Cose turche (dopo Turchia-Serbia)
- Scritto da Sergio Tavčar
Volevo. Ma non ci riesco. Sono troppo triste. Come sono triste ogni qualvolta il basket viene ucciso, il risultato di una partita viene stravolto, l'ingiustizia trionfa sovrana a causa dell'arbitraggio. Vi risparmio la tiritera che arbitrare il basket e' difficilissimo (piu' che vero), che gli uomini sono fallaci e tutte le menate del caso. A me interessano i casi in cui gli arbitraggi sono pilotati da coloro che possono con l'unico precipuo scopo di far vincere una squadra su un' altra per puri calcoli politici. In tutte queste manovre gli arbitri sono quelli che c' entrano di meno. Sabato per Turchia – Serbia sono stati designati tre arbitri sudamericani, stesso criterio usato nel quarto contro la Slovenia. La Slovenia, tenera e travolta dalla gragnuola di triple dei turchi, non poteva costituire avversario probante, per cui l'arbitraggio e' passato inosservato. Sabato no. I serbi, da bravi balcanici, eredi di una dinastia che ha comandato a lungo nel basket europeo anche a livello politico, si erano preparati in modo ammirevole dal punto di vista psicologico nei confronti di un arbitraggio che sarebbe stato altamente sfavorevole, per cui hanno tenuto i nervi a posto per tutto il match pur subendone di cotte e di crude al limite, se non spesso ampiamente oltre, dell'impudenza col giocatore turco che, dopo aver picchiato a man salva per un paio di minuti, faceva un'odiosa sceneggiata sul fallo che ogni tanto erano costretti a fischiargli. (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto")
Gioco di parole
- Scritto da Sergio Tavčar
Tutti i popoli che, prima o poi, hanno dominato buona parte del mondo loro conosciuto si distinguevano per una caratteristica. Erano estremamente precisi nel significato delle parole che usavano: a data parola corrispondeva un preciso significato, per cui nelle comunicazioni, concretamente leggi, editti, ma anche istruzione, cultura, letteratura, scienza, tutto si svolgeva entro schemi rigidi ed inesorabili. I Latini dicevano: "Qui bene distinguit, bene docet". Questo precetto ci veniva inculcato quale prima regola durante le ore di latino per farci capire che confondendo i significati col cavolo che saremmo riusciti ad arrivare a capo di una difficile traduzione e per farci capire anche la ragione stessa per cui dovevamo studiare una lingua defunta da secoli. Che poi si sia in realtà solo evoluta trasformandosi nelle varie lingue romanze, per cui chi conosce il latino le impara incomparabilmente prima, lasciamo stare, perché non voglio passare un vecchio barbogio.
E dunque anche noi dovremmo seguire lo stesso precetto se volessimo discutere sul serio e non sparare parole a raffica nel vento. (Per continuare clicca su "leggi tutto")
Giocatori con-vincenti
- Scritto da Sergio Tavčar
Tornando all'attualità sono veramente contento di non aver scritto nulla sulla rullata inflitta dalla Slovenia all'Australia perchè ora dovrei fare lo stesso su quella subita ieri dai turchi. Archiviamo. Dico solo un paio di cose: la Slovenia era veramente convinta di potercela fare e quando ha visto che era lontana per manifesta inferiorità ha sbracato. Tanjević, da vecchia volpe, ha magnificato la sua zonetta 2-1-2 inducendo lo staff tecnico sloveno a sprecare tre giorni per trovare il modo di attaccarla (trovato benissimo: nelle due occasioni in cui la Turchia è andata a zona un semplice alto-basso fra centri ha portato due volte Brezec a segnare indisturbato – comunque per scoprire che la zona si attacca in questo modo non ci volevano tre giorni, bastava un manuale del 1950) dimenticando clamorosamente di preparare tutto il resto, difesa per prima cosa. (Per continuare clicca su "leggi tutto")
Fisicamente impossibile
- Scritto da Sergio Tavčar
Se volete sapere la mia ve la do, se non la volete sapere chiudete. Tanto, è matematico, non convincerò nessuno se non i già convinti, come sempre succede in questi casi (e perché dunque continuino a sprecare soldi a palate per le varie tribune politiche, comizi e spot, visto che in Italia, si sa, l'unica distinzione è fra quelli che credono che Berlusconi sia un genio e quelli che credono che invece sia la iattura più spaventosa capitata all'Italia dal terremoto di Messina o, come direbbero i leghisti, dalla Spedizione dei Mille – scherzo, ovviamente, su quest'ultimo argomento, spero che non crediate che la pensi sul serio come i leghisti – è un mistero che continua ad affliggermi, e soprattutto mi affligge che nessuno lo denunci). Allora, visto che ormai sono sull'anzianeggiante e dunque ne ho viste già molte, la mia opinione è che il basket abbia avuto un grosso balzo in avanti dal punto di vista fisico nel periodo fine anni '60 - inizi anni '70. Opinione corroborata dal fatto che proprio allora fecero un balzo incredibile i record mondiali sia di atletica che di nuoto. Per esempio, se guardate ai risultati di nuoto (mio secondo sport per interesse, anche perchè è l'unico per cui avevo vero talento) vi renderete conto che fra Tokio '64 e Montreal '76 c'è molta più differenza che da allora ad adesso: bisogna ovviamente aspettare Londra con l'abolizione dei costumi paperette gonfiabili e fare la ovvia tara sul progresso delle tecniche di allenamento (anche se pure qui ci sarebbe da discutere: saranno stati anche apprendisti stregoni, ma quando i tedeschi hanno voluto fare qualche risultato si sono comunque dovuti rivolgere ai vecchi maghi della DDR), dell'alimentazione e, soprattutto, degli aiuti farmacologici, non solo doping, ma aiuti veri e propri perfettamente legittimi. (Per continuare clicca su "leggi tutto")
Il paio di Siena
- Scritto da Sergio Tavčar
Per rendere le cose chiare prendiamo subito un esempio: Siena di questi ultimi anni. Avete in mente Siena e come gioca(va)? Penso proprio di sì. Allora immaginatevi che al posto di Pianigiani, draftato dalla nazionale, fosse arrivato lo scorso anno un nuovo coach che avesse fatto giocare la squadra in questo modo: prima palla obbligatoria a Domercant o Sato che chiama i giochi o comunque sceglie l'attacco da fare, mentre McIntyre prova a sfruttare i blocchi per tirare da tre. Sotto canestro Lavrinovič o Stonerook piazzano i blocchi ciechi mentre Eze va a fare i pick and roll e decide, dopo che la difesa avversaria si è palesata, se effettuare il taglio a canestro, fare il pick and pop od eventualmente allungare il triangolo. Primo cambio per Sato o Domercant Carraretto, primo cambio per Eze Ress.
