Prima di tutto una scusa: avevo sì l'intenzione di mettere la mia intervista sul sito, ma pensavo che sarebbe finita nelle rubriche, o come diavolo si chiamano nel cyberspazio, collaterali tipo foto della prima presentazione. Poi è finita in copertina e confesso che il primo ad inquietarsi quando vede in primo piano il faccione cogitante di uno che si atteggia ad importante e che dice cose pregne di densi significati sono io. Per cui scrivo subito un altro post sperando di coprire la triste visione.

Ho fatto il mio bel compitino per casa. Nel senso che prima di fare un po' di pericolosissimi vaticini sull'Eurolega appena cominciata sono andato sul sito ufficiale e mi sono preso le formazioni delle 24 squadre tentando una prima analisi. Ora, le analisi si dovrebbero fare prendendo in considerazione una quantità incredibile di variabili con statistiche eccetera. Cosa che anche tanti di voi (uno a caso il mulo Skarabot – non prendertela! È con molto affetto, anche perché mettere assieme statistiche e dati non è mai un lavoro inutile) fanno con esiti che a volte sfiorano le previsioni del tempo che abbiamo sentito per l'ultimo fine settimana quando, dopo aver impegnato tutti i supercomputer del mondo, aver riempito di dati la mega macchina di Reading, aver consultato tutte le tabelle statistiche ed aver tratto auspici dalle viscere di animali sacrificali, tutto quello che hanno detto è stato: "tempo da variabile a perturbato con possibilità di locali piovaschi o temporali". Come a dire non sapevano che pesci pigliare (ad onor del vero su TV Slovenia il meteorologo di turno aveva detto con molto spirito: "se sapete come sarà il tempo per il fine settimana ditecelo, perché noi non lo sappiamo"). La morale della favola è che per fare previsioni scientifiche si dovrebbero analizzare dati che sfiorano la teoria del caos (quella del famoso battito delle ali di una farfalla in Cina), per cui, rimanendo al paragone con le previsioni del tempo, a volte è meglio fidarsi del proverbiale callo o di una vecchia ferita che duole, perché, per quanto empirica, sarà una previsione almeno basata su qualcosa.

Seguendo questo sano principio mi sono dunque fidato delle prime sensazioni che ho avuto leggendo i vari roster. Ripeto, si tratta di sensazioni epidermiche, ma soprattutto tarate sul periodo attuale quando siamo in pieno inizio di stagione, quando le squadre devono ancora trovare quadratura tecnica, amalgama e chimica di spogliatoio (a parte il povero Džikić che è stato trombato in modo surreale per aver avuto la colpa di aver perso negli ultimi minuti contro il CSKA con una squadra formata fondamentalmente da cessi), per cui so benissimo che certe cose che dirò saranno poi totalmente smentite alla prova dei fatti e che mi sto esponendo a figure da nascondersi. Corro il rischio: poi quando dovrete impallinarmi vi prego di mirare al cuore e di risparmiare la faccia. (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto") 

Ridendo e scherzando è quasi un mese che non scrivo niente. La domanda che sorge spontanea (le domande sorgono sempre spontanee, soprattutto quando sono retoriche!) è: “c'è ancora qualcuno che ogni tanto apre questo sito?” Se c'è che sparga la parola che sono tornato.

Ragioni del silenzio. Fase uno. Soddisfazione ed appagamento dopo la sconvenscion che stavolta ha attratto il doppio di gente con arrivi dalla lontana Lombardia (grazie, Leo!) e che è trascorsa in una bellissima atmosfera di amicizia . Grazie a tutti quelli che siete venuti, a quelli che avreste voluto, ma non avete potuto, rampogne a chi poteva venire, ma non è venuto sperando che si ravveda (scherzo! Che diamine – nessuno costringe nessuno a fare alcunché). Attaccata alla fase uno la completa stasi sportiva (leggi  basket) con le grandi manovre precampionato e con il periodo di mercato che, non so perché, ma in vita mia non mi ha mai interessato, perché alla fine sono solo i biechi risultati che contano e quelli arrivano molto dopo. Per cui onestamente non avevo proprio niente da dire.

