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Intanto, scusatemi, vorrei esordire oggi con una nota che riguarda solo noi di TV Capodistria e quei pochi che riescono ancora a vederci. E' stato un immenso piacere ieri seguire la nostra diretta di atletica leggera con la telecronaca del collega ed amico (dalla seconda media! - sono, ridendo e scherzando, 50 anni) Sandro Vidrih, rientrato per l'occasione dalla sua meritata pensione. Devo dire che mi sono un tantino commosso ricordando tutti i tempi passati con le nostre improbabili trasferte in tandem tanto tempo fa nei luoghi più impossibili dell'ex-Jugoslavia. Sono passati tantissimi anni, però concedetemelo (o almeno fate finta di farlo), rimaniamo una coppia che tutto sommato un po' di storia, per quanto marginale, l'abbiamo fatta.

Stasera finisce il nuoto, però io continuo con le mie telecronache. Domani finale di tennis e poi, la settimana prossima, basket a go-go dai quarti fino alla finale finendo con la cerimonia di chiusura. Devo confessare che ho già goduto questa settimana e sicuramente per la prossima, se possibile, dovrebbe essere ancora meglio. L' unica cosa che mi dispiace un tantino è che non abbiamo in programma partite di basket femminile, perché mai come stavolta mi sembra che il basket in gonnella abbia fatto in questo ciclo olimpico un tale salto di qualità. Si vedono partite nelle quali a volte si dimentica del tutto che a giocare sono ragazze il che, penso, sia il massimo complimento che si possa loro fare. Il livello atletico è cresciuto in modo incredibile ed inoltre le ragazze giocano in modo più disciplinato, didascalico quasi, per cui seguire le loro partite è una continua lezione anche dal punto di vista tecnico. A proposito, qualcuno di voi smanettatori frenetici della rete potrebbe trovarmi notizie sulla 20-enne Liz Cambage, australiana di evidenti origini aborigene, una che sembra Sabonis giovane per il fisico, la mobilità e la morbidezza della mano che ieri contro le russe si è concessa una tranquilla schiacciata in penetrazione centrale oltre ad aver seminato il panico nella difesa avversaria ed aver stoppato tutto lo stoppabile nel raggio di tre metri.

Serata intensa quella di ieri che ha rischiato di rendermi strabico. C'erano infatti in contemporanea le gare di atletica e nuoto, per cui, mentre preparavo la sintesi da mettere in onda in seconda serata, con l'altro occhio guardavo la meravigliosa volata della regina Tirunesh Dibaba (avete notato che aveva un altra maglia rispetto alle compagne che erano lì per farle da scudieri?). Intanto in piscina succedevano cose turche con Phelps che vinceva il suo terzo oro consecutivo nella seconda disciplina dopo i 200 misti, con il record della Franklin (si limitasse al dorso forse sarebbe meglio sia per lei che per noi), l'esplosione della Ledecky (che, annotalo Maurizio, ha due settimane in meno rispetto alla Meliutyte) ed infine il coup de theatre (francese obbligatorio) con il trionfo del piccolo Manaudou, immediatamente abbracciato dalla sorellona in lacrime. Straordinario e, dai, diciamolo, commovente.

Tutto questo dopo aver sofferto e gioito per King Roger. Volevo morire quando sul primo match point ha sotterrato una volee che ai bei tempi avrei messo in campo anch'io, ma poi i dei del tennis sono stati con lui con la bordata di Del Potro aggiustata dal nastro per il colpo dell'apoteosi. Nel doppio Llodra e Tsonga hanno vinto 18 a 16 al terzo. Murray ha battuto Đoković dopo una lotta titanica. Finale maschile replica di quella di Wimbledon di un mese fa. Finale femminile Serena-Šarapova, come a dire un altro straclassico. Per arrivare a queste finali da sogno ci sono state lotte titaniche. Ma non dicevano che i ricchi e viziati tennisti erano alle Olimpiadi per sbaglio? Che per loro vincere un Masters 1000 era più importante di un successo olimpico? E allora perché hanno lottato con una tale ferocia? Scusatemi, ma io continuo a pensare che lo spirito olimpico sia ancora ben vivo e che puoi essere ricco sfondato quanto vuoi che, se sei un atleta vero, quando indossi la maglia della tua nazione senti qualcosa che normalmente non senti, un di più che solo chi lo provato penso che possa descriverlo. A proposito sono trasecolato quando i soliti giornalisti prestati da tutti i campi allo sport (ripeto, mi dà un fastidio terribile quando di sport sono chiamati a discettare cani e porci – io non mi sognerei mai di andare a dare lezioni a giornalisti specializzati, che ne so, in economia, per cui non tollero che giornalisti di altri campi vengano a spiegarmi lo sport) hanno storto il naso per il fatto che i campi del sacro Wimbledon sono stati invasi da truppe colorate. Ma, maledizione, il trucco è proprio lì! Stavolta non gioca Roger Federer o Andy Murray, ma giocano Federer, SVIZZERA, e Murray, GRAN BRETAGNA. Ma come si fa a non capirlo? La stessa cosa era fra l'altro capitata al ciclismo con la gara in linea disputata col coltello fra i denti e la cronometro per la quale Wiggins avrebbe barattato tutte le sue vittorie (meno quella al Tour, non esageriamo) in cambio del trionfo davanti alla sua gente.

Per finire due parole sugli atleti vincenti e per confutare quanto scritto da uno di voi, secondo cui avrei asserito che tutti gli sloveni (slavi è sbagliato nonché ignorante, sarebbe come a dire latini per italiani) sarebbero perdenti. Kauzer è un perdente, non certamente la Žolnir, non certamente lo sparatore Debevec, alla sua terza medaglia olimpica a 50 anni ed alla ottava Olimpiade (!! - due le aveva fatte ancora con la maglia jugoslava), e certamente non il campione olimpico uscente del martello Primož Kozmus, il quale dopo il titolo mondiale di Berlino si era ritirato, poi ha pensato di rientrare per le Olimpiadi, ha cambiato coach, non ha combinato un tubo non riuscendo a lanciare mai oltre i 77 metri, alla fine si è stufato, ha licenziato il coach, è andato in ritiro da solo nella Repubblica ceca, ha ritrovato gli automatismi, è arrivato alle Olimpiadi e, pam, ha sparato al primo lancio di qualificazione una bordata oltre gli 80 metri ritornando poi tranquillo in albergo. Lui in tutta la carriera ha sempre fatto il primato stagionale nella massima competizione dell'anno. Un po' come faceva la Simeoni. Ecco, questi sono i vincenti.