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Un breve commento all'intervista con Trinchieri che Tommaso ha postato molto opportunamente per il, secondo me, eccellente livello "umano" al quale si è svolta. Non mi importa cosa sia stato detto, se sono state dette stupidaggini o cose profonde, ognuno ha la sua opinione ed è giusto così. Quello che mi preme dire è che nell'intervista si è parlato di cose importanti fra due persone che si capivano e che ragionavano trovandosi sullo stesso pianeta. Insomma, sono proprio contento di quello che è andato in onda. Vi invito a vederla, quelli che non avete ancora avuto il modo di farlo. Ancora una postilla proprio su Trinchieri che sembra sia stato discusso in questi giorni, tanto che sembrava potesse essere addirittura esonerato. Mi pare di sognare: l'anno scorso fa le nozze con i fichi secchi, gli vendono Micov e Šermadini, si qualifica lo stesso per l'Eurolega, fa ottime cose (meno che contro l'Olimpija, che gli è costata la seconda fase) e poi, non contenti, gli vendono anche Markoišvili e pretendono che vinca col broccaccio che hanno preso per fare il play (con Mazzarino che è sempre più matusalemmico e Tabu che è quello che è). Ed ora che sono ormai defunti fisicamente per gli sforzi fatti, tipo Siena, se non peggio, si accorgono di avere una squadra che stenta? E l'allenatore, cosa cavolo c'entra, in tutto questo? Mi sembra un po' la storia della barzelletta dell'acrobata che si tuffava dai 20 metri su uno straccio imbevuto d'acqua e che un giorno, schiantandosi, imprecò in uno dei suoi ultimi rantoli: "chi è il deficiente che mi ha strizzato lo straccio?".

Attualità intanto con l'infortunio di Gallinari che è obiettivamente una tegola che si abbatte sulle possibilità degli azzurri in Slovenia più come un meteorite di quelli che cadono in Siberia che non come un mattone che cade dal tetto. Diciamocelo chiaramente: con Gallinari (senza Bargnani e soprattutto Belinelli!! - non dimentichiamocelo mai) l'Italia vale 100, senza non più di 60-70. Potete fare i nomi che volete, potete convocare questo o quello ma senza l'uomo che lega insieme la squadra facendo diventare più bravi tutti i compagni, come aveva fatto durante le qualificazioni, il rendimento della squadra non può che calare bruscamente. Spero vivamente che possa recuperare in tempo, se no al Bonifica fra qualche mese me la vedo veramente brutta. A proposito, che ne dite di prendervi le ferie proprio per quel periodo e di indire una sconvescion continua facendo base da me in redazione (con visita guidata di Tv Koper...) e poi andare ogni giorno tutti assieme in palazzetto a vedere le partite? Ripeto: da Trieste centro al Bonifica sono 20 minuti di macchina, per cui l'unico problema è di comprare la vignetta autostradale slovena (quella da 15 giorni) se non si vuole arrivare a Capodistria per la strada normale che in quel periodo è intasata di turisti. (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto")

Eurolega: mi dispiace per Siena. O forse neanche tanto, visto che come ho scritto sopra sembrano fisicamente alla frutta. Forse anche qui sono condizionato dall'amicizia e dal grande rispetto che nutro verso Luca Banchi, ma penso che la sua più grossa colpa quest'anno sia stata quella di aver fatto risultati molto migliori di quanto il roster lasciasse presagire. Quando, tirato il collo alla squadra, si sono manifestati i primi scricchiolii in veste di acciacchi ed infortuni vari, la corda si è rotta e con essa il giocattolo. Forse l'eliminazione permetterà alla squadra di riposare e sanare le ferite e ritornare in forma per i playoff dove onestamente non vedo perché non potrebbe vincere. Del resto chi ha vinto la Coppa Italia?

