Questo sito utilizza cookie tecnici, anche di terze parti. Per ulteriore informazioni sull'utilizzo dei cookie e su come disabilitarli, clicca qui. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando su qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie.

Stampa

Rispondo a stretto giro di posta, anche perché sono incazzato come una iena, e dunque devo mettere nero su bianco le mie puntualizzazioni. Sono arrabbiato perché, se c'è una cosa che non sopporto quando si discute, è il preconcetto e la malafede. Per cui mi si attribuiscono affermazioni che non ho fatto, si estrapolano quelle che ho fatto dal contesto, solo per affermare, in netto contrasto con quanto ha detto il sottoscritto imbecille, in realtà le stesse cose che il suddetto imbecille ha tentato di dire (e che, dal suo punto di vista, se solo qualcuno si fosse preso la briga di leggere attentamente quanto scritto, cosa che a questo punto dubito fortemente che la grande maggioranza abbia fatto, gli sembra di aver detto chiaramente e coerentemente) sviluppando un ragionamento partito dal più lontano possibile sfuggendo a tutti i possibili slogan e stereotipi.

Per esempio: che io abbia osannato Froome gettando contemporaneamente nel fango Pantani non emerge esattamente da nulla da quello che ho scritto. Basta leggere. Per fortuna scripta manent. Anche l'amico Roda mi ha deluso. Può anche essersi sei anni fa attaccato alla macchina, ma, di grazia, cosa ca...volo c'entra col fatto che al Tour sia andato più forte di tutti? Sarà stato il più forte, o no? E se pensate che lui abbia vinto perché era l'unico che si era dopato, mentre gli altri erano puliti come la varecchina, ebbene, mi dispiace, ma a una favola del genere non ci crederò mai. È chiaro, uno può essere più simpatico o antipatico, ma da questo a dire che quello che ci è simpatico è pulito, mentre quello che non lo è, è un angioletto, mi sembra la più clamorosa delle disonestà intellettuali. Uno di voi è andato anche tanto lontano da prendere addirittura (of all people!) le difese di Contador contestando quanto da me detto, e che cioè è andato piano (per uno che ha vinto quanto ha vinto lui e per come ha vinto essere fermo in salita e a crono e arrivare quarto – attenzione, quarto! , e non 23.esimo – penso che il minimo che si possa dire è che non è certamente andato forte) a causa, secondo me lapalissiana, che stavolta non gli hanno permesso di prendere la bistecca col turbo, insinuando che non ha vinto perché lui era pulito mentre invece gli altri chissà cos'avevano preso, cosa che mi sembra onestamente totalmente fuori dal mondo. Avranno o no corso tutti con le stesse condizioni? Ripeto, potrà anche venir fuori fra un paio d'anni che anche in questo Tour erano drogati tutti, ma, scusate, continuo a pensare che almeno lo fossero tutti allo stesso modo. E, scusate, di converso penso che il trucco era quando Contador (e se per quello anche Valverde...quante tappe hanno vinto quest'anno gli spagnoli?) vinceva, e non certamente adesso. Un po' come per Basso: chissà come, da quando è ritornato dalla squalifica vince molto di meno. Ma guarda un po'... E poi ancora su Froome: perché prendere in giro l'affermazione che è forte anche perché è nato sugli altipiani, quando un discorso del genere per Quintana sembra talmente ovvio da non dover neanche essere discusso? Ecco, ripeto, tutte queste cose mi fanno incazzare. Se già si vuole parlare, lo si faccia per favore non per partito preso e per simpatie personali prendendo almeno in esame tutti i fatti. Tornando al discorso su Pantani, mi sembra di aver più che chiaramente detto che l'unica cosa che mi disturba e che è il nocciolo della questione è che sia ancora adesso esaltato per le imprese che ha fatto (sotto l'effetto del doping, o discutiamo anche questo?, perché se discutiamo anche questo è come dire che il sole è azzurro: a questo punto contro convinzioni del genere non posso discutere più), mentre proprio la sua tragica parabola tanto agonistica che della sua vita dovrebbe insegnare tante cose diverse, dovrebbe cioè insegnare che certe cose non si devono fare proprio per non finire allo stesso modo. Ora, che lui fosse il più forte in quel mondo, lo dicono i risultati, cosa che mi sembra ovvia. Ripeto, il discorso vero sta da tutta un'altra parte. (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto")

