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Penso che sia mio dovere mettere subito un altro post principalmente per motivi tecnici, cioè per non intasare quello precedente con i vostri furiosi commenti, nel senso che è stata una valanga che rischia di incasinare tutto. Così almeno dividiamo un po' il tutto.

E già che ci sono non posso non ovviamente commentare i vostri commenti al mio commento. Prendetelo come il mio contributo alla lista dei commenti. Mai come stavolta infatti voglio partecipare anch'io alla discussione (già vedo la sconvescion...finché non ci butteranno fuori...).

Intanto first things first. Sono felice, veramente non c'è altra parola, che il mio amico Andrea Padovan, che forse non tutti sanno, ma è il bravissimo quanto sfortunato coach che si è visto squagliare la sua Falconstar sotto gli occhi senza che lui poverino c'entrasse nulla, abbia finalmente trovato il coraggio e la voglia di inserire il suo contributo. Spero solo che continui un po' più spesso, in quanto lui entra a pieno titolo nella ristrettissima cerchia di persone che stimo a tal punto che possono a suon di ragionamenti farmi cambiare idea su un qualsiasi argomento, e credetemi, ormai un po' mi conoscete, la cosa è al limite dell'impossibile. (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto") 

Certo, stavolta il diapason di commenti è stato totale, dalle acute disamine sulle quali si può o non essere d'accordo (e lo dico subito, ben pochi di voi mi hanno fatto cambiare idea su una qualsiasi delle cose che ho detto anche perché ben pochi siete entrati in sintonia con quanto volevo dire concentrandovi invece su interpretazioni formali di quanto ho scritto senza entrare nel merito vero), ma che vivaddio sono conseguenza di ragionamenti articolati che hanno capo e coda e che non è affatto detto che non siano le interpretazioni giuste, in quanto al mondo tutto è relativo e soprattutto nel campo che ci interessa le verità assolute non esistono, ma esistono solo quelle personali, fino (scusate la frase involuta, ma scrivo di getto) ai balbettamenti di qualche analfabeta che mi manda a quel paese senza aver neanche letto giusto quanto avevo scritto. Non so se si fosse capito, ma se esiste qualche altro analfabeta che non riesce a capire l'italiano (oddio, il “mio” italiano) da nessuna parte non ho potuto scrivere, perché non mi reputo un idiota, che Spanoulis sia scarso. Chiunque lo vorrebbe nella sua squadra. Ho detto solo che per un giocatore così deve essere la squadra ad adattarsi a lui e non viceversa. Del resto se Obradović lo ha lasciato andar via qualche ragione ci sarà. Come da nessuna parte non ho scritto che oggigiorno i giocatori sono tutti scarsi. Ho detto una cosa che mi sembra lapalissiana, che cioè per essere la miglior squadra europea (cioè per chi vince l' Eurolega) uno pretenderebbe che fosse formata da giocatori con una somma di tasso tecnico ben superiore. E vivaddio esisterà pure una gradazione di valori nel basket come in ogni altro campo della vita per cui fra i brocchi totali ed i supercampioni ci debba essere tutta una gamma di giocatori intermedi. Se il brocco vale 0 ed il supercampione 100 uno si attenderebbe che la media della squadra che vince l'Eurolega sia almeno di 70. Ecco, quello che volevo dire è che la media di “campionità” dell' Olympiacos è per me abbastanza più bassa. Ed allora sono tutti brocchi? Certo, alcuni ci vanno vicino (Law), altri invece sono quasi dei campioni veri, tantissimi sono bravissimi giocatori, ma, mi ripeto, non campioni.

Ma non eri tu che magnificavi Rocca ed ora denigri l' Olympiacos che ha vinto la partita con quelli che tu ergi a simboli dello sportivo vero, cioè le tre “C” di Diaz Miguel? Ma non sei in contraddizione?

No. Perché sono due discorsi completamenti diversi. Io nel mio vecchio post sui giocatori di basket facevo una netta distinzione fra il giocatore di basket ed il campione di basket. Per esemplificare ad absurdum io mi reputo un eccellente giocatore di basket perché penso di capire il gioco. Il problema è che quando ero giovane non correvo, non saltavo, ero debole di braccia, per cui ero negato e più di fare il fenomeno in Prima Divisione non mi è mai riuscito. D'altra parte ci sono taglialegna che hanno una presa di acciaio sulla palla, che del basket conoscono a malapena le regole anche per la loro non eccelsa levatura intellettuale, che però proprio per il fatto di prendere tutti i rimbalzi risultano utilissimi a qualsiasi livello, NBA compresa. Non sono però giocatori di basket, almeno nella mia accezione. Il campione di basket è dunque per me un giocatore vero di basket che capisce tutte le sottigliezze del gioco ed in più ha anche tutte le altre doti fisiche e mentali per emergere. Esempio sommo, ed infatti è stato il miglior giocatore di basket di tutti i tempi, Michael Jordan. Quello che volevo dunque dire nel passo in cui mi si accusa di contraddirmi è che mi sembra triste che per vincere basti avere in somma misura, su questo non ci possono essere dubbi, “solo” le tre “c”, ma un talento cestistico che almeno per me è insufficiente a darmi una qualsiasi soddisfazione tanto emotiva che intellettuale. Detto in breve la partita l'ha vinta la squadra indubbiamente più meritevole, ma non mi ha lasciato niente dentro, se non un vuoto che ancora provo dopo tre giorni, dunque a mente più che fredda, soprattutto pensando a chi Dio dà le possibilità di essere un campione ed invece spreca le sue potenzialità giocando in modo menefreghista, egoista e presuntuoso. Ogni riferimento a Teodosić è assolutamente voluto. L' unica cosa che mi fa sorridere è l'idea che possa finire prima o poi agli ordini di Obradović. Vorrei tanto essere la classica mosca per assistere invisibile negli spogliatoi al duello all'OK Corral nel quale probabilmente Obradović farebbe cose che neanche Delio Rossi in forma smagliante potrebbe neppure sognarsi.

