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Sembra che abbia una gran dose di fortuna inattesa. Essendo un retrogrado di inclinazioni pressoché luddiste, normalmente non mi aspetto niente di buono dalle nuove tecnologie, per cui quando ho cominciato a scrivere queste mie riflessioni pensavo che sarebbero state come gli altri blog che leggo, dove, per quanto eventualmente acuta sia l'analisi dello scrittore di turno, nei commenti poi si riflette tutta l'umanità, soprattutto quella formata da decerebrati mito-grafomani che dimostrano in modo agghiacciante di non aver capito un'emerita mazza di quanto il bloggista (bloggaio, bloggaro…?) voleva in realtà dire.

Incredibilmente finora i commenti che vengono postati sui miei contributi che, essendo inoltre miei, scritti cioè da uno che le cose le pensa normalmente fuori da qualsiasi schema di pensiero imperante, e che dunque mi attendevo nella stragrande maggioranza di rifiuto e dileggio, si stanno rivelando scritti proprio dalle persone che speravo di contattare, e cioè da coloro che non hanno ancora portato il cervello all'ammasso e che si sforzano di vedere le cose per come sono e non per come vengono loro raccontate. È ovvio, nessuno pretende che tutti siano d'accordo con quanto dici, oltre che presuntuoso sarebbe semplicemente stupido, però che quelli che ti leggono siano innanzitutto persone pensanti, quello sì che lo pretendi e desideri anche che siano capaci, se sono in disaccordo, di articolare un ragionamento logico che contesti quanto tu affermi. Del resto mi sembra che questo sia l'unico modo di comunicare fra persone civili che porti ad un qualsiasi progresso. (Per continuare clicca su "leggi tutto")

Emblematici sono stati i commenti sul contributo (post? Alto o basso? Flash o ancorato al pettine?) sulla Slovenia che pensavo cadesse nel vuoto pensando che ben pochi fossero interessati ad argomenti del genere. Non solo, ma per esempio la risposta di Edoardo a Piero è tale per cui non occorre che io aggiunga nulla, ma solo sottoscriva vigorosamente. Così, en passant, a me, che vivendo in un ambiente di frontiera ho per queste cose il nervo scoperto, rimarrà indelebile un piccolo episodio che mi accadde a Berlino, quando ero in vacanza nel '93 a Germania dunque riunita già da quasi tre anni. Avevo fatto il solito giro turistico-commerciale nel vecchio centro di Berlino Ovest – zona stazione Zoo ed inizio Kurfuerstendamm – ed ero salito in metropolitana per recarmi ad Alexander Platz, ex zona Berlino Est, pieno centro storico e nodo di collegamenti pubblici urbani. Il treno era pieno di gente dell'ex Berlino Est che era andata a fare le compere nel famoso centro commerciale KDW e nella vettura tutto era normale con la gente che chiacchierava tranquillamente. Ad un dato momento scese un silenzio assordante, di quelli che ti fanno sobbalzare. Tutti erano ammutoliti ed irrigiditi. Guardai fuori: stavamo proprio in quel momento passando sopra la traccia del vecchio muro. Passato l'ex confine il brusio riprese tranquillamente. Questo per dire dei confini nelle teste che saranno quelli più difficili e lunghi da debellare se mai ci riusciremo. È solo ovvio che io come tutti mi auguro vivamente che prima o poi ciò accada. Sono però altamente convinto che sarà molto più poi che prima.

Ed ancora e poi finisco: il riferimento al centro storico di Milano (a proposito, come viene delimitato?) era più che altro illustrativo, ovviamente, mentre mi ha sorpreso, perchè ero convinto di quanto stavo scrivendo, il dato della percentuale di suicidi nei Paesi baltici. Che sono comunque la conferma più lampante di quanto stavo dicendo per la Slovenia. Anche loro: piccoli popoli schiacciati perennemente fra Tedeschi ad Ovest e Russi ad Est con invasioni continue. Hanno anche loro di che essere pessimisti e di non fidarsi di nessuno. Fra l'altro l'Estonia è il Paese più fratello della Slovenia ed infatti i rapporti fra questi due Stati sono superamichevoli. Anche loro piccoli, mai indipendenti, sempre oppressi da dominatori vari e considerati una sua dependance dalla Finlandia come specularmente la Slovenia era considerata una dependance loro dai croato-serbi.

Tornando finalmente al basket – e, prometto, non me ne staccherò più – del resto come dice in un suo famoso verso il massimo poeta sloveno Prešeren parlando dell'episodio di Apelle che espone il suo quadro e che viene giudicato da un maniscalco: "le čevlje sodi naj kopitar", il maniscalco giudichi solo le scarpe, dunque ad un maniscalco cestista compete di parlare di basket, devo a tutti delle profonde scuse. Intanto, ma è una scusa vera, come hanno potuto vedere quelli che erano venerdì a Staranzano, sono stato male per tutto il fine settimana (recrudescenza stagionale del mio morbo di Crohn), per cui sono rimasto tanto indietro con le cose dei Mondiali che per esempio ieri ho venduto per tutta la mia telecronaca di Australia-Slovenia che l'altro ottavo sarebbe stato Turchia-Nuova Zelanda! Per dire di come un veterano del microfono possa essere a volte tanto trombone da non informarsi neppure su chi gioca. Capita comunque: anch'io, quando ero giovane, mi preparavo come un disgraziato, affastellando dati su dati che poi non riuscivo a dire in partita. Col tempo uno pensa di conoscere tutto e tutti, si informa sempre meno, commette queste figuracce e viene, giustamente, scalzato da qualcuno un po' più giovane e sveglio. È la vita. Il non parlare invece delle assenze australiane (tipo Bogut) è stato voluto, perchè allora avrei dovuto risuonare il solito disco delle assenze slovene e dire per l'ennesima volta la frase ad effetto: che ne dite di un quintetto con Beno Udrih, Vujačič, Lorbek, Smodiš e Nesterović, cioè di un quintetto di quelli che mancano per la Slovenia? Quando uno gioca contro la Slovenia il lamentarsi per le proprie assenze, come ha fatto Nielsen ieri dopo la partita per giustificare la terribile spazzolata subita senza reagire, è se non altro di cattivo gusto.

La scusa più grande la chiedo comunque per il pezzo iniziale scritto sui francesi che per prima cosa chiederò a Tommaso di cancellare per non perpetrare una vergognosa ignominia. Evidentemente quella contro la Spagna è stata una partita a caso e, visti i francesi ieri contro la Turchia, si capisce perfettamente come dopo quell'explot iniziale abbiano cominciato a scantinare. Il coach Collet che reputavo una volpe si è rivelato invece il solito coachetto francese che di vero basket non capisce un tubo, perchè mettere la squadra nelle mani di tre imbecilli cestistici quali Diaw in primissimis, Pietrus e De Colo vuol dire rischiare di fare quello che la Francia ha fatto ieri per tutta la partita, cioè un casino immondo senza testa. Se si hanno due giocatori sicuramente intelligenti, che ieri ovviamente si sono tirati fuori ed infatti la stampa specializzata ha definito abulica la loro partita (e te credo, vedere quello scempio e doverne far parte ripugna a qualsiasi testa solo un po' pensante), Gelabale e Batum e si fa far loro la parte di comprimari, allora è solo giusto che i galletti, per l'ennesima volta, siano andati a scopare il mare.