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Sono ancora sotto choc per la nazionale slovena di calcio che ha buttato al vento in modo assurdo, che neanche quelli del basket dei tempi d’oro, una sicura qualificazione all’Europeo (2 a 0 in Svizzera a 10 minuti dalla fine!), ma ciò nondimeno devo dire qualcosa sulla nazionale italiana di basket (su quella slovena non ho nulla da dire, primo perché non l’ho guardata per non oberare troppo le coronarie, secondo perché senza tiro da fuori, com’era ovvio prevedere sarebbe successo nelle partite che contano, i croati sono attualmente molto più forti), nazionale che ho guardato per intero perdere contro la Turchia, visto che era l’unico evento della ricchissima serata verso il quale, mi perdonerete i miei sentimenti, non ero particolarmente impegnato emotivamente.

 

Mi imbarazza un po’ dirlo, in quanto sono un tipo di persona che odia tutti quelli che a bocce ferme dicono: “l’avevo detto io!”, ma mi tocca farlo. Penso che me ne darete atto, ma è successo più o meno quello che avevo preconizzato dopo aver visto l’Italia a Capodistria. Quello che non è successo è stata una delle cose che temevo, che cioè potesse esserci una mancanza, magari inconscia, di impegno. Su questo niente da dire: tutti gli azzurri vanno elogiati per aver dato emotivamente quello che potevano dare, nessuno ha fatto alcun tipo di flanella. E questo è molto buono. Come è molto buono il fatto che la squadra si sia riconosciuta in Gallinari che doveva essere il leader incontrastato in campo, e così è stato. Quasi. Ma ne parlerò ancora.

Tutto il resto purtroppo conferma in pieno le perplessità e i difetti che avevo tentato di analizzare dopo Capodistria. Intanto, non credo che potesse esserci conferma più lampante che Bargnani non ha esattamente nulla da cercare in questa nazionale. Semplicemente non serve, anzi arreca vistosi danni con la sua totale evanescenza in difesa. Quando c’è stato l’annuncio dei dodici volevo quasi scrivere un brevissimo post per dire che secondo me i dodici erano quelli logici con l’unica variante che ci sarebbe dovuto essere Cervi al posto di Bargnani. Cosa di cui sono ancora più convinto dopo aver visto la partita. Mi spiego: l’Italia è una squadra leggera che soffre soprattutto sotto il proprio canestro dove i rimbalzi vengono presi in modo “statico”, nel senso che bisogna saltare da fermi senza poter sfruttare, come in attacco, la velocità e l’agilità per arrivare prima sulla palla capendo in anticipo dove andrà a finire. E dunque sotto il proprio canestro deve esserci sempre un “ingombro” per i rimbalzisti avversari, uno che insomma stia lì, a fare soprattutto il tagliafuori, che spinga con i gomiti, che faccia, come si dice, a sportellate con gli avversari. Se non c’è è solo ovvio che i nostri semi-lunghi avranno enormi difficoltà contro i lunghi avversari che, ricordando il discorso di poco sopra, hanno in più il vantaggio di arrivare a rimbalzo lanciati. In più c’è l’enorme problema strutturale che le guardie italiane, Hackett e Cinciarini a parte (che sono i play e dunque c’è l’aggravante che, se loro si sderenano in difesa, sai che lucidità avranno poi in attacco nel costruire il gioco), non tengono l’ 1 contro 1 dei pari ruolo avversari. O per mancanza meramente atletica (Gallinari) o per continui errori di posizionamento (Gentile, Belinelli), fatto sta che poi bisognerebbe chiudere con rotazioni veloci che impegnano principalmente il centro che così raccoglie falli a palate. In definitiva, e la cosa meraviglia un po’ anche me che lo sto dicendo, sapendo tutti come la penso in fatto di difesa verso attacco, il problema fondamentale dell’Italia è che non difende, semplicemente perché né lo può né soprattutto lo sa. E gli 89 punti subiti dai turchi nel 2015, epoca di difese impermeabili e di culto dell’intimidazione fisica degli attaccanti avversari, mi sembrano una prova inconfutabile di tutto ciò.

In questo panorama entra Bargnani. Che non difende, non fa tagliafuori, non prende rimbalzi, in difesa detto in breve non fa una mazza di nulla, si fa segnare in sottomano in 1 contro 1 da Gueler, per dire, che non fa altro che aggravare in modo decisivo una situazione che già è altamente preoccupante. Facesse sfracelli in attacco! Volasse sopra le teste degli avversari a schiacciare in tapin! Facesse insomma il fenomeno vero, non uno che ogni tanto tira da fuori al posto di quelli che dovrebbero farlo per contratto, e nell’Italia odierna ci sono tantissimi, pressoché tutti. Niente di tutto ciò. E allora, di grazia, cosa cavolo ci sta a fare, in campo? 

La cosa che meraviglia in tutto questo panorama è che poi, risultato alla mano, l’Italia era lì lì per vincerla, questa partita. Con tutti i casini inenarrabili che ha fatto in attacco con Gentile e Belinelli che continuano a palleggiare facendo (male, visto che non lo sono soprattutto di testa) il play al posto di quelli che lo dovrebbero fare, ma i due dioscuri non glielo lasciano fare, perché loro sono quelli forti, i Supermen che decidono le partite da soli e allora via a testa bassa con alla fine scarichi improbabili che il più delle volte lanciano il contropiede avversario. Spero che lo staff tecnico italiano abbia guardato e riguardato la partita soprattutto guardando cosa hanno fatto i turchi che hanno giocato tutta la partita in modo umano, facendo ogni volta le cose giuste, avendo benissimo in testa quello che in ogni occasione andava fatto, che insomma avevano un chiarissimo e visibilissimo piano partita. 

L’unica cosa che conforta un po’ è che alla fine, forse anche perché era nell’ordine naturale delle cose, l’Italia ha giocato come doveva dall’inizio (e anche questo penso di averlo detto in tempi non sospetti), con il quintetto piccolo e aggressivo che faceva soprattutto casino, ma che aveva una grandissima intensità che a volte ha fatto deragliare i turchi, con Gallinari terminale unico in attacco, che con grandissima intelligenza faceva quello che avrebbe dovuto fare Bargnani, e cioè giocare da 5 sotto canestro, venendo servito in modo decente e poi segnando ogni volta che ne aveva voglia in 1 contro 1. Con gli altri a tirare sugli scarichi. Secondo schemi elementari quanto logici. Sistema di gioco che dovrebbe essere quello base per una squadra leggera di giocatori dinamici, semi-lunghi che possono fare di tutto, soprattutto tirare bene, che con una grande mobilità e impegno possono mascherare le tremende lacune in difesa, squadra insomma, proprio perché la difesa non offre alcun tipo di garanzia, votata al gioco a chi ne fa uno in più dell’avversario e non a chi ne prende uno in meno. Con l’uso moderato, quando diventa inevitabile, di un “ingombro” sotto canestro in chiave difensiva. A proposito, qualcuno mi sa spiegare perché Cusin sia stato totalmente dimenticato in panchina?