Per inciso ero in turno TG il giorno in cui ho trasmesso il filmato dell' ultima partita della serie fra Philadelphia e Chicago, nel quale si vede Chicago a più uno riconquistare palla a 12 secondi dalla fine, arrivare velocemente nella metà campo avversaria e poi fare la più grande idiozia mai perpetrata su un campo di basket. Invece di fare zig zag per il campo facendo passare più secondi possibili prima che i rientrati giocatori avversari riescano a fare fallo, il genio NBA ha dato una bellissima palla ad Asik che arrivava in corsa e che è stato giustamente calato da un avversario e mandato in lunetta. Asik! Asik!! Il peggior tiratore di tiri liberi della storia! Ma non l'avevano mai visto prima? Pum pum sul ferro (per lui già una prodezza), ultimo attacco Phila e due tiri liberi vincenti di Iguodala. E voi vorreste che io guardi l'NBA? Ricordando questo episodio mi sono rincuorato ed ho un po' addolcito la pillola. In Europa saremo sì in fase involutiva in merito ai campioni che abbiamo, ma vivaddio almeno certe cose da noi non si vedono ancora.

A proposito di campioni. Mi avete massacrato rinfacciandomi la bestemmia che secondo me Papanikolaou non è un campione. Allora facciamo subito un po' di chiarezza partendo da molto lontano. Confesso subito una mia negligenza: scrivendo questi miei interventi dimentico spesso e volentieri che a leggermi sono in massima parte italiani. Gente cioè che ha nel tempo metabolizzato un'inflazione che agli altri popoli sembra quasi ridicola del superlativo. Appena una cosa è superiore alla media è già straordinaria. Uno che è veramente bravo non è un campione, è un campionissimo. Un po' il rovescio della medaglia per cui una cosa che non si deve fare non è semplicemente vietata, ma severamente vietata. Io provengo da una cultura (che penso comunque maggioritaria almeno in Europa) per la quale le cose vengono giudicate in modo molto più sobrio. Un brocco è per me un brocco, uno cioè scarso che può avere qualche qualità, ma che nel totale delle sue prestazioni è nettamente inferiore alla media. Così un campione è un campione, nel senso che per me essere campione è già il massimo possibile, non sentendo io alcuna necessità di dover ricorrere ad ulteriori superlativi. Fatemi dunque il favore di tenere sempre a mente questa mia peculiarità, per cui sappiate che quando dico che uno non è un campione voglio dire che al mondo ci sono stati e ci saranno ancora giocatori molto più forti di lui, quelli sì campioni veri. Papanikolaou l'ho seguito agli Europei, ho visto qualche partita dell' Olympiacos sia in regular season che nella serie contro Siena ed ho potuto farmi un'idea che ribadisco fermamente, quella cioè che ad Istanbul gli sono apparse tutte le Madonne del mondo, per il resto posso solo dire che è un ottimo giocatore (uno a 22 anni, l'ho già ripetuto fino alla noia, non può, anzi non deve essere considerato più un prospetto), ma scusatemi campione, almeno per la mia definizione sopra esposta, proprio no. E allora Sergej Belov, Dražen, Sabonis cos'erano? Marziani? Venusiani? Alieni di altre galassie? Loro sì che erano campioni, dunque tutti gli altri devono essere paragonati a loro per avere una scala reale e non inflazionata.

Se qualcuno ora continuerà a menare il torrone con l'età vorrei solo ricordare – l'ho già fatto, ma repetita juvant – le età della squadra jugoslava che vinse l'argento alle Olimpiadi di Seul: veterano assoluto Petrović, 24 anni (come adesso Batum), poi Zdovc 21 e tre quarti, Paspalj 21 e tre quarti, Rađa 21 e qualche mese, Divac 20 e mezzo, Kukoč non ancora 20 anni (li ha compiuti qualche giorno dopo la fine delle Olimpiadi), Đorđević 21 eccetera. Aggiungete un anno ed avrete la squadra che stracciò tutti agli Europei di Zagabria. Alla quale era stato aggregato il 19-enne Danilović. Per cui mi dispiace, ma io continuerò a non considerare un giovane prospetto uno che ha doppiato la boa dei 20 anni. Voi fate quel che volete, solo per favore non tentate di convincermi del contrario.