Fase due. Settimana della Ryder's Cup. Mi dispiace, lo sapete che è un mio pallino, ma quando c'è questo evento è come per Walter quando ci sono i Mondiali di rugby, cioè non ci sono per niente e nessuno, essendo la mia mente sportiva rivolta esclusivamente  e pervasivamente a questo evento. Figurarsi quest'anno quando le cose si sono svolte secondo il copione di uno di quei filmetti di Hollywood di ambientazione sportiva nei quali, dopo una serie infinita di colpi di scena, alla fine, con l'azione decisiva che viene proposta e poi riproposta da più angolazioni solo al rallentatore (salvo poi ritornare alla velocità normale appena la giocata finisce), vincono i buoni in un tripudio di emozioni e lacrime. Dopo sofferenze inenarrabili vissute nelle prime due giornate con gli americani che sembravano dotati di palline teleguidate in quanto imbucavano da ogni posizione, con i nostri (vecchia Europa) che arrancavano strappando un punticino di qua ed uno di là grazie solo alla prova mostruosa di Ian Poulter (uno scelto come wild card), c'è stata l'ultima giornata nella quale mi sono seduto davanti alla TV alle sei di sera con la precisa intenzione di assistere fino al punto decisivo degli americani che presumevo venisse verso le 10 per poi andare a dormire. Ovviamente sapete come è andata. Per quanto mi riguarda ero ogni minuto più vicino allo schermo, sempre più in piedi che seduto, sono saltato  quando Justin Rose ha messo dentro un putt da casa sua alla 17, vincendo poi contro Mickelson in uno scontro di titani (controllato: a parte una, tutte le buche di questo match sono state vinte con il birdie, per chi se ne intende), e poi, quando Martin Kaymer ha messo dentro a mezzanotte passata il putt della conferma della Coppa, ho fatto il giro d'onore per il salotto provando, devo dire, e un po' mi vergogno, quel che ho provato solo al gol di Rivera contro la Germania in Messico ed a quello di Grosso sempre contro la Germania nel '06 (il rigore di Grosso contro la Francia? Chi mi conosce sa che gioisco compiutamente solo quando vince chi merita – quella volta meritavano i francesi – però era anche giusto che perdessero per il furto perpetrato sei anni prima agli Europei – però anche allora si doveva perdere in semifinale… insomma, mettetela come volete, ero contento sì, ma non appagato) e, in misura un tantino inferiore, al fischio finale di Slovenia-Russia 1 a 0, qualificazioni per il Mondiale '10. Una delle prime cose a cui ho pensato è stata quella di essere fortunato che mi piaccia tanto questo sport, perché sono stato fra i pochi (qui da noi) a cui è stato dato di vivere un'emozione tanto intensa. E poi vedere la gente che scandiva: “Europe! Europe!” avvolta nella bandiera blu con le 12 stelle mi ha dato un'emozione ancora maggiore. Chissà che l'Europa che tutti vogliamo non possa germogliare anche da piccole cose di questo tipo. (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto")

 

Il luogo di incontro sabato sarà a Cerovlje-Ceroglie d'Ermada n.34 da Andrej e Ivan Antonič. Il luogo è un paesotto ancora più oscuro rispetto all'altra volta, ma ha il merito di essere praticamente attaccato a Malchina, dove ci siamo incontrati l'altra volta.

Uscita autostrada Sistiana. Andare verso Sistiana, poi arrivati alla mega rotonda dove confluisce anche la costiera triestina girare verso Ceroglie (stradina dopo rispetto alla direzione Visogliano-Malchina dell'altra volta) e dopo circa 2 km si è lì.

Per Andrea-Go: il mio amico si chiama Andrej Vremec ed è il responsabile del basket presso il Dom Gorica. Lui è comunque opicinese dalla notte dei tempi da parte di padre, ma la mamma è viennese. La famiglia aveva la più antica locanda di Opicina (Šklaus per gli indigeni) e lui dunque anche per questioni genetiche a tempo perso fa l'enologo. Siamo dunque in buonissime mani.

AGGIORNAMENTO: Le foto dell'incontro (ad opera di Leo1962) sono disponibili e archiviate nella sezione foto!

