' il ritardo e la brevità, ma oggi mi sono preso una giornata di semi-riposo in vista del rush finale che prevede per i prossimi giorni trasferta a Capodistria di mattina, visione girato e preparazione servizio, pezzo per il Primorski (mi pagano! forse...) poi alle 15 migrazione verso Lubiana con ritorno alle 24 e 30 a casa. Per cui se non scriverò sul blog o sarò telegrafico non avetene a male, perché ogni uomo ha i suoi limiti, soprattutto quando comincia a avere una certa età.
Allora sui prossimi quarti di finale. Domani pomeriggio Serbia-Spagna. Serbia classica squadra serba, nel senso che gioca bene contro i forti, male contro i deboli anche perdendo quando non importa. Sono giovani, senza pressione, corrono, uno a turno tipo Nedović contro i francesi trova la giornata di tiro (e tira lui! non quelli che non ci prendono, differenza sottile, ma sostanziale), sotto canestro hanno Krstić che nel desolante panorama attuale dei centri (sono d'accordo con voi) è un professore di fisica quantistica, hanno Bjelica che nel corpaccione di un'ala forte ha il cervello di un play (e infatti, quando cominciò, Pešić nella Zvezda lo faceva giocare proprio da play puro), hanno quel Gagić di cui tutto si può dire meno che sia sveglio e furbo, hanno il piccolo Bogdanović (voi che sapete tutto è il fratello di quello che giocava con Tripković e che poi è andato in Francia o Spagna?) che è una guardia classica, come piace a me, insomma sono la classica squadra da sbarco che si adatta benissimo a quanto fanno gli avversari colpendoli nei punti deboli, in questo sicuramente aiutati dal bravissimo manico che li guida e che non ha per fortuna sua in campo qualcuno che lo sabota di continuo facendo il contrario di quanto lui vuole, ma che deve giocare perché è la stella (quando ha vinto l'Eurolega con l'Olympiacos?). Se proprio volete sapere più ci penso, più sono convinto che l'Italia contro di loro avrebbe avuto molte meno chance di quelle, peraltro non tantissime, che ha contro la Lituania. (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto")
Commento Europei 13
- Scritto da Sergio Tavčar
Dovevo andare a Lubiana a seguire l'Italia. Solo che dovevo anche fare il servizio per Zona sport su Grecia-Croazia e dopo andare. Ovviamente due supplementari, per cui abbiamo deciso di soprassedere, sono tornato a casa e ho tempo per questo veloce post, a mo' di supplemento a quello scritto velocemente di mattina parlando finalmente un po' di basket.
Voglio solo un momento rispondere un momento a Carlo, anche se sembrerà un'arrampicata sugli specchi. Non credo che in linea di principio i miei giudizi netti che alcuni di voi molto apprezzano siano in contrasto con quanto detto sulle facoltà di giudicare. Sempre fermo restando che le mie sono opinioni (per quanto maturate e per quanto possibile corroborate dall'esperienza) e che non lo ripeto ogni volta per non apparire stucchevole, anche perché mi sembra sottinteso, mi sembra chiaro che le cose sono su un piano diverso. Per quanto la gente possa apprezzare i miei giudizi non chiamano certamente me a decidere su chi debba essere il coach della Nazionale. Del resto non mi chiamano neanche quando si tratta di scegliere l'allenatore dello Jadran, per cui figuriamoci. E non chiamano certamente me quando si tratta di decidere promozioni o retrocessioni di arbitri. Ed è giusto così. A ognuno il suo mestiere. Ripeto l'importante non è "cosa", ma "come". (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto")
Commento Europei 12
- Scritto da Sergio Tavčar
Oggi sarò brevissimo, perché scrivo infatti nell'intervallo di Croazia-Grecia (partita nella quale faccio un tifo assurdo per la Grecia, perché mi fa una fifa blu l'idea di dover giocare contro la Francia nei quarti), in quanto abbiamo cominciato Zona sport e sono costretto a rimanere a Capodistria fino alla fine della partita, scrivere velocemente il commento per la trasmissione e poi volare a Lubiana per vedere il più possibile della partita dell'Italia.
Sul blog di ieri: era uno sfogo e posso aver detto cose piuttosto di cattivo gusto, per cui di esse mi scuso. Non riesco a capire però l'appunto che se non riesco a sopportare le opinioni a me avverse non si vede perché insista a tenere un blog. Guardate che non me lo ha mica ordinato il dottore e posso smettere di scrivere quando mi pare e piace, per cui se qualcuno pensa che lo scrivere accresca il mio ego si sbaglia di grosso. Era cominciato come un divertimento (no, sono onesto, per lanciare il libro), ha messo assieme un bel gruppo di gente raziocinante, sono andato avanti e tutto qua. Se, come ha detto qualcuno per cose ben più importanti, pensate che il problema sia io, per l'amor di Dio, fate voi, che a me non me ne viene niente. (Per continuare a leggere clicca solo su "leggi tutto")
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