Pado! Potevi anche quotarlo sotto l’1, attorno allo 0,25… Anche se… anche se… la tentazione di continuare è gigantesca, visto che è da tempo immemorabile che non ricordo un’”agora” così vibrante e numerosa, condita da punti di vista differenti, tutti legittimi e soprattutto motivati, con una dialettica molto articolata e convincente, insomma sono molto, molto contento. Penso che comunque sia arrivato il momento di smetterla, non tanto perché quanto letto non sia stato interessante, anzi, è esattamente vero il contrario, quanto perché, come è purtroppo sempre inevitabile quando si comincia a parlare di politica, dopo un po’ di tempo nel quale ci si sforza di argomentare e di capire le posizioni degli altri ci si rifugia nel proprio orticello e gli interventi si riducono sempre di più al classico disco rotto che ripete sempre le stesse cose. Non credo che ci sia mai stato un dibattito su cose politiche che abbia fatto cambiare idea neanche di un millimetro a ognuno dei partecipanti. Si ascoltano gli altri, ma poi si ritorna sempre a quanto si è elaborato personalmente in passato e, per quelle belle parole inglesi di Pado che non ricordo (avete notato come gli americani, più che gli inglesi, trovano sempre parole magnifiche e magniloquenti per esprimere poi alla fin fine concetti anche banali, di puro buon senso? Le “spaziature” nel basket sono l’esempio più eclatante, usate al posto della nostra pedestre esortazione ai giocatori “andate dove non c’è gente e non statevi fra i piedi!” – inciso: ecco perché nella sua sostanza detesto il pick-and-roll, ma non ditelo a nessuno), nessuno ha la minima voglia di cambiare di una virgola quanto si è costruito nella sua mente dopo molti sforzi cerebrali. Che costano molta fatica.