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Per commentare le Final Four dell'Eurolega vorrei ancora una volta citare quanto ha scritto il mio amico e collega, con il quale, chissà perché, sono sempre perfettamente d'accordo, nel suo commento che è andato in onda in Zona Sport su TV Capodistria lunedì scorso:

“In effetti abbiamo difficoltà ad inquadrare quanto successo. Abbiamo visto in finale della massima competizione mondiale per club, NBA esclusa ovviamente, due squadre che hanno giocato una bella partita, molto intensa e con difese eccellenti, merito questo sicuramente dei giocatori e dei coach, che sono stati entrambi da promuovere a pienissimi voti per come hanno messo in campo le loro squadre, ma non abbiamo visto grande qualità. Siamo onesti, ma due squadre che in centro hanno una il buon vecchio Hunter già a Siena, e lo straordinario, ma pur sempre di anno in anno più anziano e comunque sempre troppo basso, Hines da una parte, e il bravissimo Dunston con accanto il deserto, non nominiamo neanche il comico, non ci sono altri aggettivi, Pleiss, dall'altra.

Sì, chiaro, nel basket bisogna anche e soprattutto fare canestro, e in questo ambedue le squadre sono molto ben fornite di grandi tiratori, non solo, ma anche per il loro sistema di gioco sono portate al gioco perimetrale, ma insomma non è che tutti i tiri da lontano vadano dentro, per cui c'è anche bisogno di qualcuno che raccolga le carambole. Con questo tipo di gioco, fondamentalmente un tiro a segno, è ovvio che vince chi tira meglio: il CSKA ha tirato da tre 14 su 22, l'Anadolu Efes 11 su 30. Ci si potrebbe fermare qui, vista la chiarezza solare dei numeri, ma a questo punto bisogna ancora spiegare come mai il distacco sia stato così risicato. L'Anadolu ha fondamentalmente giocato molto meglio, il loro play Shane Larkin è uno che prima penetra e poi eventualmente tira da tre, cosa questa che per noi fa tutta la differenza del mondo, di sfuggita il vero MVP della Final Four è stato indiscutibilmente lui e non Clyburn del CSKA che ha vinto il trofeo solo perché deve andare per forza ad un componente della squadra vincente, insomma i turchi secondo noi meritavano di vincere se solo l'altro eroe della semifinale Vasilije Micić avesse giocato un tantino meglio e se solo l'altro tiratore Moermann fosse stato in partita. Certo, il CSKA ha difeso molto bene, coach Itoudis ha fatto il massimo, ma l'impressione che si ha è che il CSKA che ha vinto quest'anno sia il peggior CSKA della storia ad aver mai vinto un'Eurolega. In definitiva la miglior squadra vista a Vitoria e' stato senza dubbio il Real Madrid, che però ha fatto harakiri in semifinale contro i russi in una partita che mai avrebbe dovuto perdere. Peggio per lui.”

Spero che il mio collega non ce l’abbia con me se lo cito (o meglio, spero che TV Capodistria non mi licenzi per infrazione di copyright, ma anche se mi licenzia mi basta che mi confermi la pensione che scatterà fra un mese e mezzo, con in mezzo le ferie – e ovviamente la sconvenscion), ma ho voluto lo stesso proporvi questo pezzo, perché quando si è costretti a rendere l'idea in 2 minuti e 10 secondi si è costretti ad essere il più sintetici possibile, cosa che è assolutamente la miglior cosa che si possa fare, tanto che il giornalista, più bravo è, più cose riesce a dire nello stesso tempo rispetto agli altri.

Qui però non ho limitazioni di spazio e tempo, per cui posso anche allargare un po’ il discorso. Ho letto i vostri commenti e mi sono piaciuti perché, come dicono gli americani con una metafora prelevata dal baseball, avete coperto tutte le basi. Certo, ognuno di noi ha le proprie opinioni e, se vi interessa, onestamente il commento nel quale mi sono rispecchiato di più è stato, come al solito, quello di Gabriele che sempre più sono convinto che la sia mia anima gemella cestistica. Non mi ricordo infatti una sola volta nella quale non fossi perfettamente d’accordo con quanto aveva scritto. Da parte mia solo un paio di puntualizzazioni. Forse in tutto questo tempo sono stato un tantino frainteso. Non è che io aborra il tipo di gioco prodotto per esempio dall’Efes. Secondo me è un gioco pericoloso ed alla lunga senza particolare spessore, essendo esposto alla forma dei tiratori sui quali si basa il gioco della squadra, ma essendo stato io un allenatore che aveva sempre squadre di piccoletti so benissimo sulla mia pelle quale fosse l’unico possibile gioco che le mie squadre potessero proporre. Non avendo rimbalzisti non esisteva altra possibilità rispetto al corri e tira. Se entrava bene, se non entrava pazienza, tanto altre opzioni non ne avevo. Però nel contempo invidiavo gli avversari che avevano sotto canestro il lungagnone di turno al quale davano la palla, lui segnava sopra i miei nani ed io provavo un senso cosmico di impotenza. E pensavo: cosa solo potrei fare io se per una volta nella vita avessi sotto canestro dei lunghi bravi. Che gioco vario potrei proporre, che bello sarebbe essere pericolosi dappertutto, così che gli avversari, per quanto potessero difendere bene, non sarebbero mai riusciti a coprire tutte le mie opzioni, in quanto, ne sono stato sempre ferreamente certo, e lo sapete, un attacco perfetto batte sempre e comunque una difesa perfetta. L’ho già scritto più volte citando gli scacchi: avendo la prima mossa, e dunque l’iniziativa, in un ipotetico match fra computer dalla potenza di calcolo sconfinata, il bianco non potrà mai perdere.

Il discorso ovviamente cambia quando parliamo di squadre di professionisti, tanto più se sono squadre di vertice. Potendo prendere i giocatori che voglio non riesco proprio a capire come un coach possa scegliere di proposito di produrre apposta il gioco che io dovevo produrre per forza. A questo punto devo pensare che, o i coach sono improvvisamente tutti impazziti, oppure, ed è probabilmente questa la spiegazione vera, i centri di valore in giro, non solo in Europa, ma in tutto il mondo, sono sempre di meno, per cui bisogna giocare il corri e tira semplicemente perché i nostri centri fanno schifo avendoli quelli buoni presa la concorrenza. Devo dire che ci ho pensato a lungo, a questa cosa, guardando la finale e vedendo due squadre, ostensibilmente le due migliori in Europa, che erano incredibilmente carenti sotto canestro. L’unico vero centro visto era Dunston. Che però, poverino, dovendo coprire falle di tutti i generi, ha fatto presto molti falli, è stato sostituito da Ridolini Pleiss e allora l’Efes non è stato più capace di trovare alcun santo a cui votarsi. Ecco, quello che proprio non riesco a capire come mai due squadre, soprattutto il CSKA, ricche possano nella finale di Eurolega denunciare quelle che io ritengo clamorose falle strutturali proprio nella costruzione della squadra. Inciso: non è che Milano abbia fatto ridere i polli da quando si è infortunato Gudaitis? O è un caso?

In questo contesto, con squadre essenzialmente di nanetti, la finale è stata secondo me giocata bene. Mi ha sorpreso l’Efes e soprattutto Larkin che ricordavo totalmente inguardabile quando ha giocato un anno a Vitoria (giusto?). Come ha detto il mio collega telecronista la cosa che più mi è piaciuta è che il tiro da tre era comunque l’opzione secondaria rispetto al, nella sequenza giusta: a) penetra e segna e b) penetra e scarica. E questo tipo di cosa mi sta bene, molto bene devo dire. Purtroppo ha macchiato tutto nel finale di partita quando sul meno 4 ha fatto due cose sciagurate in rapida successione: un fallo totalmente inutile addirittura su Clyburn, se non sbaglio, e poi un tiro da tre del c…., forse l’unico tiro del genere da lui preso in due match. Purtroppo per l’Efes Micić ha giocato a (pochi) sprazzi, Moermann non c’era, Anderson, per quanto bello appaia, non dà proprio l’aria di essere cestisticamente un’aquila reale, Beaubois una rapida apparizione e basta, insomma piuttosto poco per una squadra che fa del tiro da tre la sua arma strategica. 

E allora rimane un mistero eleusino, anche alla luce delle cifre clamorose sul tiro da tre delle due squadre in finale, come mai il CSKA abbia vinto per così poco, pur difendendo bene, addirittura in modo eccellente nei momenti chiave finali. Forse perché, ne sono sempre più convinto, il CSKA attuale è una squadra intrinsecamente scarsa, il più scarso CSKA a vincere mai un’Eurolega.

Per finire sono altrettanto convinto che le due squadre più forti fossero Real e Barcellona. Del Barcellona ho già parlato, del Real si può solo dire che è stato sorpreso dal fatto che a un dato momento gli arbitri, cosa inudita per la loro mentalità, hanno cominciato a fischiare i falli anche ai loro giocatori, per non dire (Buck non volermene) che in un breve periodo hanno dato addirittura l’impressione di fischiare contro apposta (come, fischiamo falli normali e voi vi incavolate: e allora tie’), cosa che li ha totalmente sbalestrati e nel finale sembravano tutti, Laso in testa, galline ghigliottinate. Veramente sciagurati.

E il Fener? Mia teoria: Obradović è normalmente fondamentalista-integralista-perfezionista. Alcuni giocatori si infortunano e le rotazioni si accorciano. Lui continua a essere quanto sopra e vuole che tutti i restanti comunque diano il massimo. Essendo in pochi e dando sempre il massimo alla fine fondono, se ne infortunano di altri, e quelli che arrivano alle Final Four sono letteralmente sulle ginocchia, fisicamente e mentalmente. Potrebbe andare?