Capitolo doping DDR. Anche qui incazzatura solenne. Caso vuole che nella vita faccio il telecronista e che uno dei miei sport sia anche il nuoto (come già detto, era l'unico sport nel quale avessi un minimo di talento innato, per cui, mentre sulla terraferma ero lo zimbello di tutti, nei giochi in acqua al bagno d'estate ero uno dei "forti") che seguo dalle Olimpiadi del '72 di Monaco con annessa documentazione. Se permettete dunque quando parlo di nuoto so di cosa parlo. Purtroppo, penso durante il trasferimento all'epoca di Berlusconi nei nuovi ambienti, devo aver perso tutta la documentazione risalente agli anni '70, ma mi è rimasta quella degli anni '80. La DDR, a parte Matthes, non ha mai prodotto nuotatori maschi di valore perché il doping di steroidi con loro non funzionava? Bene, a parte Roger Pyttel negli anni '70 che è stato anche primatista del mondo dei 200 farfalla, sono andato un po' a vedere i risultati dei nuotatori maschi DDR negli anni '80, prendendo in esame i mondiali dell' '82 e dell' '86 nonché le Olimpiadi di Seul dell' '88 (a Los Angeles, come sapete, i DDR non c'erano mentre nel '90 il sistema stava già crollando). Allora: Joerg Woithe, primo sui 100 sl – stile libero – e terzo sui 200 nell'82. Dirk Richter: primo sui 100 dorso nell' '82 e secondo sulla stessa distanza quattro anni dopo. Jens Peter Berndt, secondo sui 400 misti nell' '82. Swen Lodziewski (che poi fra l'altro dopo vecchio conquistò un posto nella staffetta riunita tedesca molti anni dopo) terzo sui 400 sl nell' '82 e secondo sui 200 quattro anni dopo. Uwe Dassler secondo sui 400 sl nell '86 a Madrid, a Seul campione olimpico sulla stessa distanza e terzo sui 1500 (quando Salnikov nuotò per primo sotto i 15 minuti). Frank Baltrusch: secondo sui 200 dorso a Madrid, secondo anche alle Olimpiadi. Patrick Kuehl: secondo alle Olimpiadi sui 200 misti. Staffetta maschile 4x200 con Hinneburg, Flemming, Richter e Lodziewski prima ai mondiali '86 e con Dassler, Lodziewski, Flemming e Zesner seconda a Seul, staffetta 4x100 stile libero terza a Seul con Richter, Flemming, Hinneburg e Zesner. Secondo me dire che i tedeschi dell'est non avevano nuotatori maschi mi sembra una ca...volata oltre ogni dire dovuta, penso, all'ignoranza o alla malafede o a un preconcetto dovuto al martellamento superficiale che viene fatto da tantissimo tempo dai media e, come disse un tedesco che di queste cose si intendeva più di chiunque altro, tale Goebbels, una bugia, per quanto inverosimile, ripetuta all'infinito alla fine diventa un fatto. Questa citazione fra l'altro mi catapulta sulla seconda ragione della mia incazzatura: sarà mai una volta possibile non confondere i nudi fatti con la reazione emotiva che ci provocano? Goebbels era un criminale tout court, un pazzo scatenato che per seguire Hitler fino alla morte uccise se stesso e tutta la famiglia, ma ciò nondimeno nel suo campo di competenza, la propaganda, era un genio avanti di oltre mezzo secolo rispetto a tutti i suoi contemporanei. E infatti i suoi metodi, come abbiamo ahinoi purtroppo dovuto constatare in Italia negli ultimi 30 anni, funzionano a meraviglia. Così gli stregoni della DDR: erano sicuramente malfattori che eseguivano ordini (già sentita questa?) dall'alto che pretendevano il risultato sportivo a ogni costo, e su questo non ci possono essere dubbi, la cosa è tranquilla e pacifica, però avevano anche alla base conoscenze scientifiche di primissimo piano, cosa che vi verrà confermata da tutti coloro (e ne conosco molti in Slovenia che me ne hanno parlato per esperienza diretta) che sono passati da Lipsia durante il loro corso di studi sportivi per qualche stage o per qualche anno di lezioni.

Tutti hanno parlato di quella struttura come di una roba totalmente di un altro pianeta rispetto a quanto si faceva da noi (anche in Jugoslavia) ed è solo ovvio che a loro non fosse stato detto nulla in merito al doping che, e lo ripeto e soprattutto ribadisco fermamente, era un qualcosa di più che serviva a fare il salto definitivo trasformando, se possibile, un bravissimo atleta (o per meglio dire, "una" bravissima atleta proprio per il fatto, correttamente citato, che la cura con gli steroidi con le ragazze funzionava molto meglio) in un vincente, unica cosa che interessava ai poteri politici della DDR che dei successi sportivi aveva fatto la propria bandiera, in quanto solo con i successi sportivi l' opinione pubblica mondiale poteva rendersi conto dell'esistenza della DDR come stato, e non solo come la parte della Germania occupata dai sovietici, distinzione che per loro e per tutto il blocco orientale era di fondamentale importanza, per quanto a noi sembri cosa di poco conto. Ed è proprio per questa ragione, cosa che ho sentito anche di persona da persone addentro alle cose durante i periodi nei quali andavo ancora in giro alle grandi manifestazioni, che nella DDR tutti gli sport di squadra erano boicottati, perché, dicevano, una medaglia nel calcio o nella pallamano (sport fra l'altro straordinariamente popolare nella DDR – ancora oggi il Magdeburgo è una potenza continentale) vale esattamente come quella dello sprint di biathlon e dei medi della lotta libera. E a noi, dicevano, interessano solo le medaglie, perché solo quelle vanno in conto. Pensandoci bene forse non avevano tutti i torti: va' a spiegare alla gente che l'Argentina vinse solo due medaglie d'oro alle Olimpiadi di Atene. Peccato fossero quelle del calcio e del basket, i due sport di squadra più popolari e praticati al mondo! Per esempio per questo, proprio perché non avevano chance di competere, lo sci alpino nella DDR era severamente bandito.

Per finire ancora la mia semplicissima opinione su quanto è doping e quanto non è doping. Quando tutte le sperimentazioni scientifiche dimostrano al di là di ogni ragionevole dubbio che una sostanza o un trattamento non arrecano nocumento a chi la assume o lo pratica, non è doping. Una linea fra quanto è doping e quanto non lo è da qualche parte deve pur essere tracciata. E questo è un punto. E parlare in termini di quantità si finisce in un vicolo cieco, perché, per esempio parlando di caffeina, c'è gente che può bere cinque caffè di fila che dorme come un ghiro, mentre c'è altra gente che, bevuto un caffè alle cinque del pomeriggio poi rimane sveglia tutta la notte. C'entra il peso, il sesso, il metabolismo, c'entra la quantità di calorie consumate, bisognerebbe fare tutta una serie di tabelle compensate eccetera. Pietà! Con tutto quel che ciò comporta in fatto di trovata la legge, trovato l'inganno. Dunque l'unica linea possibile è quella del merito. Fa male? Non puoi prendere. Non fa male o almeno, non fa male nella quantità normalmente presa dallo sportivo medio? Allora si può prendere. Pretendere che uno sportivo di vertice oggigiorno vada a pane e acqua è illusorio. E anche ingiusto: visti gli sforzi sovrumani ai quali è sottoposto gli deve essere offerto tutto il supporto medico e farmacologico possibile. Per esempio non vedo la differenza fra una camera ipobarica e un allenamento in quota. Spiegatemi per favore quale sarebbe la differenza sostanziale di merito. L'unica cosa importante è che per quello che prende (e soprattutto per quello che prende per emulazione lo sportivo dilettante, o peggio ancora, giovanissimo) non debba vedersi accorciata la vita di un paio di decenni o che a causa di quel che prende non rimanga disabile o comunque gravemente ammalato o a rischio di gravissime malattie per il resto della sua vita. Tutto qua. Se ci si limitasse a questo, secondo me sarebbe già un enorme progresso rispetto al caos che abbiamo oggi.