Tornando all'Eurolega visti gli accoppiamenti dei quarti ho paura che non siano proprio quelli che la dirigenza dell'Eurolega si aspettava. Nel senso che non c'è un Bayern-Juve che da solo giustifica il turno in attesa di un inevitabile scontro in semifinale fra due fra Real, Barca e Bayern, cosa che già adesso fa leccare i baffi ai calciofili. Nel basket cosa abbiamo? Tre confronti sulla carta scontati in partenza ed uno, quello fra l' Olympiacos e l'Anadolu Efes che è sicuramente un match tipo 50-50 (sarebbe secondo me sbilanciato a favore dei turchi se avessero loro il vantaggio del fattore campo), ma che si gioca fra due squadre che non sono certamente fra quelle che divertono di più. Sia ben chiaro: giocano benissimo, in modo molto razionale e produttivo, ma proprio per questo, badando al sodo, non scatenano certo l'entusiasmo dei "nuovi" tifosi di basket, quelli che godono nei voli con il pallone e nei passaggi con triplo avvitamento carpiato. In breve un commentino agli altri tre scontri. Non vedo come il CSKA possa avere il minimo problema contro il Vitoria. Ha semplicemente giocatori più forti, un allenatore più bravo e esperto, insomma secondo me non c'è match (a meno che Teodosić non reputi gli avversari troppo scarsi per degnarli di attenzione... però c'è Messina che dovrebbe metterlo a posto nel caso che). Il Real è di 2-3 volte più forte del Maccabi che ha però dalla sua parte un grandissimo coach, cosa dimostrata quest'anno portando una squadra di obiettivi brocchi all'eliminazione diretta, e soprattutto il pubblico di casa dello Yad Eliahu. Per cui fossi Laso una qualche preoccupazione ce l'avrei. E infine Barcellona-Panathinaikos: fossi un tifoso bianco-verde avrei molta fiducia in Pascual. Qualche cosa per perdere qualche partita la inventerà, tanto più non avendo Mickael ed avendo Lorbek in crisi, probabilmente fisica, visto che non ha certamente dimenticato come si gioca a basket, ma appare spento. E Navarro, che è poi quello che regolarmente vince da solo le partite nei pochi minuti nei quali gioca da Navarro, sul ritmo spasmodico delle partite a tamburo battente potrebbe anche andare un po' in apnea. Insomma...forse qualche chance...però onestamente il Panathinaikos ha troppo pochi giocatori veramente buoni per poter sperare.

Non posso qui non riallacciarmi, parlando del Barcellona, alla lite fra Pascual e Mickael che ho avuto fra l'altro la fortuna di vedere in diretta cogliendolo proprio durante un "trip" di zapping. Che il coach lo abbia lasciato in panchina per il resto della partita era il minimo che potesse fare, indipendentemente dal fatto che la partita fosse importante o meno. Ci sono principi di autorità che non possono essere violati pena lo sputtanamento perpetuo proprio presso gli altri giocatori. Il problema però è perché il litigio sia avvenuto. Ora: non c'è nessuno che abbia solo una piccola infarinatura di basket che non veda che Mickael è un giocatore imprescindibile negli equilibri della squadra e logica vuole che abbia un trattamento particolare da parte del coach. Non si dice qui di favorirlo, di assecondare le sue bizze (che, da come si è sempre comportato sul campo, non sembra che abbia, del resto se le avesse non sarebbe tanto forte), ma semplicemente di fare in modo che sia sempre a suo agio per rendere al massimo. E' una questione puramente opportunistica quasi: io vinco e la mia quotazione sale se il mio miglior giocatore gioca bene. E' dunque nel mio vitale interesse metterlo nelle condizioni giuste per farlo. Se vado contro i miei stessi interessi sono un pirla. Appunto.

