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Sergio Tavčar e la musica: ospite alla trasmissione radiofonica Mi ritorni in mente.   Ascolta o scarica l'MP3.

 

La biblioteca di Babele - Sergio Tavčar presenta il suo libro a Radio Capodistria - a cura di  Barbara Costamagna

Ascolta/scarica la trasmissione completa (mp3)

Vorrei subito mettere le mani avanti e protestare vivamente la mia innocenza in merito alla creazione di questo sito. È stata tutta un'idea di Tommaso Manià, il mio giovane collega a Capodistria che in puro stile imprenditorial-moderno ha pensato che fosse il modo migliore per propagandare l' uscita di quello che avevo scritto così per divertimento per mettere su carta più di 30 anni di carriera e che lo stesso Tommaso ha pensato potesse diventare un libro.

Io da parte mia sono negato per qualsiasi tipo di affare, per cui immagino che anche questa nostra iniziativa possa andare buca, nel senso che magari immaginiamo che in giro per l' Italia ci siano ancora tante persone che si ricordano delle mie telecronache dei tempi andati e che magari in un impeto di violenta nostalgia voglia rivivere quei bei tempi. Mentre invece magari ci illudiamo ferocemente e siamo finiti in un buio dimenticatoio, soverchiati dai moderni lustrini e dalle moderne urla di compiacimento per l'esecuzione di qualsiasi fondamentale base del basket (quante volte avete sentito urlare di gioia i telecronisti attuali perchè il tal dei tali, meglio se "ammericano", ha eseguito correntemente un arresto e tiro? Che è poi la cosa che per prima si insegna ai bambini assieme al terzo tempo e che, finchè uno non lo sa fare non può neanche pensare di scendere in campo) eseguito passabilmente in modo corretto.

Però malgrado tutto penso che una testimonianza di quei tempi da qualche parte, in una qualche nicchia del ricordo più polveroso, debba esserci e rimanere nascosta, ma viva, perchè possa splendere la fiammella della speranza che, chissà, un giorno, qualcuno possa leggere di cosa fosse una volta il basket, di quale fosse la filosofia che lo ispirava, di quali fossero le vere qualità per giocarlo bene ed avere successo (di squadra, 5 contro 5, e non 1 contro 1!!!), insomma che, passati i tempi nefasti di oggigiorno, si possa finalmente respirare a pieni polmoni e ridare al basket la dignità di gioco più bello del mondo, proprio perchè è quello che in massima parte dovrebbe esprimere le doti più nobili dell'uomo, la creatività, l'intelligenza, la velocità nel prendere decisioni, lo spirito di squadra eccetera, mentre invece oggi si è ridotto ad un tristissimo salto in alto con palla (che il più delle volte disturba) o in una stucchevole battaglia di tiri dalla lunga distanza.

Per cui non mi pento di avere scritto questo libriccino. Fra l'altro l'abbiamo edito in proprio, senza avere possibilità di mettere fotografie, stanti tutti i limiti di copyright, per cui per non rischiare ci siamo limitati al testo nudo e crudo, e dunque non è certamente una pubblicazione che si noti per i suoi effetti speciali, anzi, più dimessa di così non potrebbe essere. Venderne qualche copia sarebbe per me e Tommaso il massimo. Della serie meglio qualcosa che niente, meglio pochi, ma più che buoni adepti del vero basket, gente che possa essere una specie di isola informata, più che felice, in questi tempi di assoluta decadenza. E se pensate che sono fuori di testa, che vivo in un altro mondo, che sono patetico, ebbene, allora non siete per questo club, tenetevi la vostra NBA, andate insomma al diavolo. Qui come detto vogliamo essere magari pochi, ma almeno tutti viventi sullo stesso pianeta, quello del basket per come dovrebbe essere.

La Jugoslavia, il basket e un telecronista.
La storia della pallacanestro jugoslava raccontata dalla voce di Telecapodistria.

 

Sono tre le storie che si intrecciano nel racconto di questo libro.

 

La prima storia, quella principale, racconta della pallacanestro jugoslava (ed ex-jugoslava), vista con gli occhi di chi l'ha conosciuta e vissuta da vicino, seguendola prima soltanto per passione e poi anche per professione per oltre 50 anni.

 

La seconda storia è quella della Jugoslavia, delle sue genti, dei suoi popoli e delle loro peculiarità. Una storia raccontata per aneddoti ed episodi, senza nessun intento storiografico, in cui i fatti, compresi quelli legati alla dissoluzione, emergono talvolta dallo sfondo nello stesso modo in cui emersero nella vita degli (ex) jugoslavi.

 

La terza storia è quella personale dell'autore, che come dovrebbe fare ogni telecronista che si rispetti non vuole farsi sentire a tutti i costi urlando per mania di protagonismo, ma che semplicemente racconta come ha raccontato i fatti, fra emozioni, disavventure e ricordi.

 

Un libro di pallacanestro quindi, ma adatto non soltanto agli amanti del basket ma anche a chi è interessato a conoscere sfumature e sfaccettature di gente che, nonostante la vicinanza, gli italiani hanno sempre conosciuto e capito poco.

 

 

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Lo sport e il confine del mondo

Sul tavolino di un bar d'Opicina, a cinque chilometri dal confine italo-sloveno, Sergio racconta a Marco Ballestracci l'avventura della Jugoslavia: sia storica che sportiva. Non la racconta però da specialista del reportage, ma da ragazzino cresciuto a un passo dal confine tra l'Ovest e l'Est del mondo e, più tardi, da voce sportiva di TV Koper Capodistria.

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Sergio Tavčar, nato a Trieste il 26 gennaio del 1950, lavora come telecronista sportivo di Telecapodistria dal 1971. Specializzato in basket, nuoto e tennis ma competente nei più svariati ambiti sportivi, contraddistingue da sempre le sue telecronache e i suoi servizi con uno stile incisivo e peculiare che rifiuta i buonismi e i luoghi comuni e che racconta semplicemente le cose per quello che sono e per come avvengono. 

 Conosciuto in tutta Italia grazie alla diffusione di Telecapodistria già negli anni '70, Sergio Tavčar acquisì una ancora maggiore popolarità durante gli anni '80, quando assieme a Dan Peterson formò quella che molti appassionati di basket reputano la miglior coppia di commentatori che la pallacanestro abbia mai avuto.

Considerato talora un giornalista controcorrente per le sue posizioni nette, grande amante della pallacanestro basata sulla tecnica e detrattore di quella incentrata sugli aspetti fisico-atletici, negli anni '90 previde il crollo del livello del basket NBA americano quando in Italia nessuno si era ancora accorto di quello che stava succedendo e della direzione che la pallacanestro mondiale avrebbe preso negli anni immediatamente successivi.

Insomma, per citare uno dei tanti aforismi di Sergio Tavčar ormai adottati dagli amanti della pallacanestro, il basket è uno sport logico per gente intelligente: se non ci arrivi, lascia perdere!