Testa di calcio
- Scritto da Sergio Tavčar
I vostri ultimi commenti sono stati un po' per il sottoscritto lo sventolio della muleta davanti al toro, perchè mi danno lo spunto per partire lancia in resta per una di quelle disquisizioni psico-socio-filosofiche che sono la rovina dei miei interlocutori abituali. Non prima però di avervi ringraziato tutti pubblicamente per il caldo responso alla proposta di vederci dal vivo. Per la cronaca i siti da me individuati non rientrano nella categorie delle osmice (scusate, ma lo scrivo alla slovena, perchè è un'invenzione "nostrana") dell'elenco che avete postato, ma più in quelli dell'agriturismo, anche se per noi sempre di osmice si tratta. Per i conoscitori avevo in mente o Lupinc a Prepotto-Praprot, o Colja a Zagradec-Sagrado (che non c'entra con quello in provincia di Gorizia). Piščanci sarebbe perfetto, peccato che l'agglomerato di case che lo compone sia su un pendio dalla pendenza media del 25% e parcheggiare lì in tanti è improponibile. E poi per trovarlo ci vuole la bussola o una mappa militare. I conoscitori dicano la loro.
Sul perchè del calcio sia lo sport di gran lunga più popolare al mondo e muova i sentimenti della gente su piani irraggiungibili da qualsiasi altra attività ludica sono stati scritti fior di trattati da gente con crani smisurati e studi infiniti, per cui non credo sia qui inventabile l'acqua calda. È lo sport più facilmente praticabile, a tutti noi quando camminiamo per la strada viene sempre l'irresistibile impulso di dare un calcio al ciottolo che ci si para davanti, eccetera. Tutto vero. Però, come hanno scritto gli analisti più impegnati, il calcio è lo sport che meglio riflette lo stato reale della vita. È lo sport dove, come nella vita reale, prevale il furbo, meglio se un po' lestofante, più che il bravo o intelligente, dove la fortuna gioca un ruolo preponderante ed assolutamente imprevedibile (Giordani, se ricordate, lo chiamava "divino flipper"), dove il fatto stesso che le marcature siano poche, esse vengono vissute come una liberazione ed un momento di estasi collettiva che difficilmente possono ripetersi in altre attività agonistiche. E poi ha un vantaggio assolutamente decisivo: è facilmente comprensibile, con regole elementari, quasi primitive, per cui basta vedere un paio di partite per pensare di essere esperti. Ed infatti, se ci fate caso, c'è una moltitudine di gente che dice: "io di sport non ne capisco, però il nostro Mister è uno sprovveduto". Ma come! Se non capisci di sport come ti azzardi ad aprire bocca? Evidentemente l'opinione comune vive il calcio non come uno sport, ma come un metafenomeno di qualcosa di ancestrale che tutti possediamo. E dunque pensare di minacciare il calcio in fatto di popolarità è impossibile, anzi stupido. (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto")
Fenomeni a casa loro
- Scritto da Sergio Tavčar
Subito una precisazione: la lunga discussione che Walter ha innescato sul rugby non solo non mi ha disturbato, ma mi ha fatto molto piacere. Un luogo come questo (non uso apposta la parola sito) è solo doveroso nelle mie intenzioni che ospiti interventi che servano a far progredire la cultura sportiva, come si dice, a 360 gradi. Dirò di più: non avrei niente in contrario anche se si parlasse al limite del tanto bistrattato calcio in termini tecnici, parlando di schemi, di chimica di squadra, di tecnica, di pressioni psicologiche, se cioè si andasse più a fondo al fenomeno del perchè proprio uno sport tutto sommato non fra i più intelligenti che ci siano (scusatemi, ma come sapete preferisco essere chiaro e dire pane al pane e vino al vino) sia lo sport di gran lunga più importante al mondo. Quello che voglio dire è che lo sport, tutto lo sport, riassume in sè tutta la società umana, nel bene e nel male e conoscere i fenomeni più ancestrali che muovono l'interesse della gente verso lo sport è uno dei misteri ancora meno sondati che ci siano. Io sono fermamente convinto che conoscendo bene lo sport e le motivazioni di coloro che lo praticano e che lo seguono si riescono praticamente sempre anche a cogliere in anticipo i mutamenti sociali che stanno avvenendo nella società potendo prevedere in largo anticipo cose che poi avranno estrema importanza in campo politico e sociale. (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto")
Macerie e Maccabi
- Scritto da Sergio Tavčar
Post volante perchè mi sono state fatte due domande specifiche che non voglio eludere.
Kobe Bryant in Italia: credevo di essere stato più o meno perfetto sintetizzando il mio pensiero in modo che ritenevo più che riuscito nelle prime quattro righe del terzo capoverso dell'ultimo post. Evidentemente sono stato troppo ermetico ed in questi tempi di esposizioni logorroiche nei quali si è ormai inesorabilmente perso il dono della sintesi evidentemente la massima parte di voi non c'è arrivata. Allora, per chi ha bisogno di ulteriori spiegazioni. Esempio, a mo' di metafora. Il calcio spagnolo sciopera (neanche tanta fantascienza, perchè lo ha fatto sul serio) e chiude. Il Lecce (o se per quello il Chievo, o l'Atalanta o il Siena) ipoteca lo stadio per ingaggiare per cinque partite Leo Messi per far parlare di sè ed avere ritorno mediatico facendo fuoco e fiamme per spostare le partite del calendario ed arrabbiandosi molto quando le altre squadre gli rispondono che se vuole comprare Messi sono cavoli suoi e che i calendari sono una cosa seria. Messi arriva, gioca cinque partite sotto i riflettori facendo spettacolo e portando, poniamo, 15 punti al Lecce (o, come detto, chi per lui), anche se non è assolutamente detto che ci riesca vista l'attitudine con la quale si presenta alle cinque partite cinque di spettacolo, dopodichè ringrazia, dice quanto è stato bello giocare a Lecce, mi ricorda tanto Barcellona, torna a casa ed il Lecce, dopo essersi svenato ed aver danzato sulla ribalta per un mese, ritorna quello di prima, anzi peggio, perchè tutto l'ambaradan mediatico nel frattempo evapora. Vi sembra una cosa seria? A me fa schifo. Onestamente tutto quanto ha un'aria che si avvicina tanto alla prostituzione nel nome di interessi che con lo sport nulla hanno a che fare che solo a pensarci mi viene il voltastomaco. A me sembra che il basket italiano, con queste mosse disperate, stia facendo esattamente quanto aveva fatto il Cosmos di calcio tanti anni fa, scatenare una tempesta mediatica pensando così di rilanciare l'interesse per il basket in Italia. Come finì il Cosmos lo sappiamo. Come pure sappiamo che il calcio in America ha messo comunque grosse radici ed ora è una cosa più che seria quando hanno cominciato a praticarlo nelle scuole elementari e medie, quando cioè la sua popolarità ha cominciato a svilupparsi dal basso coinvolgendo ragazzini e genitori, quando cioè ha cominciato a fare la trafila regolare per ogni sport che vuole dapprima emergere, poi radicarsi ed infine progredire.
Per cui, per essere di nuovo lapidario. Cosa lascerà Kobe Bryant quando ritornerà in America? Macerie.
Sul Maccabi in Lega Adriatica. La ABA (Adriatic Basketball Association) è una Lega privata, per cui le iscrizioni sono più o meno aperte, salvo alcune regole che comunque variano di anno in anno, ma che comunque contemplano sempre la possibilità di distribuire almeno una wild card. Il Maccabi in Lega Adriatica ci ha già giocato e, se pensa di ripetere l'esperienza, vuol dire che la prima volta ha avuto riscontri positivi. È solo ovvio che la sua presenza porterà solo benefici alle altre squadre partecipanti, soprattutto a quelle di seconda e terza fascia per le quali la Lega Adriatica è il massimo cui possono ambire, penso per esempio alle due slovene Helios e Laško, penso al Široki Brijeg o al Radnički, anche se la Lega stessa sconta quello che sarà sempre il suo peccato originale, quello cioè di essere una Lega di cerniera fra i totalmente poco competitivi campionati nazionali e dall'altra parte l'Eurolega o l'Eurocup. Nel senso che le squadre che giocano soprattutto in Eurolega prendono la Lega Adriatica quale competizione di riscaldamento, non certamente come la competizione di riferimento della stagione. Penso che sia esattamente la stessa attitudine che hanno le massime squadre italiane di calcio nei confronti della Coppa Italia.
Canestro in buca
- Scritto da Sergio Tavčar
Leggendo i vostri commenti sono rimasto folgorato dall'esaustiva disamina del mio concittadino sulle varie possibilità che offre la moderna tecnologia satellitare a saperla sfruttare. Ed onestamente trovare un'improbabile TV del Mali che trasmette i campionati africani di basket femminile mi sembra l'apoteosi del colmo dei colmi dell'esagitato per il basket. Mi chiedo spesso se da giovane fossi anch'io così. Probabilmente sì, solo che per fortuna allora di canali ce n'erano ben pochi per cui sono riuscito a crescere abbastanza normale e soprattutto assolutamente non TV dipendente, cosa abbastanza curiosa per uno che di TV ci vive (forse per quello, un po' come i panettieri che mai mangerebbero i dolci da loro stessi cotti, sapendo benissimo come sono stati fatti).