Per la sconvenscion we got a problem. Nel senso che per trovare la sede adatta (visto che non ho detto location?) ho sguinzagliato un'assoluta autorità in materia, un mio ex allievo ed ora amico allenatore (va da sé che è invitato anche lui), che mi ha riferito che tutte le sedi da lui caldeggiate sono in questi giorni impegnate con la vendemmia e dunque chiuse, per cui ci vuole un supplemento di ricerca. Visto che è impegnatissimo 25 ore al giorno (insegna educazione fisica e allena un'infinità di squadre a Gorizia), ci vorrà un po' di tempo, ma non preoccupatevi. Il luogo lo troverà certamente, ho fiducia cieca, ma sarà comunicato leggermente in extremis. Sempre su questo sito ovviamente. Per cui state all'erta.

Al basket. Posso vantarmi? Anche se non dovrei per decenza, lo faccio ugualmente. Rileggetevi quanto scrissi a mo' di pronostico prima dell'Europeo dello scorso anno in merito alle possibilità della squadra italiana. Dissi che l'uomo chiave era Gallinari e che ero curiosissimo di vedere se sarebbe stato capace di calarsi nel ruolo tagliato per lui in quella squadra e cioè quello di motore e collante fra reparti. Non lo fece, la squadra andò a rotoli ed io mi dichiarai profondamente deluso. In queste qualificazioni invece lo ha fatto in modo che non si può che definire perfetto e la squadra è andata che è stato un piacere. Tanto di cappello anche a Pianigiani che per sottolineare proprio questo tipo di gioco che voleva da lui lo ha fatto praticamente sempre partire dalla panchina, mossa molto sottile e psicologicamente azzeccatissima. Un po' quello che faceva Maljković con Kukoč nella Jugoplastika. Il ragazzo si è dimostrato intelligente, motivato ed ha fatto una qualificazione con i controfiocchi, rendendosi sempre utile anche quando non era al massimo quale realizzatore. Anzi, ha fatto di più: ha fatto giocare gli altri e si è esposto in prima persona solo quando era necessario senza sbagliare un tempo. Veramente bravissimo. In questo modo ha fatto quello che ogni giocatore "vero" e leader della squadra deve sempre fare: esaltare le qualità dei compagni. Se Datome è sembrato il fratello forte di Rudy Fernandez, se Aradori, abbandonate (per nostra e sua immensa fortuna) le giocate alla Rose o Westbrook che non sono per lui, è risultato una bocca da fuoco affidabilissima, se Cinciarini, Hackett e Poeta hanno giocato obiettivamente al di sopra delle loro capacità (facendo solo ed esclusivamente le cose che sanno fare ed anche qui grossi meriti vanno a Pianigiani), se Mancinelli è stato utile in tantissimi modi senza fare "americanate" senza senso, sono convinto che il massimo merito di tutto ciò vada al ruolo che Gallinari ha saputo svolgere in modo, ripeto, assolutamente superbo. Difesa compresa, ovviamente, nella quale è stato un vero e proprio direttore d'orchestra espletando a volte anche compiti che non sarebbero stati strettamente suoi. Che Dio ce lo mantenga così anche per l'anno prossimo.  (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto")

Vorrei per iniziare lanciare un'idea che mi è venuta durante uno dei miei momenti di ozio oraziano (inteso come poeta latino). Se per esempio la sconvescion settembrina dovesse avere successo, perché non pensare più in grande per l'anno prossimo (lo so, mi allargo, ma concedetemi un sogno)? Se qualcuno di voi avesse un bel posto dove andare in Italia, in posizione più verso il centro (senza esagerare, il mio raggio massimo sarebbe una roba tipo Bologna) per favorire una maggiore affluenza, visto che la salute regge ancora e la macchina per ora (si spera ancora per qualche anno!) riesco a guidarla senza problemi, non avrei problemi a venirci. Insomma, se qualcuno pensa di poter organizzare un raduno assolutamente senza pretese (se no mi arrabbio, e forte) nel quale l'unico scopo sarebbe quello di passare ore in piacevole chiacchierata, ci faccia un pensiero e poi sappia dire.