Saša Dončić era un giocatore sloveno di origini serbe nato a San Pietro (Šempeter), sobborgo di Gorizia slovena. Si mise in mostra giocando in quintetto ad Idria, quando la cittadina aveva una squadra che arrivò addirittura alle finali slovene per il titolo giocando praticamente sempre in cinque, uno dei quali era lo zio di Luka Rupnik, biondo anche lui, ma più tarchiato, per non dire che aveva la pancetta, tiratore pazzo che non sapeva cosa fosse la difesa, una specie di Radmilo Mišović in versione slovena. Poi passò al Krka dove giocò molte stagioni, addirittura in Eurolega arrivando anche alle soglie della nazionale. Dunque alla domanda se so chi sia la risposta è sì. La storia di suo figlio l'ho saputa da voi. Grazie per avermela detta. Ovviamente venendola a sapere in questo modo non posso avere opinioni, non conoscendo i fatti né avendo la più pallida idea di come giochi il figlio. Posso però continuare su un piano un po' più ampio riprendendo un accenno che avete fatto nei vostri commenti. Uno di voi ha rimarcato come il basket nell'area ex-jugoslava sia in crisi, abbinando il fatto alla dissoluzione della Jugoslavia. Ora è vero esattamente il contrario. La dissoluzione della Jugoslavia è avvenuta 22 anni fa (come passa il tempo!), il che è un lasso di tempo gigantesco quando si parla di generazioni di sportivi. Per esempio lo stesso padre Dončić non ha mai avuto l'occasione di giocare da jugoslavo, dunque stiamo parlando di nuove leve che sono figli di giocatori già nati agonisticamente dopo la dissoluzione. Guardando un po' quanto successo in quegli anni vediamo che da una nazionale straordinariamente forte sono nate sei (!) nazionali che ovviamente non potevano essere ugualmente forti, ma pur sempre fortissime prese singolarmente. Il caso sloveno è eclatante. In Slovenia, ai tempi della Jugoslavia, per poter emergere e giocare ai massimi livelli si dovevano percorrere strade lunghe e difficili: giocare dapprima nei campionati nazionali, passare all'Olimpija che (un po' come il Rabotnički in Macedonia) era una specie di nazionale slovena, farsi un nome lì, farsi poi largo nelle varie selezioni jugoslave in un panorama di spaventosa concorrenza e poi eventualmente farsi un nome per poter magari espatriare negli ultimi anni di carriera. Ed infatti, a parte i grandi campioni tipo Daneu, Vilfan o Zdovc, il livello medio dei giocatori sloveni era molto deficitario, mancando loro proprio l'abitudine a giocare ai massimi livelli. Con la dissoluzione molti di questi passaggi sono stati eliminati, per cui un Lakovič è potuto passare dallo Slovan al Krka e da lì direttamente al Panathinaikos dove ha potuto fare la gavetta necessaria ai massimi livelli sotto la guida migliore che potesse avere, e cioè Obradović. Lo stesso vale per Smodiš, direttamente dal Krka alla Virtus alla corte di Messina. Sono perfettamente convinto che nè l'uno nè l'altro nè tanti altri di valore comunque inferiore avrebbero potuto fare la stessa carriera se ci fosse stata ancora la Jugoslavia. Non perché non li avrebbero scoperti, ma semplicemente perché la loro maturazione sarebbe stata molto più lenta. Da questo punto di vista dunque la dissoluzione della Jugoslavia è stata una manna piovuta dal cielo perché, per così dire, ha fatto saltare il tappo. Del resto abbiamo la straordinaria controprova della riunificazione della Germania che ha praticamente ammazzato in pochissimo tempo tutta la straordinaria scuola sportiva della DDR, che sì, praticava il doping di Stato sistematico, ma che era tanto sviluppata da praticarlo molto meglio di tutti gli altri (perché, pensate forse che gli altri fossero, o se è per quello, siano puliti? Ma fatemi un piacere...). Come era molto più brava in tutti gli altri campi, analisi scientifica, reclutamento, metodologia di allenamento eccetera. Il problema del basket jugoslavo odierno è che non si è perpetuata la grandissima scuola jugoslava per un livello sempre più basso dei coach di base (i migliori vanno ovviamente all'estero appena possono), ma c'è soprattutto anche nell'area ex-jugoslava in atto il cambiamento antropologico delle giovani generazioni, sempre più omologate a quelle degli altri paesi europei e sempre meno "balcaniche", nell'accezione più positiva possibile di questo aggettivo. Pian piano si sta perdendo la memoria storica dei vari Kića, Mirza, Praja, Kukoč, addirittura di Dražen, e di cosa rappresentassero e di come giocassero, per cui anche da quelle parti gli idoli sono i vari Lebron, CP3 e chi più ne ha più ne metta. Che tristezza. Secondo me da questo punto di vista il declino è irreversibile e con la dissoluzione della Jugoslavia c'entra come i famosi cavoli a merenda.