Il lungo silenzio di cui mi scuso è stato dovuto all'elementare fatto che, una volta esaurita l'adrenalina degli Europei, non avevo l'ispirazione e non avrei saputo bene di cosa scrivere essendo la situazione che si legge ogni giorno sui giornali sempre più svaccata in tutti i campi che riguardano lo sport da noi tanto amato, per cui avrei ripetuto come un disco rotto che così non va...che bisogna cambiare tutto...insomma, vi avrei fatto un mazzo così con cose note e risapute e che ho detto già milioni di volte. E se oggi scrivo qualcosa è solo per rassicurare tutti che sono ancora qui e che sicuramente, se ci sarà qualcosa di interessante da dire, lo farò con sollecitudine senza far passare tanto tempo.
Di sfuggita dunque qualche breve commento ed aggiunta a quanto avete gia'detto voi. Se posso dire la mia sui vari commentatori che quest'anno subentreranno ai colleghi di Sky nel raccontare il campionato a (forse) 17 squadre con (forse) un turno di riposo per ciascuna sempre se quella che tanto ha fatto per fare la dispari riuscirà alla fine a trovare un campo su cui giocare con (forse) giocatori dell'NBA in trasferta breve e ben remunerata che daranno il classico belletto da funerale al cadavere, allora vi faccio subito una domanda: Francica Nava è quello dalla voce alla Tom Waits o dell'ultimo Bob Dylan che una volta su Montecarlo faceva l'NBA assieme a Bob Morse il cui commento tecnico invariabile era : "che belou, che belou!"? Ditemi di no, per favore, ci sono già abbastanza cronache da incubo oggigiorno. Sul Poz invece, dopo averlo ascoltato su Sportitalia, mi sembra strano che abbiate dei dubbi, perché a me (va be', sono amico suo) sembra uno che capisce di basket e, se solo riuscisse a sfrondarsi da tutte le idiote iperboli e agghiaccianti metafore che deve aver tirato su durante il passaggio a Sky, sarebbe bravissimo perché ha la rarissima dote di commentare un'azione trovando il punto chiave dell'azione stessa senza magari attribuire le sorti della riuscita o meno della giocata a fattori secondari che con il succo dell'azione hanno ben poco da spartire. Detto di sfuggita ed anche per rispondere finalmente ad una vostra curiosità avrei molto volentieri al mio fianco per il commento tecnico Davide Pessina che la suddetta dote la possiede in modo perfetto. Ed infatti quando faceva coppia con Geri De Rosa che della pattuglia Sky è di gran lunga il meno urlatore e, per quanto secondo la prassi dell'emittente parli almeno per il 50% di troppo rispetto a quello che sarebbe normale per un telecronista affinché non sfrucugli i marroni allo spettatore, è anche uno che di basket si intende veramente, erano nettamente la coppia che preferivo ascoltare. Se fossi io a comandare gli proibirei tassativamente di parlare di "tiro in ritmo" e di "ottime spaziature" costringendolo ad esprimere gli stessi concetti in italiano e poi sarebbe perfetto. E ancora di sfuggita mi ha molto impressionato il commento di un frequentatore che riferisce delle telecronache in tedesco, nelle quali i telecronisti parlano poco e solo quando serve, perché è proprio quello che avevo tentato di spiegare in un post di tanto tempo fa su come secondo me si dovrebbero fare le telecronache che, appunto essendo tele- e non radiocronache, ed avendo il supporto delle immagini che da sole catturano la maggior parte dell'attenzione dello spettatore (una partita in TV in lingua straniera si segue senza grossi problemi, una radiocronaca no, perché essendo la voce l'unica cosa che arriva non si capisce nulla), presuppongono un approccio totalmente diverso, diciamolo chiaramente, molto meno egocentrico da parte del cronista che è appunto il cronista e non il protagonista della trasmissione. Il telecronista invadente è un po' come l'arbitro che si erge a protagonista della partita facendo il ducetto e fischiando tecnici a valanga sui poveri giocatori ed allenatori che vorrebbero solo a volte sacramentare in pace per sfogarsi. Detto in breve rompe, e non poco. (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto")
Vecchia pura Macedonia...