Leggendo i vostri commenti al post precedente ho avuto reazioni di vario tipo. Quella generale è stata positiva, perché ho l'impressione che pian piano la discussione sul valore dei giocatori si stia molto lentamente spostando nella direzione giusta, e cioè quella della valutazione in primis delle loro doti caratteriali che, come ben sa chi mi legge, sono un chiodo fisso del sottoscritto. Nel senso che è mia granitica convinzione che senza queste doti caratteriali (intelligenza, etica del lavoro, senso della responsabilità, umiltà e coscienza dei propri limiti come anche dei propri pregi, equilibrio emotivo, capacità di convivere con gli altri, e soprattutto il desiderio continuo di migliorarsi rendendosi benissimo conto che nella vita mai si arriva alla conoscenza assoluta, insomma le famose tre "c" di Diaz Miguel) uno non può neanche cominciare a pensare di diventare un atleta di spicco in qualsiasi sport. Per cui mi fa molto piacere che pian piano si comincino a valutare i giocatori secondo questi criteri, per me assolutamente fondamentali. C'è stato però un commento che mi ha fatto sobbalzare sulla sedia e che, devo dire, mi ha mandato direttamente in orbita, quello in cui uno dice che l'intelligenza non c'entra con il talento. Ma come, uno si impegna tutta una vita per far passare questo basilare, elementare, cristallino ed inconfutabile concetto, ed improvvisamente è costretto a leggere vaccate colossali del genere! Poi, devo dire, rileggendo, il mio cieco furore si è un po' (ma non molto) placato, in quanto mi è sembrato di capire che il commentatore sia stato un tantino impreciso in quello che voleva dire. In definitiva, se il discorso si limitasse all'intelligenza specifica nei confronti di quella generale al limite potrei essere quasi d'accordo. Intanto, cos'è l'intelligenza? Se lo sapete ditemelo, perché, per quanto sia un argomento che mi appassioni da sempre, una definizione accettabile di cosa sia l'intelligenza non l'ho mai né letta né sentita. Forse perché ci sono vari tipi di intelligenza: quella basata sulla capacità di osservazione ed analisi, poi quella quasi opposta della capacità di assemblare le informazioni veramente importanti per metterle assieme in un quadro di sintesi, quella un po' cibernetica di trovare subito le sequenze logiche di un qualsiasi evento per poter prevedere gli sviluppi immediati (le famose sequenze logiche dei test), ed infine l'intelligenza forse più nobile, quella creativa, che in ogni manifestazione della vita vede cose che gli occhi normali non vedono interpretandole in modo originale e scoprendo così cose sempre nuove e mai pensate da altri prima. Più sicuramente tante altre ancora, ma questi erano solo un paio di esempi. (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto")

First things first: il giorno della riunione conviviale settembrina, o sconvenscion, è fissato per sabato 15 settembre. Orario come l'altra volta, verso l'una, luogo che sarà prontamente pubblicato su queste colonne verso metà settimana, in quanto il sottoscritto ha intenzione di ponderare bene le cose e di adeguare il posto prescelto al presunto numero di persone partecipanti.

Ora passiamo alle cose meno importanti. Non posso non commentare il responso oceanico al mio ultimo post e devo confessare di essere stato sia sadico che autocompiacente prima di redigere il successivo, in quanto volevo vedere se riuscivo a provare l'ebbrezza dei 400 commenti, nuovo primato personale. La cosa più divertente, almeno per me, è che è stata in massima parte un'accanita discussione sul sesso degli angeli con moltitudini di opinioni opposte che discutevano animatamente con escursioni nel campo degli insulti (anche nei miei confronti, che non so onestamente cosa ho fatto per essermeli meritati) su pura e semplice aria fritta. Accanirsi con fini deduzioni su controdeduzioni con numeri, statistiche e tabelle per determinare se è più buona la carbonara o l'amatriciana, se sono meglio i Beatles o i Rolling Stones, se sono meglio le pesche o le albicocche, mi sembra alla fin fine un esercizio insano da bar sport di periferia quando si parla per fare vento alle ugole. Qui non si tratta di determinare verità scientifiche, si tratta semplicemente di esprimere la propria opinione su quel che piace di più e, si sa, i gusti sono gusti, ognuno ha i suoi ed è perfettamente legittimo che li abbia. Io i miei li ho già rivelati millanta volte e, sembra che questo sia il mio peccato imperdonabile, ci tengo ad essi e non li cambio. Come è solo ovvio che quelli della fazione opposta hanno i loro gusti e come è altrettanto ovvio che non hanno la minima intenzione di cambiarli, per cui il tutto si risolve alla fine in un inevitabile dialogo fra sordi. (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto")