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Breve intermezzo per rassicurare tutti gli interessati alla sconvenscion. Normalmente sono uno che quando dice una cosa, la da per acquisita, per cui non pensavo che, una volta stabilita la data di sabato 10 giugno, ci potessero essere altri problemi. Per cui confermo la data di sabato 10 giugno con la località che sarà ovviamente stabilita e descritta in tempo utile.

Ne approfitto anche per aggiungere qualche accenno all’attualità. Spero tanto che Pado venga alla sconvenscion, perché avrem(m)o molte cose da dirci. Purtroppo, pur capendo benissimo il suo punto di vista e non potendo non essere d’accordo sulla preoccupazione per l’“andazzo”, sono propenso a confermare tutto quanto già scritto. Non vedo problema per il sistema promozioni-retrocessioni, sempre nel quadro degli Europei a 24 squadre. Ho fatto un paio di conti. Velocemente: Spagna, Francia, mettiamoci Italia per patriottismo, Serbia, Croazia, Turchia, Grecia, Russia, Lituania sono nove. Poi Slovenia, Montenegro, Germania, Belgio, Lettonia, Ucraina, Georgia, Israele e Cechia sono altre nove. E fanno 18. Aggiungiamoci Bosnia-Erzegovina, Gran Bretagna, Finlandia, Olanda, Macedonia, Ungheria, forse Bulgaria e Bielorussia e arriviamo a 26. Anche se ho dimenticato qualcuno (Austria, Svizzera, Slovacchia, Islanda, Svezia?) è veramente fondamentale che agli Europei ci sia la Bosnia invece che la Macedonia o l’Olanda invece dell’Ungheria? E che problemi ci sarebbero per queste per dare vita a una Serie B molto equilibrata e anche interessante e competitiva con qualcosa di veramente importante in palio?

Non concordo neppure sulla differenza fra motivazioni di tipo carrieristico (vetrina) fatta fra calciatori e cestisti. Una sola considerazione: come mai tutti i vari passaportati che evidentemente dei colori per i quali li hanno cooptati non potrebbe fregare loro di meno, quando c’è un Europeo non ne manca mai nessuno, anzi fanno la fila quando qualche Nazionale ne ha più di uno? E ribadisco che è l’UEFA a comandare nel calcio mondiale, comandare nel senso al quale mi riferivo nel pezzo, che è quello di stabilire le date per le varie competizioni e di conseguenza la disponibilità dei giocatori che, ripeto, tutti quelli che al mondo valgono qualcosa, giocano in Europa. Poi in fatto di soldi, di potere eccetera, è tutto un altro discorso, ed è chiaro, anche leggendo i libri di Jennings, che la FIFA di soldi ne muove in quantità paperonesche. Ma per quanto volevo dire in effetti non ha alcuna importanza.

 

Passando al Campionato italiano la partita di ieri di Trento è stata la clamorosa conferma che gli equilibri che Milano aveva “serendipidously” trovato in garatre erano stati un caso. Faccio la cronaca di come ho seguito la partita, visto che intanto la mia Trieste stava asfaltando a lucido la Fortitudo tanto che, pronti via, già al quinto minuto i loro giocatori non sapevano neanche come si chiamavano, tanto erano groggy, e che contemporaneamente cominciavano le nuove puntate di NCIS LA. All’inizio vedo Milano che parte con un quintetto tutto sommato logico, con l’unica domanda di cosa cavolo ci facesse in quel quintetto Sanders. E infatti parte la partita e Sanders gioca ogni pallone facendo il Lebron de Sesana (i triestini mi capiranno – fra l’altro poi l’ “american de Sesana” vero c’è anche stato e di nome faceva Primož Brezec) combinando cazzate in serie alle quali Repeša assiste serafico. Con il risultato che Cinciarini porta palla oltre metà campo e poi non la vede più. Che colpa ha lui del plus-minus -21 se l’unica cosa che ha fatto quando era in campo era guardare i compagni massacrare il pallone? Sai poi, non vedendo un pallone che sia uno in attacco, che difesa spasmodica metti in campo! Idem il povero Pascolo che, ho contato, nei primi cinque-sei minuti ha visto un solo pallone utile, finendo con un tiro da tre che è, almeno dal mio punto di vista, esattamente l’unico, ma talmente unico da esser cercato con il lanternino, motivo per il quale “non” lo metto in campo. Poi in un’azione è andato finalmente dove doveva andare, spalle a canestro sul centrodestra ed ha subito distribuito un assist a Tarczewski che, essendo sostanzialmente un pippone, si è poi incartato, ma l’assist c’era e l’azione era sicuramente bella e logica. Insomma, purtroppo non ho testimoni, ma spero che mi crederete, e se no pazienza, mi son subito detto: “bravi, grandi, appena Trento comincia a mettere qualche palla in canestro (dopo aver sbagliato mille volte da due centimetri a inizio partita) la partita finisce in goleada”. Poi ho visto Flaccadori giocare benissimo (speriamo solo che duri e che soprattutto non pensi già adesso di essere diventato un fenomeno, visto che di strada ne ha da fare almeno per un ulteriore 80% rispetto a quanto sa adesso), ho visto, come giustamente dice Lopez, la situazione orribile dal punto di vista atletico di Milano, disamina sulla quale concordo totalmente, ho visto le solite risposte catatoniche miste a panico della panchina milanese, insomma ho girato tranquillamente su Kensi e Deeks, tanto la partita era segnata. Piccola chiosa sulla famosa “intensità” della quale tanto si parla, chiosa che ha moltissimo da vedere con la forma atletica e l’intelligenza tattica. Se queste due mancano, mi spiegate come si fa a essere “intensi” se fisicamente non si è sul posto o si arriva dopo gli avversari? Se uno non c’è, fisicamente, non può neanche essere “intenso”. E se poi ha la mente annebbiata dalla fatica e il fiatone, è già un miracolo se le gambe lo portano fino al posto giusto, che poi la mente gli dica di fare la cosa giusta, mente che è intanto nella nebbia più totale, è tutto un altro discorso. Dunque questo dell’“intensità” è un discorso che non mi sentirete mai affrontare. Perché semplicemente per me non esiste: se si sa giocare, se si ha VOGLIA di giocare, cioè si è motivati, e si ha la giusta condizione atletica, se cioè la preparazione di base e per la partita è buona, si è automaticamente “intensi”, se no non lo si è. Tutto qua.

Scrivo prima di gara quattro di Avellino-Venezia, per cui aspetto di vedere come finisce. Garatre è stata più o meno come ve lo avevo anticipato. A questo punto la mia impressione che Venezia proprio non abbia le armi per vincere a Avellino si fa sempre più intensa. Ma non è detto. Per cui vediamo.