- Scritto da Sergio Tavčar
Innanzitutto una breve annotazione: la mia patente di imbecilli dell'anno (cosa dico: del secolo, del nuovo millennio...) va ai reggitori delle cose del basket e della pallavolo che sono stati tanto astuti da prevedere la finale degli Europei dei due massimi sport di squadra di palestra del mondo per lo stesso giorno. Ma quando hanno fatto i calendari non potevano scambiarsi almeno un SMS?
Sulla pallavolo sbizzarritevi voi, qualsiasi cosa direi io sarebbe stupido, in quanto è da tempo che non seguo più questo sport e dunque qualsiasi cosa dicessi sarebbe completamente fuori posto. L'unica cosa che posso dire è che voi ve la prendete tanto con i naturalizzati, poi scopro che per l'Italia giocano un Zajcev, un Travica, un Lasko...
Passando al basket che vincesse la Spagna era tanto ovvio che ce l'ho presa anch'io, a mani basse. Era troppo facile, essendo loro tanto più forti. Hanno tutto, statura, gioco, tiro, varietà di soluzioni, possono giocare a corri e tira (Rudy, Calderon e Navarro), possono giocare a ritmi bassi (i Gasols con chiunque altro), difendono quanto basta, ma soprattutto sanno giocare a basket, nell'accezione mia, cioè di quello che pensa che saper giocare a basket significhi in ogni momento sapere cosa fare in campo. Ho detto più volte che la concezione loro del basket non è la mia preferita, essendo io di scuola ed educazione jugoslava, ma che è comunque una filosofia di gioco più che rispettabile, più che legittima, e dunque in definitiva bisogna solo levarsi tanto di cappello.
E dire che la Francia è stata una sorpresa enorme, perché finalmente hanno giocato a basket, hanno sempre dato l'impressione di sapere cosa fare, hanno abbandonato il loro stucchevole salto in alto con palla per dedicarsi a tempo pieno al basket. Certo, il loro coach rimane per me un enigma imperscrutabile, perché continuo ad essere convinto che si tratti di uno studiato non proprio un'aquila di suo, ma che stavolta abbia avuto il merito di adeguarsi alla squadra senza voler fare catastroficamente il contrario. Le ragioni sono per me due: la prima è che finalmente Tony Parker abbia deciso, da persona intelligente che non ha più niente da dimostrare, di voler far vincere la squadra e non di mettersi in mostra lui, si è calato in poche parole nelle vesti del leader vero a cui sta a cuore principalmente che la squadra vinca. Personalmente non l'avevo mai visto giocare tanto bene: se penso al presuntuoso faso-tuto-mi che affossò la Francia quattro anni fa in Spagna stavolta è sembrato un altro giocatore, come se avesse fatto un trapianto di testa. La seconda è l'innesto in squadra di Noah, giocatore solido, modesto, senza fronzoli, che sa benissimo cosa sa fare e cosa non sa fare, caratteristiche queste tanto più sorprendenti sapendo di chi è figlio, nel senso che di uno nato nella bambagia uno si immagina possa essere solo uno montato.
La Russia è fondamentalmente formata da due persone: David Blatt ed Andrej Kirilenko. Blatt è un coach che è riuscito a dare un'organizzazione ed un'anima ad una combriccola di giocatori dal pedigree cestistico semplicemente selvaggio, di broncos al galoppo. Kirilenko è stato invece secondo me semplicemente commovente: ha dato l'anima, si è tuffato su ogni pallone, ha dato sostanza ad ogni azione, ha lottato ferocemente su ogni rimbalzo procurandosi tiri liberi a caterva da solo, ha segnato sempre quando serviva. Secondo me è stato ancora più bravo rispetto a quattro anni fa, perché stavolta non era in forma straordinaria, ma se ne è reso conto e dunque ha trovato il modo di essere non solo utile, ma assolutamente decisivo. Sono fermamente convinto che, lasciati da soli, i vari Hrjapa (giocatore fra i più sopravvalutati che abbia mai visto), Monja (nomen est omen), Bikov, Ponkrašov, per non parlare di Mozgov, avrebbero avuto problemi già per passare il primo turno. L'unico che abbia la scintilla del giocatore vero di basket è ovviamente Aleksej Šved, ma che sia anche pazzo come un cavallo mi sembra indiscutibile. (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto")
Los pronosticos optimistas
- Scritto da Sergio Tavčar