Cosa pensereste di un coach del genere? Che è un mentecatto da rinchiudere e gettare via la chiave? Avreste perfettamente ragione. Perchè è ovvio anche ad un laico che Siena aveva due giocatori che avevano in mano la squadra, che dettavano i ritmi sia offensivi che difensivi, che gestivano in definitiva il gioco con gli altri che eseguivano. Inutile offendere la vostra intelligenza specificando che si trattava di McIntyre e Stonerook. E perchè succedeva questo? Perchè erano pagati meglio o erano i nipoti di Minucci? No, semplicemente perchè erano i più capaci nel farlo, nel fare cioè ciò che in ogni gruppo di persone qualcuno deve pur fare, comandare. Non si tratta qui di gerarchie di merito. Anche nel curling c'è lo skipper, quello che tira le ultime due pietre (perchè poi le chiamano stone, visto che c'è una perfetta traduzione italiana?) e che assolutamente non è detto che sia il giocatore migliore, però è quello che meglio degli altri vede e mette in pratica le strategie da adottare. (Per continuare clicca su "leggi tutto")
Ho scritto "Francia" sul muro di Berlino
- Scritto da Sergio Tavčar
Sembra che abbia una gran dose di fortuna inattesa. Essendo un retrogrado di inclinazioni pressoché luddiste, normalmente non mi aspetto niente di buono dalle nuove tecnologie, per cui quando ho cominciato a scrivere queste mie riflessioni pensavo che sarebbero state come gli altri blog che leggo, dove, per quanto eventualmente acuta sia l'analisi dello scrittore di turno, nei commenti poi si riflette tutta l'umanità, soprattutto quella formata da decerebrati mito-grafomani che dimostrano in modo agghiacciante di non aver capito un'emerita mazza di quanto il bloggista (bloggaio, bloggaro…?) voleva in realtà dire.
Incredibilmente finora i commenti che vengono postati sui miei contributi che, essendo inoltre miei, scritti cioè da uno che le cose le pensa normalmente fuori da qualsiasi schema di pensiero imperante, e che dunque mi attendevo nella stragrande maggioranza di rifiuto e dileggio, si stanno rivelando scritti proprio dalle persone che speravo di contattare, e cioè da coloro che non hanno ancora portato il cervello all'ammasso e che si sforzano di vedere le cose per come sono e non per come vengono loro raccontate. È ovvio, nessuno pretende che tutti siano d'accordo con quanto dici, oltre che presuntuoso sarebbe semplicemente stupido, però che quelli che ti leggono siano innanzitutto persone pensanti, quello sì che lo pretendi e desideri anche che siano capaci, se sono in disaccordo, di articolare un ragionamento logico che contesti quanto tu affermi. Del resto mi sembra che questo sia l'unico modo di comunicare fra persone civili che porti ad un qualsiasi progresso. (Per continuare clicca su "leggi tutto")
S'ciavi
- Scritto da Sergio Tavčar
Comunque a me, sloveno per nascita, lingua e cultura, anche se essendo nato fuori dai confini politici della Slovenia sono visto dagli sloveni stessi come uno straniero, cosa che mi fa incazzare come una iena ("se non ci fossero stati i nostri padri e nonni, avreste ancora i confini a Postumia e Fiume, imbecilli!"), alcuni commenti sulla Slovenia stessa mi hanno infastidito non poco, per cui vorrei per la prima ed ultima volta parlare di come sia la Slovenia, di quali conseguenze sul piano sportivo comporti la sua storia stessa, insomma in breve una breve scheda sull'animo sloveno. In definitiva d'ora in poi si parlerà molto poco di basket, per cui i baskettofili e basta potete smettere di leggere. Chi invece vuole conoscere qualcosa di più su uno sconosciuto minipopolo che vive ai confini dell'Italia continui pure. (Per continuare clicca su "leggi tutto")
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