Oggi giorno di riposo e dunque tanti sassolini (ciottoli? Scogli?) da togliere dalle scarpe. Intanto sono in lutto per la sconfitta di ieri della Macedonia (scusi l'amico greco, ma per me sempre Macedonia tout court è e sempre sarà) contro la Russia. Si è consumato un delitto di perfetto leso basket, perché la squadra che ha giocato meglio ha perso, e la cosa mi scoccia per principio. Si è fra l'altro confermata una mia vecchia teoria per cui la fortuna e la sfiga sono due dee perfettamente gemelle, ambedue dotate di vista d'aquila. Culo, come chiamarlo altrimenti (scusate), personificato nella persona di Monja (che fra l'altro, letto bragagnescamente alla russa sarebbe praticamente Manià...vedi mai che il nostro Tommaso...) che dopo aver segnato dai sette metri contro la Slovenia si è ripetuto in modo ancora più beffardo imbucando di tabella ampiamente non dichiarata per mantenere i fortissimi (??) russi imbattuti. Ed appunto il primo sassolino riguarda la mia avversione per la tipicamente italiana (dalla maggior parte di voi così ben esplicata...eppure siete persone palesemente intelligenti che ragionano: deve essere una questione genetica) abitudine di essere inguaribili "result merchants", gente che giudica cioè esclusivamente dall'esito numerico di una sfida, gente per cui la vittoria è esattamente tutto, nel senso che dal risultato in sé nascono poi le considerazioni tecniche, cosa questa clamorosa soprattutto nel calcio. Che infatti penso proprio per questo sia lo sport feticcio di tutte le genti italiche. Come altrimenti spiegarsi il commento di uno di voi secondo cui la Slovenia è una squadraccia, ha fatto schifo (su questo sono d'accordo, sul fatto che sia una squadraccia invece dissento clamorosamente), mentre invece la Russia potrebbe addirittura giocarsi la finale. Quando contro la stessa Slovenia, in una partita giocata al massimo, è stata sotto per 39 minuti, 59 secondi e otto decimi di partita. Qualcosa qui non va. O i russi sono meno forti o sono più forti gli sloveni. Io continuo ad essere convinto che si tratti di due squadre perfettamente equivalenti. Che poi i risultati divergano dipende dalla forma momentanea, dall'andamento della partita, da come va tutto il torneo eccetera, non ultimo proprio dalla fortuna. (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto")
Una manovra correttiva per l'Italia
- Scritto da Sergio Tavčar
Un paio di precisazioni e puntualizzazioni nonché commenti in libertà prima di affrontare il nodo chiave, la situazione attuale del basket italiano, per come la vedo io.
Intanto su Slovenia Russia: non sono per niente d'accordo con chi scrive che non si è trattato di una bella partita. Oddio, bella forse proprio no, non certamente come Serbia-Francia che ho commentato con grandissimo piacere, ma dura e molto ben giocata da due squadre molto forti che hanno ambedue fatto quello che l'avversario le concedeva secondo lo spirito guerriero del basket moderno, quello certamente sì. La Slovenia è stata beffata da un canestro dai sei metri e mezzo di Monia all'ultimo secondo, unico canestro su azione in partita del russo, dopo esser stata sempre avanti, ma onestamente parlare di beffa è un po' eccessivo. Si è trattato di un match fra due squadre assolutamente equivalenti con i russi che hanno palesato, grazie al lavoro straordinario di coach Blatt, una determinazione e soprattutto concentrazione difensiva delle quali non li ritenevo capaci. Con la Slovenia che ha tenuto Kirilenko molto bene hanno avuto più spazio gli altri, segnatamente Voroncevič, ma tatticamente si è avuta sempre l'impressione che le due difese sapessero sempre esattamente cosa fare. Comunque gli 8 punti di Kirilenko sono stati: la tripla che ha aperto il loro conto sul 0 a 7 iniziale ed una tripla più canestro in entrata in rapida successione quando la Slovenia, a metà del terzo quarto, era avanti di 10. Decidete voi se si tratta di punti importanti. Alla fine gli sloveni hanno pagato il maggior potenziale fisico dei russi e sono arrivati al finale un po' con la bava alla bocca, ed il fatto che la Russia non avesse mai messo il naso avanti è solo frutto del caso, leggi errori anche sfortunati sulle possibili azioni del sorpasso. Gli errori gravi sono stati i due tiri liberi sbagliati da Slokar sul più uno (con rimbalzo offensivo di Lorbek sul secondo, peraltro), ma soprattutto l'errore di Lakovič che si è palleggiato sui piedi dopo aver letto perfettamente la situazione andando in penetrazione una volta battuta la prima linea difensiva, e sempre dello stesso Lakovič che in una situazione di tiro aperto da tre ha sbagliato uno di quei tiri che normalmente mette ad occhi chiusi. Se però giocano così, sloveni e russi, non si vede proprio come possano perdere una delle successive tre partite (giocando così... con gli sloveni non è detto). (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto").
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